Gli studenti che oggi scendono in piazza contro l'ennesima "cieca" riforma universitaria "concepita nei corridoi dei palazzi", lontana miglia da quelle che ritengono essere le sostanziali esigenze della formazione - dialogo, condivisione, impegno reciproco, cultura al servizio della società, istruzione al servizio della democrazia -, grande ispirazione troverebbero tra le tavole di Andrea Pazienza. I tempi di Paz, così amava firmarsi il geniale fumettista marchigiano (di padre pugliese) morto a soli 32 anni per overdose, erano quelli della Bologna post sessantottina delle radio libere, dei cortei, degli agguati fascisti, degli spacciatori e delle cariche della polizia. Gli scontri del 14 dicembre a Roma li hanno quanto meno evocati.Le straordinarie avventure di Pentothal, opera prima dell'artista, data nuovamente alle stampe da Fandango (136 pagine, 20 euro), è un viaggio onirico nelle illusioni e nel disperato disincanto di un'intera generazione. Il tipico tratto a matita traccia piccoli universi confusi e illogici concatenati gli uni agli altri, accostati da un linguaggio estremamente espressivo "fatto di slang, sgrammaticature e onomatopee" che ben rendono il senso disordinato delle storie di Pentothal, questo antieroe, alter ego dello stesso autore. Linguaggio che si fa stile di vita per un ragazzo e per una generazione, dicevamo, in un universo avulso dall'essenza politica di una città e più ampiamente di uno Stato."Quello che resta molto vivace e ha ancora un rilievo che ha superato l'orizzonte degli eventi di quegli anni - scrive Enrico Palandri nell'introduzione - è il protagonismo di Pentothal, che parla di giovani che erano già allora piuttosto diffusi in tutte le città dell'Europa occidentale ma che in Italia erano scandalosi". Ragazzi "che hanno avuto esperienze di droghe - scrive ancora - di isolamento, alienati dal mondo adulto". E' l'Italia della Dc, delle permeanti influenze americane, del Pci "granitico" ed essenzialmente filosovietico. Un'Italia fatta di P2 e di Gladio, Vaticano e pregiudizi, sempre pronta a giudicare e scagliarsi contro i suoi figli "non conformi". Pazienza idea Pentothal a soli 21 anni quando, iscrittosi da poco al Dams, fa la conoscenza di altri artisti quali Pier Vittorio Tondelli e Roberto "Freack" Antoni, esponente di punta del rock demenziale e leader degli Skiantos. Un film postumo firmato nel 2001 da Stefano Mordini dal titolo Paz! ne celebra il genio già pesato nelle pubblicazioni comparse, tra gli altri, su Frigidaire (mensile ideato dallo stesso fumettista) e raffigura il protagnista che, alle prese con l'immagine surreale della vita universitaria del '77 - "Maledette visioni! Venirne fuori, bisogna, e presto!". "Che fattanza!" - si cimenta nella stesura di quello che sarà poi il suo capolavoro, Pentothal, appunto. Scrive Palandri che "per capire questo mondo bisogna vedere un mondo abitato da Dei, la morte a fianco alla vita e non come qualcosa di inguardabile, e ricordare per Andrea Pazienza i versi di Menandro: muore giovane chi agli dei è caro".
Fonte: tiscali
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