IL DIO PERSONALE

'IL DIO PERSONALE'
DI ULRICH BECK
(LATERZA, pp. 258 - 16,00 euro)

Nel suo nuovo saggio, dedicato a ''la nascita della religiosita' secolare'', come recita il sottotitolo, Ulirich Beck pone attenzione al rapporto religione e mass media centrando il discorso su quello che chiama il ''fenomeno Benedetto'' XVI, che, secondo il sociologo tedesco, si sviluppa in parallelo con la crisi e le pessime condizioni (calo fedeli eccetera) delle Chiese dell'Europa centrale e occidentale: un fenomeno basto sulla semplicita' elementare delle sue prediche e dei segni del suo pontificato ''che esercitano una forza magnetica'', senza riempire pero' le chiese, ma coinvolgendo la gente liberamente ''per un bisogno di spiritualita'''.

E cosi' parla di ''Dio nell'epoca della sua riproducibilita' tecnica'', parafrasando Walter Benjamin, ovvero di spettacolarizzazione massmediatica della Chiesa universale: ''il Cattolicesimo celebra una cultura dell'occhio'' e questo gli consente una ''presenza capillare in tutto il mondo e una partecipazione che non impone afflizione, che e' in grado di catturare, quantomeno per un istante globale, la religiosita' liberamente fluttuante''. Per lo studioso, docente di sociologia all'Universita' di Monaco e alla London School of Economics, questo va visto nel quadro dell'implosione odierna delle certezze sociali e morali, per cui, nelle societa' occidentali, ogni persona crea, con sempre maggiore indipendenza, quelle narrazioni religiose (appunto il 'Dio personale') che meglio si adattano alla propria vita e al proprio personale orizzonte di esperienza.

''Nell'incontro e nella compenetrazione tra religioni universali e nuovi movimenti religiosi, va in pezzi la pretesa universalistica delle due grandi culture europee, quella della fede cristiana nonche' quella delal razionalita' secolare'' afferma, aggiungendo che ''cio' vale anche per la pretesa universalistica di altre religioni, per esempio per l'universalismo musulmano (la 'ummah')''. Nell'epoca della globalizzazione tutti i conflitti, da quello sulle regole della sessualita' a quello sul valore della natura, diventano per Beck oggetto di discussione fra religioni: ''con la fine dell'universalismo laico vanno in pezzi i fondamenti della razionalita', il che fa mancare qualsiasi fondamento a tutti gli sforzi di incivilire i potenziali conflitti derivanti dalle religioni universali nella societa' globale''. E allora ecco le nuove guerre di religione, ''stavolta pero' nel contesto suicida di un'epoca che conosce gli armamenti nucleari e la manipolazione genetica''.

Insomma, al contrario delle Chiese e delle sette, il Dio personale non conosce infedeli, perche' non conosce verita' assolute, ne' gerarchie, eretici, pagani o atei: nel politeismo soggettivo del dio personale trovano posto molte divinita'. In esso viene messo in pratica quello che le religioni e le Chiese, vincolate alla loro pretesa veritativa, ritengono non solo moralmente riprovevole, ma anche logicamente indispensabile: il fatto che nell'attuale ricerca nomade della trascendenza religiosa, gli individui siano sia credenti, sia non credenti. Quindi si dice sicuro, anche se scettico che tanto ''ridicola speranza'' possa avverarsi, che ''solo quando le religioni dei vari Dei unici si impegneranno a fondo per incivilire se stesse e cesseranno di evocare la violenza come mezzo di missione, il mondo avra' un'opportunita'''.

 

Fonte: ansa

 

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