Nel suo libro, Volevo essere una gatta morta (Einaudi, euro 13.50), Chiara Moscardelli fa un ironico autoritratto concentrandosi sulle sue vicissitudini amorose e sull’impari confronto con una categoria femminile imbattibile: l’ineffabile “gatta morta”. Da una parte c’è Chiara, simpatica ma poco avvenente e decisamente sfortunata, dall’altra una serie di donne che, sembrano fragili e bisognose di protezione ma in realtà, avendo fatto del matrimonio la propria ragione di vita, si muovono come vere macchine da guerra nel perseguire il proprio obiettivo.
Fonte: tiscali
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