Alle 20,05 di ieri in redazione arriva una mail, dopo una giornata intensa legata soprattutto alle vicenda del coronavirus a Palermo, sembra una segnalazione o magari la richiesta di qualche aggiornamento su contagi o l’espansione del virus. E invece no. Nella mail c’è la richiesta “di un aiuto” per sostenere una causa nobile, importante, molto significativa.
“Il direttore del Civico – si legge nella mail di Giuseppina Torregrossa - appigliandosi a un pretesto burocratico ha tentato di cancellare la preghiera alla madonna, mi aiuta per favore a sostenere la causa?”.
La preghiera in questione è quella che nella notte tra domenica e lunedì è stata tracciata sulle scalinate adiacenti il reparto di oncologia all’ospedale Civico di Palermo. La preghiera, che percorre la strada per circa 100 metri, descrive la tortuosa strada che percorre chi si trova a combattere contro il cancro, come in una sorta di via crucis. A scriverla è stata un'artista, Stefania Galegati romagnola di origine e palermitana d'adozione, che ha riportato sull'asfalto le parole di Giuseppina Torregrossa.
La preghiera recita così: «Ave Maria prega pi tutti chiddi ca si trovano 'nta sta via. Ave Maria prega pì mia. Stazione numero 1 un colpo di coltello, a Pasqua l'agnello. La minna non c'è più, resta la malattia. Ave Maria, prega pì mia e per chi cammina nta sta via. Stazione numero 2 na botta di vilenu, uno scruscio di vento, sinni caderu ciuri e capiddi. Ma ancora cuntrastamo sta tinta malattia. Ave Maria prega pi mia c'ancora non spunta chista via. Stazione numero 3 focu focu granni. La pagghia s'abbrucia la carne ci cuoce s'affuma accussì pure la malattia. Ave Maria prega pi mia ca vogghiu nesciri da sta via. Stazione numero 4: La vucca na cirasa, capiddi fitti fitti, l'occhi mennuli novi. Ave Maria io ti ringrazio. Stretta la foglia larga è la via ave Maria, io sugnu arrè mia».
Una preghiera, una poesia che per chi varca la porta di quel reparto può rappresentare una carezza, uno stimolo ad andare avanti e a sconfiggere la “bestia”.
Il direttore del reparto sembrerebbe voler cancellare quella preghiera, ma non stiamo qui a sindacare sulla scelta di chi dirige molto bene un ramo fondamentale di tutto il nosocomio, chiediamo solo di ripensarci e lasciare che questa preghiera possa accompagnare il cammino di chi magari quel reparto lo dovrà purtroppo “frequentare” con la speranza di non tornarci mai più.
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