C’eravamo lasciati nel 2008, quando Antonella Piperno e Piero Valesio diedero alle stampe “E vissero felici e lontani”, la cronaca di un amore vissuto a distanza. Ci ritroviamo sempre con gli stessi autori nel 2010 e, sempre edito dalla Giulio Perrone Editore, con il sequel “E vissero vicini e (s)contenti”. Nel 2008 erano PAD (partner a distanza), vivevano in due città divise da “600 provvidenziali chilometri”.
Decidono, due anni dopo, di diventare PAV (partner assolutamente vicini) andando a convivere. Chiara e Luca fanno il grande passo, ognuno dopo avere fatto i conti con i propri se e i propri ma... I rispettivi difetti emergono scabrosi e sfrontati agli occhi dell’altro, fino a diventare PARV (partner a rischio vicinanza), fino a perdere e ritrovare – con alternanza che sembra casuale ma forse così non è – le motivazioni che li hanno spinti a fare il grande passo e che li hanno condotti alla convivenza. Antonella Piperno e Piero Valesio entrano nel mondo della coppia e lo fanno con ironia e una emotività particolare, quasi fredda e ragionata. Entrambi i partner, protagonisti del libro, cercano di ritagliarsi spazi propri, sanciscono regole personalissime che, a vicenda, si sforzano di comprendere ma raramente condividono, mettendo in risalto l’eterno progredire e regredire degli equilibri all’interno della coppia, rendendo omaggio – a modo loro – alla quotidianità dell’amore, facendo emergere piccole fobie, piccole manie e piccoli grandi difetti che, di fatto, riguardano tutte le coppie del mondo. Sospetti, gioie, certezze e dolori, obiettivi comuni e delusioni, tutto questo fa parte della vita e, della vita, fa parte anche l’amore. Un libro gustoso, da tenere in mano sotto l’ombrellone e da godere tutto d’un fiato.
E vissero felici e (s)contenti. La “s” tra parentesi vale come un “salvo errori od omissioni”? Come dire: contenti a corrente alternata?
E’ proprio così. Chiara e Luca (perché in questo secondo libro, a differenza del primo, c’è molta finzione, ci stacchiamo molto da noi, tant’è che nella vita vera viviamo ancora separati, una a Roma e l’altro a Torino) da una parte sono felici di stare finalmente insieme perché si amano davvero, dall’altra sono messi a dura prova dalla convivenza.
Uomo e donna come sole e luna. Perché ogni lei si ostina a credere che il suo partner sia sempre sulla sua stessa lunghezza d’onda? Perché ogni lui crede che la sua lei, in fondo, sia caratterialmente un “maschiaccio”? Non abbiamo ancora capito che uomini e donne (grazie a Dio) non sono uguali?
E’ proprio questo l’errore. Credere di potersi fondere rinunciando spesso alla propria personalità. Nella coppia invece bisognerebbe fare lo sforzo di evitare di pensarsi sempre come un «noi» conservando, invece, l’io.
Sappiamo che in Italia il 51.7 % dei matrimoni finiscono con un divorzio. Se ci fosse la statistica delle “convivenze interrotte”, quali sarebbero i numeri?
Sicuramente molte di più considerando che rispetto al divorzio l’interruzione della convivenza non prevede neanche il fastidio dell’avvocato e delle carte bollate.
Un rapporto da coltivare, la vita professionale, i lavori domestici... Quanto resta per sé o, meglio, quanto resta di sé all’interno di una coppia?
Molto poco ma bisogna combattere molto per conservare i propri spazi. Altrimenti si scoppia.
Quando eravate PAD il treno che vi allontanava uno dall’altra era un piccolo trauma. Da PAV qual è o quali sono i piccoli traumi?
Ricordando che abbiamo soltanto immaginato di essere Pav, diremmo che le cose più traumatiche sono il lavaggio dei piatti e la spesa, le incombenze quotidiane insomma.
Dialogo, dialogo e ancora dialogo. In apparenza sembra questo il segreto per tenere viva una relazione. E’ l’unico segreto? Voi, per ravvivare la fiamma, cosa fate?
Noi cerchiamo di mantenere intatto il nostro spirito giocoso. Divertirsi insieme, scherzare, sono ingredienti necessari per una coppia. Quando arriva la noia è davvero finita.
Quanti Chiara e quanti Luca ci sono, nel vostro libro? Mi sembra di capire che non ci sia soltanto il vostro vissuto di coppia, giusto?
Sono tanti: vissuti di amici, amiche, parenti e colleghi ben mixati insieme.
L’amore va sul web. Un blog (www.evisserofelicielontani.net) e una pagina Facebook dedicata alle vostre opere letterarie... come ci si sente a rendere pubblica la propria vita amorosa?
Nessun problema considerando che tutte le vite sentimentali hanno parecchie cose in comune.
I progetti futuri di Antonella Piperno e di Piero Valesio?
C’è in programma un terzo romanzo a quattro mani e questa volta pensiamo a un giallo.
Giuditta Mosca
Fonte: redazione palermomania.it
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