Un tuffo nel passato dove storia e fantasia s’intrecciano. Un modo per far rivivere la storia inducendo a studiarla per saperne di più è proprio l’obiettivo di Emilio Angelini, che nella sua ultima produzione letteraria dal titolo “La ragazza del calendario” ripercorre un pezzo di storia forse poco conosciuta soprattutto dalla nuova generazione.
Il libro sarà presentato venerdì 11 gennaio, alle ore 18.00 presso la chiesa di San Saverio alla Albergheria. Tra i relatori: padre Cosimo Scordato, Claudio Zarcone e la prof.ssa Michela Alamia.
L’autore, professore di storia e filosofia in pensione, in 267 pagine sapientemente intrecciate da colpi di scena, volge lo sguardo agli anni ’70, all’indomani di quel ’68 che aveva seminato generose illusioni e aperto la strada per un futuro ancora da determinare. In questo palcoscenico inquietante si dipana la storia d’amore di due giovani, Bartolomeo ed Eleonora, appartenenti ad un’estrazione culturale e sociale differente: lei appartiene alla buona borghesia palermitana, mentre lui è un proletario che recepisce le suggestioni del momento e che crede nella imminente rivoluzione.
La loro storia d’amore subisce le interferenze di un personaggio singolare, ovvero Filippo Lazzaro padre della ragazza che entra a piedi giunti nel loro rapporto, poiché considera il giovane una jattura e intende difendere la figlia con ogni mezzo. Il padre di Lazzaro, a sua volta, è stato ucciso quando era ancora bambino e nonno Liborio lo ha fatto crescere come un figlio e gli ha inoculato nel sangue “cultura” mafiosa. Infatti, diventato funzionario regionale, occupa un posto di responsabilità e pratica il malaffare con le cosche che dominano la città. Tutto, ovviamente, è immerso nella storia di quel periodo che dal ’68 si sviluppo fino all’anno 2003, dove i personaggi sono potentemente condizionati dalle vicende italiane.
“Centrali e fondativi, - spiega Emilio Angelini - risultano essere gli anni della contestazione, della sinistra extraparlamentare e di quelle “stragi di stato” che inaugureranno la “strategia della tensione”. Filippo, che segue con attenzione le vicende della figlia, poiché è sicuro che quel ragazzo, un militante di “lotta continua”, finirà col mettersi nei guai e, da parte sua, sta solo aspettando l’occasione giusta per farlo arrestare. Al momento opportuno, (poco dopo il rapimento di Aldo Moro) con un autentico “colpo di scena”, chiederà alla figlia di essere lei a presentarsi alle forze dell’ordine e fare la delatrice. Eleonora, che si sente stuprata nell’animo, accetterà con la morte del cuore e sembrerà convinta che la vita, per lei, è veramente finita. Gli sviluppi successivi, però, saranno molto diversi. Eleonora scoprirà di avere dentro da sempre i valori del padre mentre Bartolomeo, produrrà proprio in prigione, una più profonda coscienza politica. Non vi anticipo il finale ma posso assicurarvi che è all'altezza delle tensioni che innervano tutta la mia operazione letteraria”.
In estrema sintesi, il volume di Angelini, scritto con perizia di particolari storici e con un linguaggio diretto e scorrevole, si incardina tra memoria e cultura, tra fantasia e colpi di scena.
L'archivio del futuro, diceva Giambattista Vico, sta nei profondi mari della memoria e nelle sterminate antichità del passato. Bisogna solo non dimenticare.
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