Sale la tensione e si registrano i primi episodi di insofferenza, ma dietro c’è anche una “spinta” di carattere social. Dopo il caso alla LIDL di Viale Regione (dove una quindicina pretendeva di non pagare la spesa), emergono infatti svariati gruppi Facebook che raccolgono le ansie e l’esasperazione di decine di cittadini.
Nel gruppo facebook chiamato «Noi» (che nel giro di 24 ore ha già raccolto quasi 600 iscritti, soprattutto palermitani): “Basta stare a casa, dobbiamo mangiare”. “Recupereresti lo que nos quitas” è lo slogan. Ma non è il solo gruppo: il tam tam via social e attraverso le chat sta portando alla luce anche altri gruppi, che (anche nel nome) sottolineano come bisogna avviare la “rivoluzione”.
Sulle pagine di questi gruppi spuntano proclami e video di ogni tipo, facendo leva sul momento di difficoltà ed esasperazione dei cittadini. Un sintomo evidente di come l’emergenza Coronavirus stia diventando un’emergenza anche di carattere economico e sociale. A Palermo, ad esempio, sono già un migliaio le famiglie che hanno chiesto di poter aderire al servizio di assistenza alimentare fornito da Caritas e alcune associazioni di volontariato.
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