A chi pensava che il rapporto tra i media, la televisione in particolare, e il mondo arabo fosse ancora agli inizi rispetto all’Occidente, l’Asbu (Arab States Broadcasting Union) fornisce queste cifre: 131 canali generalisti, 119 di musica e varietà, 58 per film e fiction, 51 sportivi, 25 economici, 26 solo news, 21 per i bambini, 23 culturali, 12 di documentari, 11 interattivi, 13 religiosi e 4 dedicati al turismo.
Numeri che testimoniano un fattore impressionante di amplificazione di idee non solo nei Paesi arabi, ma anche nelle numerose comunità di immigrati che vivono in Europa. Si apre con questa dettagliata e articolata panoramica dell’etere televisivo dei Paesi arabi, Media e Oriente, libro scritto a quattro mani da Andrea Morigi e Hamza Boccolini, edito da Mursia.
Morigi è giornalista attualmente in forza a Libero, esperto di questioni islamiche. Boccolini è docente di media nel mondo arabo presso l’università Orientale di Napoli. I sette capitoli del saggio di Morigi e Boccolini compongono un mosaico preciso e dettagliato di un mondo in gran parte sconosciuto e diverso dall’Occidente. Dalle pagine emerge con forza la smentita a una sorta di ineluttabilità dello sviluppo della democrazia attraverso la diffusione delle tecnologie di comunicazione di massa; in pratica i due autori, mettendo in fila dati e circostanze di fatto sembrano dire al lettore che dipende dai contenuti veicolati. Dallo stesso mondo vengono i giovani del Cairo che si sono autoconvocati tramite i social network e il filmato amatoriale dell’attivista Vittorio Arrigoni bendato e sanguinante per le botte dei terroristi salafiti che di lì a poco lo uccideranno. La struttura del libro è serrata, il dipanarsi degli argomenti molto rigoroso.
Dopo un quadro generale, gli autori dedicano i capitoli successivi ad altrettante realtà televisive: al Jazeera, al-Arabiya, al Manar, al Aqsa, al Sahab e al Zawraa. Nel finale Morigi e Boccolini denunciano la mancanza di un esame di coscienza sociale del mondo arabo, difficilmente attuabile dal mezzo televisivo. Un’incognita che pesa certamente sul lungo percorso di dialogo tra Occidente e Oriente.
Fonte: tgcom
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