L'autore avvisa i lettori da subito: "Giorgio Pellegrini è tornato, ed è il solito maledetto bastardo". Il terribile personaggio di Arrivederci amore, ciao viene richiamato in azione dal suo creatore. Massimo Carlotto mette Pellegrini al centro dell'azione nel suo nuovo romanzo noir intitolato Alla fine di un giorno noioso, edito da E/O. Stavolta l'ex terrorista fuggito in Sudamerica, e riabilitatosi dopo aver ucciso il suo miglior amico, e aver venduto ex compagni d'arme e di ideali alla Digos, sembra passarsela piuttosto bene. Ha stretto amicizia e trovato protezione nel politico Sante Brianese, ha sposato una donna che gli è totalmente succube, e campa con un ristorante molto frequentato, all'interno del quale si concludono affari spregiudicati, pagati anche con escort come parte del controvalore. Un intreccio di denaro, corruzione e collusioni mafiose che sembra funzionare, fino a quando il tradimento scatena la voglia di vendetta e la violenza compressa in Pellegrini.
Massimo, un romanzo sulla corruzione, definita come una nuova forma di creatività politica e finanziaria.
"I tre punti fondamentali che tocca il romanzo, ambientato in quel pantano che è il Nordest, sono: corruzione, politica come ingranaggio necessario al meccanismo criminale e conseguenti collusioni tra potere politico e criminalità organizzata".
A proposito di tecniche di ripulitura del denaro sporco, dal libro viene fuori la convenienza che reinvestirlo nelle opere pubbliche è una delle strategie preferite dai criminali, dato che comporta meno perdite.
"Vero, i grandi appalti, i cantieri per le infrastrutture sono i preferiti per i criminali, ma nel libro parlo soprattutto di come in Veneto il riciclaggio sia diventato endemico".
Una terra dall'anima divisa in due, il Veneto. Da una parte il legame con le proprie radici e la cultura del lavoro, ancora più forte in chi ha conosciuto la povertà e l'emigrazione. Dall'altra l'evasione e la connivenza malavitosa a livelli sempre più profondi del tessuto sociale. Da che parte pende oggi l'ago della bilancia?
"In Veneto vivono moltissime persone perbene, il fatto è che siamo una terra di confine, e una volta che quel confine si è aperto, ci si è trovati esposti a tutte le mafie dell'Est. Peraltro, in Veneto, come dimostrano una serie di documentatissime inchieste, esiste una straordinaria percentuale di evasori totali, oltre alla caratteristica di attrarre in modo singolare la criminalità del Sud Italia. Infine, le imprese servono come snodi per il riciclaggio".
Ormai il noir prevede sempre meno la catarsi, il riscatto e il lieto fine. I suoi sono particolarmente duri, popolati da anime nere. Non ha mai sentito la necessità di introdurre un personaggio più positivo, anche se marginale alla narrazione?
"In realtà anche la letteratura noir è letteralmente infestata di personaggi positivi, Giorgio Pellegrini è un'anomalia nel suo perseguire ad ogni costo l'intento criminale. A me non interessa l'intento consolatorio della narrazione, mi attrae piuttosto il contrario, perché in questo modo il noir diventa una testimonianza sulla realtà che non cede a sentimentalismi inutili".
La mercificazione e la sottomissione delle donne è un altro dei fili rossi della sua narrativa. Qui il discorso viene aggiornato alla figura delle escort, usate come pagamento per favori ricevuti, e a quella della nuova moglie di Pellegrini, una sorta di moderna schiava
"D'altra parte quale criminale vorrebbe avere al suo fianco una donna che gli tenga testa e lo metta in discussione? La cronaca criminale ci insegna che le donne dei criminali sono loro vittime, o complici. Non ne esiste altra tipologia".
Tornando alla corruzione: non è più avvertita come un reato, una cosa grave?
"Sempre meno, esistono intercettazioni ambientali in cui, magari anche solo per la realizzazione di una semplice rotonda stradale, intere famiglie si lasciano corrompere, chiedendo come controvalore il giardiniere personale per la moglie del politico o dell'imprenditore di turno, la spider giapponese per il figlio e così via. Senza nessuna esitazione né senso di colpa".
Il berlusconismo ha veramente peggiorato l'Italia oppure nella figura di Berlusconi si sublimano una serie di tratti tipici del carattere degli abitanti di questo Paese?
"Io credo che il berlusconismo abbia davvero peggiorato il Paese, dalla bassissima considerazione del genere femminile ostentata dall'attuale premier al più generale cedimento morale. Molti si chiedono cosa succederà quando Berlusconi crollerà. Io sono preoccupato da quanto in profondità si è innestato il berlusconismo nella società civile, e penso anche alla mutazione interna alla Lega, che è nata come nemica di Roma ladrona e poi ha scoperto che Roma, con i suoi salotti di potere, sa essere molto piacevole. Una piacevolezza che, purché sia mantenuta, può spingere il Carroccio perfino ad allearsi con il Pd. Ma sarebbe un'altra tappa dell'invecchiamento precoce e del degrado di un'Italia a cui invece serve il ricambio generazionale, e una nuova passione per l'impegno e il dibattito politico".
Fonte: tiscali
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