"Pedoni bianchi, pedoni neri. Questa è la trama. Con Cadice come scacchiera". Questo pensiero che Arturo Pérez-Reverte mette nella mente del commissario di polizia Rogelio Tizón è la migliore sintesi del suo romanzo Il giocatore occulto (Tropea editore, 2010). Abbandonata la Spagna decadente del XVII secolo descritta con abilità e cinismo nella saga del Capitano Alatriste, lo scrittore iberico si trasferisce nella Cadice assediata dai francesi di Napoleone nel 1811 e impoverita dal crollo dei commerci con le province d'oltremare ovvero le colonie americane che combattono per la loro indipendenza.Una Cadice immaginaria come scacchiera - La "scacchiera" che utilizza Pérez-Reverte per il suo romanzo è una città che si ostina a vivere come se niente fosse: "La Cadice di sempre: commercio con le Indie, navi, investimenti , rischi marittimi". Ma questa realtà è solo apparente perché nasconde la paura che serpeggia tra la popolazione per le bombe dei francesi e per gli omicidi seriali di giovani donne scarnificate a colpi di frusta. Le morti sono misteriosamente precedute dall'esplosione di un ordigno nemico.Lolita Palma e gli altre pedoni - E poi ci sono i "pedoni", ovvero i protagonisti. Il romanziere, ex inviato di guerra, si diverte a riempire le oltre 360 pagine di personaggi diversissimi tra loro per poter assemblare "un romanzo fatto di romanzi" come lui stesso lo ha definito. La protagonista principale è la 32enne Lolita Palma, una sorta di donna manager ante litteram, che ha ereditato e gestisce una compagnia commerciale. Intorno a lei si muovono il poliziotto corrotto Rogelio Tizón, l'imbalsamatore e spia Gregorio Fumagal, il corsaro Pepe Lobo e il capitano dell’artiglieria francese Simón Desfosseux. I loro destini sono condizionati da un misterioso assassino, "un cecchino occulto che aspetta di colpire le nostre vite" per usare le parole di Pérez-Reverte.Una cornice storica per parlare della realtà odierna - Dal punto di vista letterario Il giocatore occulto non è facilmente catalogabile data la mescolanza di vari generi: dal giallo al romanzo d'amore, per poi tornare sui binari tradizionali dell'avventura. L'inquadramento storico ha un valore del tutto relativo. "E' un romanzo non un libro di storia", precisa Pérez-Reverte nelle ultime pagine del suo testo. Un concetto che il giornalista spagnolo ha poi ribadito durante la campagna promozionale del libro: "Non parlo di storia, io la uso come pretesto per parlare degli uomini di oggi, del XXI secolo".
Fonte: tiscali
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