L’anagramma è un gioco linguistico. In pratica si deve scomporre una parola o una frase e con le singole lettere si vanno a creare combinazioni di altre parole o frasi sensate. Sembra che i nostri antenati utilizzassero già gli anagrammi non solo con lo scopo di divertimento, ma soprattutto per inviare messaggi cifrati della massima importanza per essere letti solo dal diretto interessato. Questa pratica risulta fosse particolarmente utilizzata dal popolo ebraico.
Alcuni scrittori giocavano con misteri e segreti intrecciandoli in lettere e versi ma gli ebrei non furono gli unici, qualcuno afferma che anche i Greci e Romani ne furono piacevolmente attratti.
Questa passione viene coltivata nel tempo e ci sono oggi non poche persone che riescono, in breve tempo, a creare parole o frasi di senso compiuto grazie ad anagrammi.
Proprio come ha fatto Nicoletta Mare, col suo ultimo libro dal titolo “Anagrammi di…versi”, edito da “Il Bandolo”, dove l’autrice si diletta con originali anagrammi poetici, con proverbi e aforismi sempre da lei anagrammati. Un’idea che definirei geniale. Una vera e propria attività di permutazione che richiede una buona dose di fantasia e creatività. Importante è che le parole, sia quelle di partenza che le nuove nate da questo gioco creativo, siano di senso compiuto.
Il libro, impreziosito da un’originale copertina realizzata da Nadia Consiglio, si divide in quattro parti: la prima analizza l’anagramma sotto il profilo storico; la seconda parte è arricchita da anagrammi poetici sapientemente realizzati dall’autrice; la terza parte contiene proverbi e aforismi sempre da lei anagrammati. Invece, l’ultima parte coinvolge il lettore in esercitazioni divertenti, fornendo le possibili soluzioni. Non solo, ma l’autrice ha proprio pensato a tutto, fornendo anche una bibliografia essenziale. Un lavoro completo che trascina il lettore in un mondo fuori dall’immaginario, che sorprende e arricchisce letteralmente e mentalmente.
In Europa l’affermarsi degli anagrammisti risale tra il 1500 e il 1600, ovvero persone specializzate in quest’attività per certi versi bizzarra, i quali operavano in modo particolare nelle corti. Potevano essere poeti o solo anagrammisti, ad ogni modo gli esempi non mancano, dalle corti di Carlo IX e degli Stuart a quella di Luigi XIII.
Ma cosa si nasconde dietro un anagramma? Perché tutto questo successo?
“L’anagramma può avere molteplici scopi, tra i quali stimolare la fantasia e tenere allenata la mente. Le sue origini non sono difficili da rintracciare – spiega l’autrice - dal greco ἀνά- aná-, che significa “sopra” oppure anche “in parti uguali”” e γράμμα grámma, che significa “lettera”, la parola anagramma si traduce con l’estrapolazione di alcune lettere da una o più parole per crearne di nuove”.
Di anagramma ne esistono di diversi tipi: semplice, ovvero quando da una parola ne tiriamo fuori un’altra (es. Calendario - Locandiere); a sintagma composto, casi in cui da una parola ne formiamo due (es. Doppiatore - Pepita d’oro); diviso, si tratta di casi in cui nascono nuove parole a partire da più parole (es. Macerata e Napoli = Palermo e Catania); anagrammato, caso in cui si parte da una frase per poi stravolgerla e crearne un’altra (es.: il soldato geniere = le giornate di sole); anagrammato diviso, punto di partenza sono due parole divise, il punto di arrivo è una frase (es. fortuna / iella = tiro alla fune).
“Non è così difficile, - continua Nicoletta Mare - basta avere tanta pazienza e conoscere le tecniche di base. Una di queste consiste nello scrivere la parola dalla quale si parte su un foglio a quadretti, occupando ogni quadretto con una lettera. Per cercare nuove parole provate a portare le singole lettere sotto altre lettere sviluppando nuove idee in verticale. Più tentativi farete più avrete la possibilità di vedere accendersi qualche lampadina. Impossibile non arrivare a nulla, sappiate che per una parola di 5 lettere è possibile mescolare queste ultime in almeno 120 modi diversi. Ovviamente questo non significa che ci sono 120 parole di senso compiuto, ma con un numero così alto di possibilità qualcosa deve pure venir fuori”.
Il titolo “Anagrammi di…versi” ha anche un sottotitolo, ovvero “talento e carmi” cioè l’anagramma onomastico di Nicoletta Mare… “e non poteva essere diverso” come chiosa nella presentazione del libro Luigi Consiglio, editore della suddetta pubblicazione, che tra l’altro rivolge il suo pensiero ai giovanni di oggi che potrebbero trarre da questa lettura motivazione per proporsi nel popolato mondo editoriale dell’enigmistica.
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