S’intitola “Sorella Mafia. Le ragioni di Cosa Nostra” (Mediter Italia Edizioni, pagg. 223, Collana Analisi e Documenti) il nuovo libro di Victor Matteucci, la cui analisi è, in gran parte, focalizzata sull’Italia, intesa come un laboratorio avanzato di ricerca e sviluppo delle tecniche di gestione dei conflitti sociali, con una sovranità limitata e una questione meridionale che ha la funzione di colonia o di terzo mondo interno.
Secondo l’autore, «la collaborazione tra Stato e criminalità organizzata, in Italia, per ragioni storiche specifiche, è stata particolarmente necessaria e strategica, a partire dall’Unità d’Italia e fino ai giorni nostri».
«Salvatore Borsellino ha più volte dichiarato che il Presidente Napolitano fosse il garante del Patto-Stato-Mafia. A conferma di questo ruolo, secondo Borsellino, vi sarebbero, sia la circostanza secondo cui l’ex ministro Mancino si fosse rivolto a lui per avere garanzie di protezione, sia il fatto che il Presidente Napolitano, in seguito, avesse chiesto, e ottenuto, la distruzione delle intercettazioni riguardanti le conversazioni intercorse con Mancino. Questo episodio controverso - si legge nell’introduzione dell’autore -, insieme alla sentenza in cassazione della trattativa Stato-Mafia, sono solo gli ultimi episodi di una lunga serie di vicende, utili a dimostrare, che l’idea, secondo la quale, riguardo alla questione criminale, vi siano, da parte dello Stato, solo singolari responsabilità, occasionali collusioni, individuali complicità deviate da parte di taluni esponenti dei servizi, o della massoneria, che agiscano a puro titolo personale, è falsa».
Un saggio che fa luce su uno scenario nel quale «in Italia - scrive Matteucci - questa condizione di sussidiarietà tra Stato e Mafia, e questa commistione tra capitali privati legali e illegali che è locale e globale, da un lato è inevitabile, dall’altro è irreversibile».
Partendo dalla nozione di Marx, secondo cui “il criminale produce”, l’autore sviluppa un’analisi in cui dimostra che la mafia, sul piano economico, è stata ed è una risorsa necessaria e strategica insostituibile per la massa di capitali di cui dispone e che immette nel circuito economico e finanziario, tanto da incidere per circa l’11- 13% sul PIL; sul piano politico, in cambio della garanzia e dei servizi che offre nella conservazione degli equilibri di potere, ha potuto sottrarre la sovranità allo Stato in molte regioni meridionali dove, ormai, governa come uno Stato nello Stato; sul piano culturale, la mafia utilizza gli stessi criteri della rendita e del parassitismo che ha mutuato dall’aristocrazia e dalla borghesia meridionale; sul piano sociale, infine, oltre a garantire l’ordine pubblico, la mafia assicura un’inclusione di massa con il reimpiego degli scarti e degli esuberi dal sistema produttivo, sia sul mercato illegale, sia sul mercato legale dove si è infiltrata con le sue imprese e le sue attività.
Perciò, sottolinea Victor Matteucci, «a causa del capillare controllo sociale e del territorio, per l’incidenza e la rilevanza economica di questi capitali illegali, da cui non si può più prescindere, siamo al punto che, senza la collaborazione della criminalità organizzata, l’Italia oggi sarebbe incontrollabile socialmente, ingovernabile politicamente e insostenibile economicamente».
Un libro senza dubbio scomodo e destinato a produrre polemiche, “Sorella Mafia. Le ragioni di Cosa Nostra”, ma, sempre secondo l’autore, “in certi periodi storici nel dire la verità si rischia di risultare eversivi e questo è proprio uno di quei periodi”.
L’Autore
Victor Matteucci (Caracas, 1959), è autore di varie pubblicazioni e articoli su tematiche inerenti al sud e ai sistemi clientelari, alla criminalità organizzata, all’esclusione sociale, alla critica al capitalismo.
Sullo stesso argomento: Abruzzo isola felice, Il suicidio Fabrizi, Pescara da mangiare.
Altre pubblicazioni dello stesso autore:
“Sorella Mafia. Le ragioni di Cosa Nostra” è disponibile in libreria e in tutte le piattaforme online.
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