"La natalità, tema urgente per rimettere in moto l’Italia". Così Papa Francesco parla agli Stati Generali della Natalità alla presenza del premier Mario Draghi e delle altre istituzioni del Paese. Le prime parole, a braccio, sono proprio rivolte a Draghi: "Presidente grazie per le parole chiare e speranzose". Il Pontefice esprime poi apprezzamento per l’assegno unico per ogni figlio che nasce. "Finalmente in Italia - dice - si è deciso di trasformare in legge un assegno, definito unico e universale, per ogni figlio che nasce. Esprimo apprezzamento alle autorità e auspico che questo assegno venga incontro ai bisogni concreti delle famiglie, che tanti sacrifici hanno fatto e stanno facendo, e segni l’avvio di riforme sociali che mettano al centro i figli e le famiglie". Avverte il Papa: "Se le famiglie non sono al centro del presente, non ci sarà futuro; ma se le famiglie ripartono, tutto riparte".
"Ringrazio tutti voi, che oggi riflettete sul tema urgente della natalità, basilare - scandisce Bergoglio - per invertire la tendenza e rimettere in moto l’Italia a partire dalla vita, a partire dall’essere umano. Ed è bello che lo facciate insieme, coinvolgendo le imprese, le banche, la cultura, i media, lo sport e lo spettacolo. In realtà ci sono molte altre persone qui con voi: ci sono soprattutto i giovani che sognano".
"I dati dicono che la maggior parte dei giovani desidera avere figli. Ma i loro sogni di vita, germogli di rinascita del Paese, si scontrano con un inverno demografico ancora freddo e buio: solo la metà dei giovani - dice il Papa - crede di riuscire ad avere due figli nel corso della vita. L’Italia si trova così da anni con il numero più basso di nascite in Europa, in quello che sta diventando il vecchio Continente non più per la sua gloriosa storia, ma per la sua età avanzata".
"Questo nostro Paese, dove ogni anno è come se scomparisse una città di oltre duecentomila abitanti, nel 2020 ha toccato il numero più basso di nascite dall’unità nazionale: non solo per il Covid, ma per una continua, progressiva tendenza al ribasso, un inverno sempre più rigido", ha denunciato il Papa.
"Eppure - si è rammaricato Bergoglio - tutto ciò non sembra aver ancora attirato l’attenzione generale, focalizzata sul presente e sull’immediato". Il Pontefice ricorda le parole del Presidente della Repubblica che "ha ribadito l’importanza della natalità, che ha definito ‘il punto di riferimento più critico di questa stagione’, dicendo che ‘le famiglie non sono il tessuto connettivo dell’Italia, le famiglie sono l’Italia’".
"Quante famiglie in questi mesi - ha osservato Bergoglio - hanno dovuto fare gli straordinari, dividendo la casa tra lavoro e scuola, con i genitori che hanno fatto da insegnanti, tecnici informatici, operai, psicologi! E quanti sacrifici sono richiesti ai nonni, vere scialuppe di salvataggio delle famiglie! Ma non solo: sono loro la memoria che ci apre al futuro".
"Perché il futuro sia buono, - ha detto Francesco - occorre dunque prendersi cura delle famiglie, in particolare di quelle giovani, assalite da preoccupazioni che rischiano di paralizzarne i progetti di vita. Penso allo smarrimento per l’incertezza del lavoro, penso ai timori dati dai costi sempre meno sostenibili per la crescita dei figli: sono paure che possono inghiottire il futuro, sono sabbie mobili che possono far sprofondare una società".
Il Papa, intervenendo agli Stati Generali della natalità, ha parlato anche delle donne in attesa di un figlio e di come spesso vengano discriminate per questo sul lavoro: "Penso con tristezza alle donne che sul lavoro vengono scoraggiate ad avere figli o devono nascondere la pancia. Com’è possibile che una donna debba provare vergogna per il dono più bello che la vita può offrire?".
"Non la donna, ma la società - ha detto Bergoglio - deve vergognarsi, perché una società che non accoglie la vita smette di vivere. I figli sono la speranza che fa rinascere un popolo!".
"Vorrei guardare proprio alla ripartenza e offrirvi tre pensieri che spero utili in vista di un’auspicata primavera, che ci risollevi dall’inverno demografico. Il primo pensiero verte attorno alla parola dono. Ogni dono si riceve, e la vita è il primo dono che ciascuno ha ricevuto. Nessuno può darselo da solo. Prima di tutto c’è stato un dono. E un prima che nel corso della vita scordiamo, sempre intenti a guardare al dopo, a quello che possiamo fare e avere. Ma anzitutto abbiamo ricevuto un dono e siamo chiamati a tramandarlo. E un figlio è il dono più grande per tutti e viene prima di tutto".
Bergoglio ha in mente un programma chiaro: "In primo luogo occorrono politiche familiari di ampio respiro, lungimiranti: non basate sulla ricerca del consenso immediato, ma sulla crescita del bene comune a lungo termine. Qui sta la differenza tra il gestire la cosa pubblica e l’essere buoni politici. Urge offrire ai giovani garanzie di un impiego sufficientemente stabile, sicurezze per la casa, attrattive per non lasciare il Paese".
"E un compito che riguarda da vicino anche il mondo dell’economia: come sarebbe bello - dice Francesco - veder crescere il numero di imprenditori e aziende che, oltre a produrre utili, promuovano vite, che siano attenti a non sfruttare mai le persone con condizioni e orari insostenibili, che giungano a distribuire parte dei ricavi ai lavoratori, nell’ottica di contribuire a uno sviluppo impagabile, quello delle famiglie! E una sfida non solo per l’Italia, ma per tanti Paesi, spesso ricchi di risorse, ma poveri di speranza".
Fonte: Adnkronos
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