“Beddamatri Palermo!” è l’ultimo libro di Antonino Cangemi dove emerge una sottile satira di costume e politica. Da buon osservatore l’autore riesce in 190 pagine a cogliere alcune sfaccettature di questa città attraverso una carrellata di cronache descritte in modo critico ma divertente. Il libro, edito da Di Girolamo, mette a setaccio i difetti e i vizi dei palermitani svelando l’esigenza di un richiamo civile a risanare le molte cicatrici di una città oggi in difficoltà. Una carrellata di osservazioni condite di umorismo impongono una seria riflessione.
Cangemi con sottile arguzia non risparmia critiche ad amministratori incapaci e ai “parassiti di Cosa Nostra” che stanno distruggendo una delle città più belle al mondo, definita un tempo da Edrisi, antico scrittore arabo, “la più vasta ed eccelsa metropoli del mondo, quella che a narrare i vanti si finirebbe quasi mai; la città ornata di tutte le eleganze; la sede dei re nei moderni e negli antichi tempi”. Eppure, quel paradiso terrestre, oggi detiene tanti record: produce monnezza strategicamente piazzata attorno ai monumenti per esaltarne nel contrasto la bellezza; è piena di centri “culturali” creati dai politici per coltivare le clientele; ha una metropolitana originalissima per lentezza e per le poche stazioni in superficie frequentate solamente da coppiette amorose “finalizzata più che a favorire gli spostamenti a riprodurre la specie (palermitana)”; ha circoli ricreativi chiamati “Pronto Soccorso” dove i pazienti giocano a carte scommettendo su chi verrà visitato dopo.
Non solo, è anche una città unica per la fantasia dei palermitani che coltivano l’arte di arrangiarsi, la capacità di adattamento alla precarietà, refrattarietà alle regole, senso dell’umorismo colorito dal linguaggio spesso molto espressivo, anche se le statistiche dichiarano i palermitani un popolo depresso, infatti, nelle peggiori situazioni: “M’arristaru l’occhi pi chianciri”. Eppure l’autore da anche dei consigli a chi fa le statistiche: chi fa meglio la caponata? E la pasta con le sarde, o con i broccoli arriminati, o la “norma”. Nessuno. I Siciliani non hanno rivali. I palermitani, come spiega l’autore, di solito sono tranquilli, ma quando jeccano vuci lassù, nell'alto dei cieli, gli Dei, che mai li hanno amati, si apparasianu pi u scantu ed esclamano: Beddamatri Palermo!”
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