Cosa sappiamo davvero della Cecenia oggi? Che è uno degli inferni del mondo, teatro di una guerra tra le più cruente e devastanti. Bisognerebbe essere precisi e dire di molte guerre, l'ultima delle quali ha avuto eco drammatiche tra il 2002 e il 2004, con i massacri al teatro Dubrovka di Mosca e della scuola di Beslan. Dal 2007 sembra tornata la pace nel territorio martoriato della repubblica autonoma della federazione russa. Dove il potere è gestito, in nome della modernità e con pugno di ferro, dal giovane primo ministro Ramzan Kadyrov, molto legato a Vladimir Putin. Della Cecenia si sa poco altro, tanto che soltanto i meglio informati ricordano il nome di Natalja Estemirova, la cui storia somiglia per molti versi a quella di Anna Politkovskaya. Entrambe assassinate in circostanze ancora tutte da chiarire, entrambe sgradite al potere di Mosca per il loro scrupoloso lavoro per la stampa e a difesa dei diritti umani. Con Cecenia, anno III (edito da Einaudi) il giornalista e scrittore americano Jonathan Littell (ma vive da tempo a Barcellona) torna nella terra in cui era già stato come corrispondente e attivista di organizzazioni umanitarie, per raccontare un orrore più subdolo, strisciante, difficile da individuare.
Tutto ancora da scrivere, anzi, da riscrivere - Come spiega nella prefazione al suo libro, Jonathan Littell ne aveva completato la prima stesura nel 2008, quando gli arrivò la notizia dell'omicidio di Natalja Estemirova. Attivista di Memorial, una delle più importanti organizzazioni per la tutela dei diritti umani nelle ex repubbliche sovietiche, la Estemirova era stata rapita nella capitale cecena Grozny e poi ritrovata morta, uccisa con colpi d'arma da fuoco alla testa e al petto, in un bosco dell'Inguscezia. Più volte il leader ceceno Kadyrov si era dichiarato infastidito dalla Estemirova, la quale aveva ottenuto prestigiosi riconoscimenti internazionali per la sua opera di documentazione e denuncia di stragi e crimini di guerra compiuti dai russi in Cecenia. La Estemirova era stata determinante nell'agevolare il lavoro giornalistico della giornalista Politkovskaya, assassinata nel 2006. Così Littell è ripartito per Grozny e dintorni, raccogliendo fatti, circostanze, testimonianze sugli abusi della "nuova democrazia" di cui si fa garante il giovane Kadyrov.
Un Paese su ordinazione - Jonathan Littel svela il vero disegno dell'asse Putin-Kadyrov nell'insediare in Cecenia un governo contemporaneamentefilo-russo e a forte impronta islamica. Fulcro di questo progetto è il 37enne primo ministro Ramzan Kadyrov, figlio del precedente leader ceceno Achmad, assassinato nel 2004. Il quale è riuscito a imbrigliare in modo disciplinato una violenza che in Cecenia sembrava essere caotica e inarrestabile. Littell ripercorre gli anni in cui era possibile essere uccisi come se niente fosse anche soltanto durante la sosta ad un posto di blocco. Poi svela i complessi rapporti parentali e tribali, rinforzati dalla fede islamica, che sono il nocciolo del potere di Kadyrov, sotto il quale la cooptazione forzata, la tortura, l'omicidio, sono rivolti principalmente a chi "va nella foresta", ovvero diventa un guerrigliero in clandestinità contro il governo, come pure contro esponenti un po' troppo attivi di associazioni come Human Rights Watch. Littell non giudica. Espone i fatti, intreccia le voci, il suo è un reportage di viaggio che dalla Grozny ricostruita con una volgare grandeur pseudo-occidentale di oggi lo porta fino ai villaggi come Sali, in mezzo a boschi e campagne, uno dei posti più pericolosi del mondo. Per raccontare dall'interno la guerra, ora nascosta e per questo più feroce, tra siloviki (le varie formazioni delle forze dell'ordine) e teip (i clan etnico-religiosi). Alla larga dai grandi media, così da poter riempire di nuovi orrori quel grande contenitore indefinito che ci si ostina a chiamare democrazia.
Fonte: tiscali
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