Più di 40 rappresentanti di gabinetto, fra cui ministri importanti, da martedì hanno rassegnato le loro dimissioni dal governo di Boris Johnson. L'ultimo a lasciare, in ordine di tempo, è il ministro per l'Irlanda del Nord, Brandon Lewis. Il suo messaggio al premier: il governo richiede "onestà, integrità e rispetto reciproco".
Johnson però, almeno per ora, non ha intenzione di mollare: ai ministri ha infatti detto che non si dimetterà, sostenendo che la sua uscita dal governo causerebbe "caos" e vedrebbe "i conservatori quasi certamente sconfitti" alle prossime elezioni. "Questi ultimi due giorni hanno tolto a Boris Johnson gran parte della sua autorevolezza, ma non ancora il suo lavoro" riassume la Bbc.
Le dimissioni a raffica sono arrivate dopo l'ennesimo scandalo che ha investito Johnson, vale a dire il caso del vice 'chief whip' Christopher Pincher, con la storia di festini ad alto tasso alcolico e molestie sessuali nei confronti di giovani uomini alle spalle che il Premier avrebbe ignorato, facendo finta, ancora una volta dopo il partygate, di non saperne nulla.
Fra gli scenari possibili, oltre alla convocazione di elezioni anticipate ventilate dal Premier alle strette, la possibilità di cambiare le regole per la sfiducia (introdurre la possibilità di chiederne una nuova prima di un anno) e riproporre questo passaggio.
Dovrebbero arrivare in giornata le dimissioni di Boris Johnson da leader dei Conservatori. E' quanto rendono noto i media della Gran Bretagna, spiegando che manterrà il suo incarico di premier fino all'autunno: in estate infatti i Tory sceglieranno il suo successore ed entro l'autunno dovrebbe venir nominato il nuovo primo ministro britannico.
Fonte: Adnkronos
Fonte Immagine: Depositphotos
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