Il petrolio e il gas costituiscono le risorse chiave dell'assetto economico del pianeta. Ne e' convinto Giancarlo Elia Valori, che firma il libro 'Petrolio. La nuova geopolitica del potere', prefazione di Antonio Maccanico (ed. excelsior1881, pp. 248), in libreria dal 27 maggio. Nelle pagine di analisi di questo nuovo saggio, il manager, presidente della Centrale Finanziaria Generale Spa, illustra e analizza in modo accurato, ma accessibile a tutti, la rete di rapporti e strategie che legano Paesi produttori e consumatori.
Valori passa al setaccio quei megatrends che determinano conflitti, divisioni e alleanze spesso ignote e inaccessibili al grande pubblico. Riserve reali o presunte, politiche finanziarie, manipolazioni valutarie, rotte dei rifornimenti, pipelines, ruolo di Israele, dell'Iran, dei Paesi emergenti e del terrorismo islamico. Obiettivi e aspettative di Russia e Cina. Il tutto corredato da dati e carte geografiche che rendono ancora piu' agevole la comprensione del testo.
Analizzare la geopolitica del petrolio e del gas naturale significa comprendere l'architettura e le strutture portanti dell'economia mondiale, con le sue prospettive di sviluppo. Soprattutto oggi, alla luce di avvenimenti epocali, quali le rivoluzioni che hanno investito i Paesi arabi come Tunisia, Egitto, Libia, Siria e Bahrein.
Se il Kazakhistan gioca un ruolo importante nel sistema strategico e economico tra lo Hearthland e i consumatori occidentali, l'Uzbekhistan, legato ai finanziamenti Gazprom, gioca tutte le sue carte per l'export con la Federazione Russa. Valori fa riflettere anche sulla presenza di nuovi paesi produttori di petrolio, destinati a sostituire le fonti medio-orientali. E rimarca che e' il petrolio la variabile strategica che orientaera' le scelte di chi consuma e di chi produce. Una partita che si gioca sullo scacchiere dell'area mediterranea, anello di consgiunzione tra i gasdotti russi e gli oleodotti di un'Africa gia' saldamente cinese.
Scrive nella prefazione Antonio Maccanico: ''La tendenza dei Paesi consumatori a risolvere i propri problemi da soli, senza una strategia comune, completa il quadro esposto che questo studio espone con estrema chiarezza. Laddove, invece, uno sforzo di collaborazione multilaterale, di governance globale e' ineludibile''.
A cominciare dalla strategia comune per aree regionali (Europa, Stati Uniti, Medioriente, Asia) ''e dalla capacita' di costruire una governance globale, come architrave del nuovo ordine mondiale. Importanza decisiva -conclude Maccanico- avranno quindi 'le politiche pubbliche' a livello transnazionale e la capacita' di costruire una governarce globale, come architrave del nuovo ordine mondiale''. La storia ''e' ovviamente lunga e piena d'insidie, ma non presenta alternative''.
Fonte: adnkronos
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