Gli anni Ottanta sono stato gli anni della grande fuga: dall’impegno di massa, dall’ideologia, ma anche dai bisogni, dalla vita reale. La canzone non fa eccezione. Diventa leggera, ballabile. Soprattutto da vedere. In tv spopola “Mister Fantasy”, autentico programma di tendenza. E sulle neonate reti Mediaset con il Telegattone della Superclassifica show siamo già in pieno clima di video ridens.
Se si esclude l’inconsistenza genetica della pop music, quella danzerina e fine a se stessa della disco, la new wave del rock anni Ottanta è fatta soprattutto di elettronica, contaminazione di linguaggi, sperimentazioni, spesso e volentieri alquanto improbabili.
Il testo è un pretesto, il “messaggio” demodè. Qualcosa di scomodo, di opprimente. Un ricordo sbiadito nel tempo. Disimpegno, signore e signori. Tutto il resto è noia, come canterebbe qualcuno.
L’unico contro-canto è dato dai cantautori, di vecchia e nuova generazione. I soli ancora in grado di intendere e di volere. Capaci di raccontare il Paese dal suo lato vero e, molto spesso, peggiore.
Il libro di Mario Bonanno raccoglie le istantanee, politiche, di costume, e musicali degli anni Ottanta.
Il decennio della ri-nascita di Jannacci, grazie anche alla mirabile Quelli che. Della piena maturità di Fossati, capace di traghettare il sound facile-facile di La mia banda suona il rock verso i climi reggaeggianti di Panama, quindi ben oltre. Il decennio dello stupefacente Aguaplano di Conte, degli Scacchi e tarocchi degregoriani. E anche delle belle promesse diventate realtà: Mimmo Locasciulli, Mario Castelnuovo, Sergio Caputo (autentico “fotografo” degli Ottanta).
Senza dimenticare Vasco Rossi, che proprio all’alba del decennio in oggetto, comincia a convincere e a straripare, in forza di una vena rock-nichilista che seduce una generazione di “sconvolti senza santi nè eroi”.
Ma gli anni Ottanta sono stati anche - soprattutto - gli anni di Franco Battiato (delle sue tastiere mobili e trascinanti, accanto ad echi di musica sinfonica, citazioni colte ed altre popolari). E della sua factory, comprendente artisti dello spessore di Alice, Giuni Russo, Milva, Camisasca, Giusto Pio.
La canzone d’autore al tempo del riflusso è stata questo e - probabilmente - molto altro.
In fin dei conti, tra le cose più vere di dieci anni di plastica
Mario Bonanno (Catania, 1964) è autore di numerosi saggi sul cantautorato italiano. Suoi articoli sono apparsi, fra gli altri, su “Duel”, “Anna”, “Diario”, “left”, e sui quotidiani “Terra” e “La Sicilia”.
Ha fondato e diretto per Bastogi il periodico “Musica & Parole”.
Fonte: redazione palermomania
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