Sei capitoli di narrazione attraverso cui viene fuori il periodo artistico di Peppino di Capri dagli inizi con il batterista Ettore “Bebè” Falconieri nel 1954 circa fino al 1968, anno dello scioglimento del complesso formatosi dieci anni prima col nome “Peppino di Capri e i suoi Rockers”, utilizzato nelle copertine dei dischi 45/33 giri e nei cartelloni per le esibizioni nei locali dal vivo, sia in Italia che all’estero.
Il libro Peppino di Capri e i suoi Rockers di Gianmarco Cilento, pubblicato da Graus Editore con la prefazione del compositore e cantautore Mimmo di Francia, 142 pagine, euro 15,00 è una biografia artistica organica del cantante nel suo periodo di militanza con i Rockers, elemento unico e irripetibile, grande motivo della sua fortuna professionale.
Il volume, molto apprezzato dall’artista caprese e dallo stesso portato recentemente alla trasmissione televisiva “Porta a Porta” condotta da Bruno Vespa, racconta come nasce il piccolo Di Capri, al secolo Giuseppe Faiella, come muove i suoi primi passi nel mondo della musica, e l’arrivo del batterista Falconieri nel 1954. I due formano i “Capri boys” che in seguito diventano quattro. Tra il dicembre 1957 e il giugno 1958 prende il via la formazione definitiva del futuro complesso a Roma, nei night-club di Via Veneto. Arrivano, infatti, il chitarrista Mario Cenci, il contrabbassista Pino Amenta e il saxman Lello Arzilli.
Poi si fa avanti la stagione estiva ad Ischia che consacra il complesso, l’esordio discografico grazie ad un impresario in vacanza nell’isola che nota i cinque ragazzi proponendo loro un contratto discografico per l’etichetta milanese Carisch. Nell’autunno 1958 escono quindi i primi 45 giri e il primo 33 giri che riscuote subito grande successo. Pochi mesi dopo Arzilli lascia il gruppo e viene sostituito da Gabriele Varano, che diventerà una colonna portante per il complesso e per la figura di Peppino di Capri.
Si arriva quindi al biennio 1960/61, alle innovazioni portate dal cantante e dai suoi musicisti nelle innumerevoli discografie, alle apparizioni in film a carattere musicale (i cosiddetti “musicarelli”) e in svariate trasmissioni televisive (molte delle quali irreperibili), alle comparsate live alla Bussola di Viareggio con musicisti quali Chet Baker e Romano Mussolini, e al successo riscosso dalla loro musica napoletana contaminata col Rock ‘n roll, Mambo, Cha cha cha e Bossanova.
(Nella foto: Mimmo di Francia, Peppino di Capri, Gianmarco Cilento)
Ed ecco poi il lancio del Twist attraverso il brano “Let’s twist again”, cover del pezzo di Chubby Checker, che riscuote un grandissimo successo di vendite (oltre un milione di copie vendute). Seguono “St. Tropez Twist”, “Don’t play that song”, “Speedy Gonzales”, “Non ti credo” (con il quale vince il Cantagio 1963).
Si tracciano inoltre le sperimentazioni del cantante e dei Rockers tra il 1964 e il 1966 con nuovi generi, in un periodo musicale irripetibile dove la moda è in continuo fermento: Peppino e i musicisti si affacciano anche al Surf, al Beat e allo Ska, variante del Reaggeton. Nel 1965 celebre il loro aiuto come apripista dell’unica tournée italiana dei Beatles.
Il libro affronta infine la crisi artistica di Peppino e dei Rockers che già nel 1966 segnalano un calo di vendite, il diradamento di apparizioni televisive, il riscontro economico per i musicisti sempre più basso. In quel periodo Peppino si esibisce per la prima volta al Festival di Napoli (1966) e al Festival di Sanremo (1967). Quando però la crisi raggiunge il culmine, lo scioglimento della formazione è inevitabile. Peppino di Capri e i suoi Rockers si separano nel marzo 1968. Il cantante recluta i quattro “Novelty” di Fausto Leali, da poco staccatisi dal cantante bresciano. Non trovandosi però a suo agio con il bassista e il batterista decide quindi di richiamare i musicisti della formazione precedente creando quindi dalla miscela tra questi e l’organista e il chitarrista dei Novelty la nuova formazione “Peppino di Capri e i New Rockers” che sarà conseguenza della futura rinascita professionale del cantante campano.
Nonostante la lunga carriera artistica di Peppino di Capri, questa monografia si ferma allo scioglimento del primo complesso per una ragione specifica. Peppino non è da considerare un solista assoluto, in quanto nel decennio che ha maggiormente caratterizzato il suo personaggio musicale, appunto gli anni Sessanta, molta della sua fama di interprete e di arrangiatore si lega indissolubilmente al merito dell’eccellente collaborazione coi Rockers.
Perciò, sebbene la parte complessiva affrontata in questa sede sia solo un sesto della carriera discografica effettiva dell’artista, essa è in realtà la più importante.
Cilento affronta l’argomento da un punto di vista scientifico, ma anche critico e investigativo, basandosi sulle fonti autorevoli e collaudate presenti in bibliografia.
L’autore
Gianmarco Cilento vive a Roma, dove studia e si occupa di critica cinematografica. Laureato in Arti e Scienze dello Spettacolo alla Sapienza, collabora con le testate Dasscinemag e Il Marsili Notizie. I suoi principali interessi sono rivolti allo studio della Storia del cinema, dei New media e della Musica popolare internazionale.
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