Non solo mostre e non solo collezioni, ma un luogo di incontro e di dialogo tra le arti visive e la parola. Partendo dalla sua natura di sito aperto e articolato, RISO-Museo d’arte moderna e contemporanea si estende alle performance e alle installazioni come forme consapevolmente effimere che lasciano parte di sé nella parola, scritta o semplicemente detta. Allo stesso modo ampio e articolato è il panorama delle tipologie di scrittura sui temi dell’arte - storiografia, critica, saggistica, scienza, poesia - fino ai generi letterari, romanzo o racconto nei casi in cui l’opera d’arte o l’artista sono centrali e danno spunto a veri e propri affondi in cui lo scrittore si rivela critico d’arte. Arte visiva e scrittura hanno vite rispettivamente autonome l’una dall’altra e ciò rende ancora più interessante stimolare il dialogo fra loro.
La notevole e storica attività editoriale del Museo Riso, importante sia per gli scritti che per la veste grafica avviata da Leonardo Sonnoli dello Studio Tassinari Vetta, offrirà occasioni utili di rilettura di testi talvolta anticipatori del dibattito attuale e consentirà di divulgare le attività del Museo che in questo 2025 raggiunge il suo primo quarto di secolo. Sul ponte che unisce il presente al passato, RISO aprirà le sue sale a incontri sulle edizioni attuali, a partire dai cataloghi delle ultime mostre e acquisizioni, allargando lo sguardo oltre il Museo, verso gli ultimi aggiornamenti nella stampa di settore ma con grande attenzione e curiosità verso gli sconfinamenti.
Gli incontri di “Parole ad arte” si aprono mercoledì prossimo (12 marzo) alle 17 a Palazzo Belmonte Riso con Mariella Pasinati, autrice del libro “In 21 parole. Artiste che ridisegnano il mondo”, (Torri del Vento edizioni), in dialogo con la saggista Maria Concetta Sala e la direttrice di RISO, Evelina De Castro.
In 21 parole sono raccolti concetti, temi, elementi e materiali del linguaggio visivo nella particolare declinazione che ne hanno dato 21 - e più – protagoniste delle arti visive; artiste che hanno operato in autenticità e fedeltà a se stesse, contribuendo alla dicibilità dell’esperienza umana femminile e mostrando come l’espressione autentica dell’arte delle donne vada ricercata – e praticata – al di fuori dell’ordine simbolico e linguistico che ha dato forma al reale secondo l’esperienza maschile.
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