Nell’ambito dell’iniziativa “30 Libri in 30 Giorni” si terrà martedì 6 aprile 2021 alle ore 17,30, organizzata da BCsicilia in collaborazione con Edizioni Arianna e Centro Studi Medea, la presentazione del volume di Salvatore Ribaudo “Camera del Lavoro”. Dopo l’introduzione di Alfonso Lo Cascio, Presidente regionale BCsicilia, e i saluti di Giuseppe Cusmano, Presidente BCsicilia Sede di Ciminna, sono previsti gli interventi Beppe De Santis, Presidente del Centro Studi Medea e Arianna Attinasi, dell’Edizioni Arianna. Sarà presente l’Autore.
L’incontro si terrà sulla Piattaforma Google Meet.
Link per partecipare all’incontro: https://meet.google.com/dic-hfzr-owk
Per informazioni: Email: segreteria@bcsicilia.it – Tel. 346.8241076 Fb: BCsicilia – Tw: BCsicilia.
Il libro di Salvatore Ribaudo, con prefazione di Michele Pagliaro, narra con eleganza di scrittura una delicatissima storia di amore per i poveri lavoratori della terra, ambientata in un'area interna della Sicilia dove si svolgono le lotte dei braccianti contro i soprusi dei padroni del feudo. La storia di “un fuoco di fratellanza” che è anche la storia di un sogno.
“Sogno - dice il compagno Segretario - terreni di proprietà dei lavoratori, coltivati tra fratelli maritati che abitano nello stesso quartiere della casa di nascita. Il padre e la madre, vivi e in senno, che gioiscono per i nipoti e i raccolti abbondanti... Nessuno più a bussare, di sera, ai portoni dei padroni, per imprestarsi due sacchi di frumento da ritornare quasi raddoppiato o pagarlo con il lavoro d’un mese. E ringraziarli, levarsi la coppola per salutarli. Il sangue acqua, il corpo che non prende carne, la mente sempre al frumento che sta per finire.”
Salvatore Ribaudo, pensionato, già dipendente comunale, è nato e vive a Ciminna. Romanziere, ha pubblicato con Edizioni Arianna di Geraci Siculo: “Camera del lavoro” (2019), “L'uomo dei fiori” (2015) e “A tocco d'alba” (2009). Ha pubblicato per le Edizioni Don Lorenzo Milani di Termini Imerese: “Vivula Vivula-Ubiquea” (1998) e “Notte lunga-Mastro Iaco Filotorto” (2000); per Federico, Palermo: “Giò Petralunga” (2003).
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