Umanizzare la figura dell’avvocato, avvicinarla al cliente e descrivere un mondo spesso immaginato in un mondo che non è come sembra. Sono queste le intenzioni di Giuseppe Caravita, avvocato cassazionista, figlio di una famiglia di avvocati, e autore del libro “Avvocà, per ora grazie”.
Cinquanta storie raccolte in un unico volume caratterizzato dalla semplicità del linguaggio e da uno stile diretto, capace di far calare il lettore, pagina dopo pagina, nello scenario tipico della professione, dalle aule di Tribunale alle stanze di uno studio. In "Avvocà, per ora grazie", l'autore dipinge quindi ritratti leggeri, ma al contempo profondi di vita vissuta nel mondo della Giustizia, tra ironia e difficoltà quotidiane, in un mix talvolta tragicomico e sempre piacevole che conquista l'immaginario di chi legge fin dalle prime righe.
Il libro è stato presentato a Palermo presso lo studio dell’avvocato Gabriele Giambrone, dove noi di Palermomania.it abbiamo incontrato l’autore.
Avvocato Caravita, di cosa parla questo libro?
“Il libro parla di storie di avvocati viste da una prospettiva di avvocato. Io faccio l’avvocato da molti anni, sono figlio avvocato ed è una professione che conosco sin da quando ero ragazzino. Si tratta di una raccolta di aneddoti che sono ricondotti a vari aspetti della vita di un avvocato: dal rapporto con il cliente, il rapporto con la controparte, il rapporto con il collega”.
È la sua prima esperienza come scrittore?
“È assolutamente la prima volta. È un’esperienza particolare perché io ho cominciato a scrivere su Facebook dei miei pensieri e ho avuto un riscontro molto positivo, soprattutto dai colleghi che mi hanno invogliato e spinto a raccogliere tutte queste storie per pubblicarle. Sono sorpreso e allo stesso tempo soddisfatto di questo libro che sta avendo un grande successo e sto girando per tutti i tribunali d’Italia per presentarlo, perché in molti ritengono che incarni molto bene la figura dell’avvocato.
Come nasce il titolo “Avvocà, per ora grazie”?
“Questa è una frase che noi avvocati ci sentiamo dire molto spesso. Mentre chi va dal dottore o da altri specialisti non si pone il problema e paga direttamente, il primo impatto con un cliente per un avvocato si traduce in un lungo e spesso dispendioso colloquio che si conclude sempre con la frase “Avvocà, per ora grazie”.
Lei ha detto che si parla da avvocato agli avvocati, qual è allora un motivo che dovrebbe indurre un non addetto ai lavori a comprare e leggere questo libro?
“Leggendo il libro si capisce come è la testa di un avvocato, perché l’avvocato spesso è una persona misteriosa, a volte può risultare ostica o antipatica. Invece, la nostra è una strana professione in cui bisogna saper essere umani e comprensivi senza creare troppe illusioni alle persone. A volte un atteggiamento duro o antipatico è fatto puramente per salvare l’interesse del cliente, perché molto spesso il cliente arriva con le “uova rotte” e pretende di ricomporle. Ma quando le uova sono rotte si può fare solo la frittata. Ecco che questo libro può aiutare a far capire cosa prova un avvocato”.
C’è un filo conduttore o sono aneddoti non legati tra loro?
“Il libro è una raccolta di storie, alcune corte altre un po’ più lunghe, vicende strane che rappresentano le tante puntante di una vita da avvocato”.
Ce ne racconta una?
“Accadde una volta a una segretaria che rimaneva durante la pausa pranzo, dalle 13 alle 17 in studio. Si vide arrivare un cliente che faceva il macellaio che litigava spesso con la moglie. Nel mese di luglio di un certo anno, dopo aver litigato per tutto l’inverno con la propria consorte, si presentò in studio intorno alle 14 con un grande pacco dicendo di consegnarlo all’avvocato e di riferirgli che era tutto a posto e che la moglie non rompeva più le scatole. Poco dopo dalla scatola iniziò a colare del sangue e la segretaria pensò di trovarsi di fronte al cadavere della moglie dell’uomo. A quel punto non sapeva cosa fare perché l’avvocato non sarebbe arrivato prima delle 17. Arrivato l’avvocato si scoprì che il macellaio aveva fatto pace con la moglie e dentro al pacco c’era un vitello appena tagliato e fatto a pezzi regalato all’avvocato in segno di ringraziamento”.
Quindi vuole rendere più umani gli avvocati?
“Sì, possiamo tranquillamente dirlo. È proprio questo uno degli scopi del libro”.
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