Due sguardi opposti, due diversi approcci. La scienza e la mitologia. Margherita Hack e Viviano Domenici firmano un interessante libro sull'astronomia, Notte di stelle (Sperling&Kupfer, 316 pagg, 18 euro) a cavallo tra astrofisica e storia in un condensato di racconti, leggende, miti e falsi miti, legati a costellazioni, galassie, nane bianche e supernova. Il risultato è avvincente, di quelli che ti fanno venir voglia di aprire la carta del cielo - fornita anch'essa nel libro - e ritrovare i passi che l'uomo da millenni continua a fare con la testa rivolta all'insù.
Storie di stelle - Ecco l'Orsa Maggiore con i suoi "15mila anni da raccontare". A cominciare dal nome misterioso, "orsa", che, come scriveva il professor Bradley E. Shaefer, della State University di Boston, "era patrimonio dei Greci, dei Baschi, degli Israeliti, di molte tribù siberiane e in modo sorprendente era diffusa in tutta l'America del Nord". Tutti a condividere l'immagine dell'orsa inseguita da tre cacciatori. O ancora Cepheus (Cefeo), dietro la cui figura si celerebbe un mitico re mesopotamico, che, secondo Plinio il Vecchio fu "l'inventore della scienza delle stelle". Tanto importante da dedicargli - furono gli antichi greci - una costellazione fra la Via Lattea e il Polo Nord. E' prendendo spunto da storie come queste la Hack trascina il lettore nel mondo dell'astrofisica.
Professoressa, scopriamo che il cielo ha moltissime storie da raccontarci.
"Sì, tante, alcune antichissime. Domenici le racconta molto bene. Ho preso spunto per parlare della fisica di alcuni oggetti presenti in queste costellazioni: il libro è per 2 terzi mito, per un terzo fisica".
L'accostamento dell'aspetto scientifico a quello più mitologico è interessante.
"Come ho detto, un terzo del libro riguarda gli oggetti fisici presenti in queste costellazioni e mi dà lo spunto per dire come la stella o la galassia si evolvono come si formano, insomma la fisica degli oggetti. E' un mondo complesso ma affascinante, sa?".
Ci suggerisce che questo approccio, scienza e mito, lo si potrebbe adottare anche nell'insegnamento scolastico dell'astronomia.
"Non c'è duubbio che nelle scuole manca l'approccio giusto: non si capisce ancora che l'astronomia è fisica. Tutti i corpi celesti sono oggetti fisici e per capire che cosa sono si impiegano tutti i campi della fisica. Quindi mi devono spiegare innanzitutto perché ad insegnare l'astronomia sono i professori di scienze naturali: ad insegnare l'astronomia deve essere il professore di fisica".
E' vero.
"L'unico legame che abbiamo con i corpi celesti sono le onde elettromagnetiche che ci mandano. Dall'analisi delle onde elettromagnetiche emesse dai corpi celesti, cioè luce, raggi gamma, raggi x, onde radio eccetera, ricaviamo tutte le informazioni sulla loro temperatura, densità, fonti dell'energia che irraggiano, come si formano, come evolvono. Questa è l'astronomia moderna, quindi è un campo per i fisici".
Questo libro ci fa pensare che forse all'astronomia si dovrebbe dare più importanza: in essa scopriamo che c'è tutto, la scienza e la cultura di civiltà che sono succedute per millenni. Perché allora nelle nostre scuole è relegata in un cantuccio?
"Perché siamo ancora vincolati a quella che era l'astronomia dell'Ottocento. Perché quelli che fanno i programmi per le scuole medie hanno una grande ignoranza. Non hanno ancora capito che cos'è l'astronomia moderna: è fisica".
Cosa le è piaciuto di più di questo libro?
"Ma, l'editore mi ha fatto una proposta interessante: parlare di cosa sono le costellazioni, io dal punto di vista fisico e Dominici dal punto divista mitologico. L'astronomia è forse la scienza più antica perché il cielo è un laboratorio che l'umanità ha avuto sotto gli occhi fin dalle epoche più remote, da sempre direi. Da quando l'ominide è diventato uomo, cioè da quando ha smesso di andare a quattro zampe. Stando in piedi ha guardato il cielo e ha cominciato a chiedersi cos'erano le stelle. Quindi il cielo è il più antico laboratorio di fisica dell'universo".
E da allora - eccezion fatta per gli amanti del Gps contemporaneo - l'uomo si è sempre fatto guidare dalle stelle.
"Sì, tra l'altro un sacco di superstizioni sono legate al cielo. Superstizioni che hanno fatto progredire la scienza, proprio perché l'uomo si è sempre chiesto che cosa fossero certi fenomeni che poteva osservare nel cielo".
Fonte: tiscali
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