"Con la riforma del catasto non si pagherà né più né meno che prima, ma si rivedono le rendite per come sono state fissate". Lo ha detto il premier Mario Draghi presentando i contenuti del Documento di Economia e finanza in cui sono contenuti anche i primi riferimenti a una riforma della tassazione sugli immobili
"È presto per quantificare quante risorse verranno postate per la riforma fiscale, prima dobbiamo presentare la legge delega fiscale dove viene descritto l'involucro fiscale e per quanto riguarda il catasto si fa una presentazione di tipo informativo statistico" spiega il premier Draghi: "La tassazione avviene in questo modo: si prende un numero di non so quanti anni fa, si moltiplica per 160 e si ottiene un importo, questo è quel che ho capito. Perché 160? È un altro numero che non ha nessun senso come rendite catastali originali".
La riforma del catasto
La riforma del catasto che sarà contenuta nel disegno di legge delega fiscale trae origine dalla stima dell'esistenza di oltre un milione di immobili fantasma non accatastati e quindi abusivi. Tuttavia il fatto che il governo possa rivedere i parametri di rendita catastale ha fatto scaturire il timore che possano nascere dei ritocchi all'insù per la fiscalità.
Lo scopo della riforma del catasto è quella di una definizione del valore degli immobili ai fini fiscali più aderente alla realtà del mercato.
Tasse sulla casa, chi pagherà di più?
Con la riforma del catasto si vuole suddividere i Comuni in aree di mercato omogenee e passare dalla classificazione degli immobili da vani a metri quadrati, semplificando altresì la classificazione in classi e categorie. Riportando il valore dell'immobile al prezzo di mercato e mantenendo le stesse aliquote la tassazione salirebbe fino a raddoppiare nelle grandi città. Ne sanno qualcosa i precedenti governi che hanno visto bloccato ogni tentativo di riforma di fronte alla considerazione che la forte differenza tra valori di mercati ed estimi in vigore avrebbe portato a un inasprimento delle imposte.
Attualmente gli estimi su cui è basato il sistema catastale risalgono alla fine degli anni '80 quando venne introdotta l'Ici, la vecchia tassa sulla casa.
Oggi gli estimi, con coefficienti moltiplicatori diversi a seconda del tributo, servono da base imponibile per:
Una tassazione che finisce per colpire il possibile reddito che i proprietari di una casa possono ottenere dall'immobile, finendo così per punire il risparmio di chi non paga un affitto.
Fonte: Today
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