Pur avendo raggiunto una discreta notorietà come giallista, Lucia T. Ingrosso ha deciso di assecondare la sua incredibile esuberanza creativa, scrivendo e dando alle stampe Uomo giusto cercasi (Piemme editore), che rappresenta un’orgogliosa virata verso il genere sentimentale. Mentre i molti ammiratori attendono l’arrivo sugli schermi delle avventure dell’ispettore Sebastiano Rizzo, il personaggio seriale di Ingrosso ha venduto i diritti e per il quale sta collaborando al lavoro di sceneggiatura, nuovi lettori sono pronti a seguirla nella nuova impresa narrativa: "Sono una lettrice di rosa e ho sempre desiderato confrontarmi con questo genere. L’occasione è stata la nascita di mia figlia Stella, che mi ha messo di fronte alla difficoltà di conciliare lavoro e famiglia, amore e carriera. L’esigenza di raccontare queste esperienze, sempre in chiave ironica e positiva, mi ha fatto spostare sul rosa", afferma la scrittrice e giornalista milanese.
È stato difficile piegare la tua scrittura agli schemi del genere sentimentale?
"No, ma ci ho lavorato tanto. Ho letto, sistematicamente, tutta una serie di romanzi rosa Piemme, la casa editrice interessata al progetto, che poi ha pubblicato il romanzo. E’ stato un lavoro piacevole, ma anche istruttivo. Ho interiorizzato tutti i must del genere: racconto in prima persona, protagonista donna di valore ma imperfetta, vari conflitti sia lavorativi che personali… Poi ho voluto aggiungere delle note innovative, come il contesto internazionale, una spruzzata di autobiografia, come la erre “moscia” di Lara, e un pizzico di mistero, da giallista quale rimango".
Chi sono in questo ambito i tuoi riferimenti?
"C’è solo l’imbarazzo della scelta. Io citerei Polly Williams fra le straniere e Stefania Bertola fra le italiane".
Liala? Che ne pensi?
"Da ragazzina, la leggevo. All’epoca mi ricordo che mi divertiva molto. Penso che oggi siano un po’ datati, i suoi libri".
Epperò, Liala ha avuto una vita da romanzo, tra amanti aviatori, l’incontro con D’Annunzio, la tua è altrettanto movimentata e colorata?
"Be’, non a questi livelli. Ho avuto e ho una vita piena e intensa. Ho poi la fortuna di avere tanti amici e di fare la giornalista. Ciò vuol dire che attingo anche alle avventure di altri, senza bisogno di vivere necessariamente tutte le esperienze che racconto".
Riconoscere il partner ideale è facilissimo… poi naturalmente ti innamori di un altro, si legge nella contro copertina del tuo romanzo. Significa che le donne hanno una naturale propensione a frasi e fare del male in amore?
"Quello che volevo dire è che l’innamoramento non scaturisce da una scelta razionale. Non decidiamo chi amare. Per questo, spesso, ci troviamo a sospirare per persone che, anziché semplificarci la vita, ce la complicano. Questo succede a Lara, la mia protagonista, che alla fine decide di seguire la via del cuore. Ciò non significa che non ci siano donne che inseguono sistematicamente uomini sbagliati perché, sotto sotto, non hanno voglia di impegnarsi davvero e non se lo sanno confessare. Ma né io né Lara facciamo parte di questa categoria".
Lara Rebecca Ramones, la tua protagonista, passa di uomo in uomo, come gira di città in città, finché…
"Finché s’innamora, davvero. Naturalmente dell’uomo più impegnativo possibile. Non giusto né sbagliato, perché non esiste un giusto e sbagliato in assoluto. Il fatto di viaggiare e cambiare spesso è però più frutto di una sua fortuna, il poter scegliere, che non di una sua volubilità".
L’immaturità sentimentale è un passaggio obbligato dei nostri tempi?
"Oggi c’è maggior libertà e sono saltati gli schemi. Se una volta una donna doveva sposarsi entro i 25 sennò era una zitella, oggi non è più cosi. Ci si ritrova a 35 anni libere, ma sole. Con molta vita già alle spalle e tante incognite davanti. Il segreto, se ce n’è uno, sta nel prendersi il buono di questa situazione, senza piangersi addosso qualora le cose non vadano come avevamo sperato".
Tv, cinema, libri ci impongono stili di vita che contemplano un terribile fast food sentimentale, un modo di divorare stati d’animo e persone con un accelerazione pazzesca. Come ci si difende?
"Non crescendo troppo in fretta, leggendo e pensando tanto, apprezzando la famiglia e gli amici, scoprendo i propri talenti e le proprie passioni, per esempio. Ma credo ai corsi e ricorsi della storia. E spero in un ritorno del romanticismo".
Anche Agatha Christie pubblicava romanzi rosa, ma sotto pseudonimo… tu non hai avuto remore a “sporcare” la tua notorietà di giallista? E nel tuo prossimo futuro, più giallo o più rosa?
"Non penso che un genere sia migliore degli altri. Io scrivo le storie che amo raccontare, e mi piacerebbe farlo al di là dei generi. Devo dire che i miei lettori mi hanno seguito in questa nuova avventura e, cosa che mi ha stupito, hanno letto Uomo giusto cercasi anche molti miei lettori maschi, proprio perché questo non è un rosa classico e, soprattutto, non mette gli uomini in cattiva luce! Del resto sono giornalista economica, ho scritto libri umoristici, mi sto cimentando con una sceneggiatura: trovo stimolante declinare la scrittura in tante forme diverse. Ciò detto, il paragone con la grande Agatha mi elettrizza. Anche i suoi romanzi rosa erano di grande valore. Il futuro sarà giallo, di sicuro. E rosa, chissà. Ho in mente un’altra storia al femminile, ambientata nel mondo dell’editoria. Ma chissà quando troverò il tempo per scriverla..."
A quando la prossima avventura di Rizzo?
"Il romanzo numero cinque è già pronto. A breve incontrerò la mia editor di Kowalski per pianificarne l’uscita. L’idea è di collocarla strategicamente rispetto alla programmazione della fiction tratta dai miei gialli, in preparazione per Mediaset. Vedere Sebastiano Rizzo in tivù è la realizzazione di un sogno antico. Adesso c’è grande curiosità intorno al nome del suo interprete".
Fonte: tiscali
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