"Solo perché il cibo si trova nel supermercato, non è detto che sia un bene mangiarlo". Partendo da questa semplice considerazione il giornalista del New York Times Michael Pollan ha messo in piedi una vasta e articolata inchiesta sull'industria e il mercato del cibo. Il frutto di questo lavoro è diventato un libro che s'intitola Il dilemma dell'onnivoro. Pubblicato nella versione per adulti da Adelphi, ora il testo è stato adattato per un pubblico più giovane dalla Giunti. Essendo curioso per natura e per mestiere, il giornalista americano ha cercato una risposta soddisfacente a una semplice domanda: "che cosa mangio?". Ha deciso così di intraprendere un viaggio all'interno della catena che porta, ad esempio, gli hamburger e le patatine sulle tavole dei fast food di mezzo mondo.
Petrolio, feedlot e tanto mais - Il "detective del cibo", come lui stesso si è definito, ha visitato i campi di mais dell'Iowa. Uno stato ricco di "città del granturco" dove sterminate piantagioni di mais ibrido o geneticamente modificato occupano molti ettari di terreno. Molte fattorie con più colture e molti animali hanno lasciato il posto a poche fattorie con una sola coltura e nessun animale. Queste fattorie-industrie si reggono grazie ai combustibili fossili e all'uso massiccio di fertilizzanti all'azoto che hanno sostituito i vecchi concimi. Gli animali sono rigorosamente allevati all'interno di enormi "feedlot" e alimentati con mangimi derivati dal mais. Al centro di questa nuova catena alimentare c'è l'agrobusiness "che si serve di mais economico per ricavare cibo confezionato" e che "dipende dalle disposizioni del governo e dai soldi dei contribuenti".
Patatine e pesticidi - Questo tipo di industria necessita anche di un uso massiccio di pesticidi. Le patatine a basso costo vendute nei fast food subiscono un lungo trattamento prima di giungere nella friggitrice. Uno dei pesticidi più comuni utilizzati per la produzione si chiama Monitor ed è un veleno talmente potente che, dopo essere stato spruzzato sulle patate, impedisce l'ingresso nei campi per cinque giorni. "Se si rompe l'irrigatore, i contadini preferiscono perdere il raccolto che andare a riparare la macchina", scrive Pollan. Dopo il raccolto poi le patate sono talmente ricche di veleno per insetti che vengono immagazzinate per sei mesi".
Un problema sociale - Negli Stati Uniti l'obesità, soprattutto quella infantile, è diventata un problema sociale. La fasce più colpite sono paradossalmente quelle più deboli. "I problemi di salute legati all'eccessiva alimentazione colpiscono di più le fasce povere della popolazione - spiega Pollan -. Questo perché gli alimenti più ricchi di zuccheri e grassi sono quelli che al supermercato costano meno". Questo fenomeno è il risultato di una politica contraddittoria da parte del governo americano perché da un lato invita i consumatori a mangiare sano, ma nei fatti incentiva economicamente i coltivatori a produrre in quantità industriali mais e soia a discapito di altre colture. Il risultato è che "le calorie più economiche del supermercato siano proprio le meno sane".
Fonte: tiscali
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