Cinque anni fa un uomo vestito di bianco bussava alla porta di un appartamento alla periferia di Roma. Era Papa Francesco. “Oggi vi chiedo perdono per tutti i cristiani, i cattolici, che hanno abusato di voi. Vi chiedo perdono perché non ho pregato abbastanza per voi, per questa schiavitù”. Sono queste le commoventi parole che Papa Francesco ha pronunciato nel corso della visita sorpresa a venti ragazze salvate dal racket della prostituzione schiavizzata, accolte dalla Comunità Papa Giovanni XXIII fondata dal Servo di Dio don Oreste Benzi, che ha incontrato il 12 agosto 2016, in occasione della sua iniziativa giubilare “Venerdì della Misericordia”.
Il Giubileo della Misericordia
Era appena iniziato l’Anno Santo straordinario indetto da Papa Francesco, il Giubileo della Misericordia che lasciò sorpreso il Vaticano e tutti i Vescovi del mondo che non si aspettavano una tale iniziativa del Pontefice. Il mondo cattolico accolse questo evento con grande gioia. Era Papa Bergoglio a coinvolgere in prima persona i credenti trasmettendo l’importanza della Misericordia con queste parole pronunciate nel giorno dell’annuncio del giubileo attraverso la promulgazione della bolla pontificia “Misericordiae Vultus“: “È mio vivo desiderio che il popolo cristiano rifletta durante il Giubileo sulle opere di misericordia corporale e spirituale. Sarà un modo per risvegliare la nostra coscienza spesso assopita davanti al dramma della povertà e per entrare sempre di più nel cuore del Vangelo, dove i poveri sono i privilegiati della misericordia divina. La predicazione di Gesù ci presenta queste opere di misericordia perché possiamo capire se viviamo o no come suoi discepoli. Riscopriamo le opere di misericordia corporale: dare da mangiare agli affamati, dare da bere agli assetati, vestire gli ignudi, accogliere i forestieri, assistere gli ammalati, visitare i carcerati, seppellire i morti. E non dimentichiamo le opere di misericordia spirituale: consigliare i dubbiosi, insegnare agli ignoranti, ammonire i peccatori, consolare gli afflitti, perdonare le offese, sopportare pazientemente le persone moleste, pregare Dio per i vivi e per i morti”.
I Venerdì della Misericordia
Tra le sorprese più emozionanti di Francesco emersero i Venerdì della Misericordia: dei veri e proprio blitz che il Santo Padre decise di realizzare ogni mese andando a visitare qualche realtà di accoglienza dei poveri ed esclusi. “Così abbiamo visto il papa arrivare all’improvviso in quell’appartamento della periferia di Roma – racconta don Aldo Buonaiuto, fondatore della testata online In Terris e sacerdote della Comunità Papa Giovanni XXIII da anni impegnato nella lotta per contrastare la piaga della tratta di esseri umani e della prostituzione schiavizzata -. Fu una giornata indimenticabile. Papa Francesco sorprese il mondo con un Giubileo Straordinario della Misericordia, di una portata straordinaria che forse si comprenderà soltanto nei prossimi decenni”.
Durante i Venerdì della Misericordia, spiega don Aldo, il Papa è uscito dal Vaticano per andare incontro ai più disagiati, ai più sofferenti, agli emarginati. “Ha scelto così di incontrare anche le donne vittime della tratta e della prostituzione schiavizzata. Tramite mons. Rino Fisichella ha organizzato l’incontro che doveva essere riservato, nessuno doveva conoscere l’intenzione del Santo Padre – racconta -. Insieme al responsabile della Comunità Papa Giovanni XXIII, Giovanni Paolo Ramonda, abbiamo preparato questo incontro al quale hanno partecipato una ventina di ragazze giovanissime ridotte in schiavitù, alcune con i figli appena nati. Donne che avevano già tanto sofferto, alcune di loro oggetto di violenze e torture da parte dei loro aguzzini. Mai avrebbero immaginato di incontrare il Papa”.
La chiamata
“Non potevo mai immaginare una chiamata del genere – inizia don Aldo nel ricordare quel giorno – dove Monsignor Rino Fisichella mi convocava per un incontro riservato”. “Il Santo Padre desidera incontrare le giovani donne vittime della tratta e vuole andare di persona in una vostra casa a trovarle”. La visita avverrà il 12 agosto 2016 e resterà impresso nel cuore di quelle donne ma anche del Pontefice che in diverse occasioni ricorderà quell’incontro anche durante convegni internazionali con i giovani e anche definendo in una intervista concessa a TV2000 quello come l’incontro che più lo impressionò e commosse nell’Anno Santo della Misericordia.
Un campanello che suona
“Ormai era tutto pronto – rivela don Buonaiuto – avevamo preparato le ragazze accolte dicendo che veniva a visitarle un cantante famoso e che si dovevano ritrovare tutte insieme nel salone di casa. Ricordo l’emozione e la curiosità di queste giovanissime che provavano ad indovinare quale potesse essere il cantante…ma non potevano mai immaginare che il personaggio era totalmente diverso. E io dovevo mantenere la riservatezza che mi era stata chiesta verso chiunque. Nel primo pomeriggio suona il campanello e andiamo ad aprire la porta con Bianca, operatrice della casa insieme a Giovanni Paolo Ramonda il responsabile generale. Era il Papa, con un grande sorriso e pieno di tenerezza e docilità ci fa sentire subito a nostro agio. Fra gli altri era accompagnato dall’allora Comandante della Gendarmeria ed oggi presidente di Eni Foundation e delle Misericordie d’Italia, Domenico Giani che ricorda quel momento come uno dei più toccanti dei suoi tanti anni di servizio ai Papi. Lo portiamo nel salone e le ragazze non potevano credere ai loro occhi. Il Papa era lì, proprio per loro, il Vicario di Cristo in persona era andato a far visita alle donne invisibili, considerate da troppe persone degli oggetti da usare e gettare…persone sfruttate e beffeggiate da chiunque, giovanissime diventate schiave”.
L’ascolto, il pianto e gli abbracci
“Sono stati tanti i momenti commoventi di quell’incontro – ricorda don Aldo – e fu veramente impressionante vedere il Santo Padre così concentrato e immerso nell’ascoltare le drammatiche storie delle singole ragazze e poi alzarsi ogni volta per andare ad abbracciare, piangere insieme e il suo desiderio di capire, chiedere e approfondire. Il Papa era lì con tutto se stesso, con il cuore. Non era un incontro formale ma si respirava che Sua Santità voleva stare con loro mettendo proprio loro al centro dell’incontro. Tra l’altro il Papa si mise anche a servire le bevande creando direttamente con loro un empatia straordinaria. Ad un certo punto per spezzare l’ascolto di certi momenti di grande dolore presi la chitarra per fare insieme un canto in spagnolo e fu molto bello sentire che anche il Papa cantava insieme a noi“.
Vi chiedo perdono
Altri momenti di quell’incontro li conserviamo dentro il nostro cuore ma la sua richiesta di perdono non si può dimenticare. “Io vi chiedo perdono per tutti i cristiani, i cattolici che hanno abusato di voi e anche perdono da parte mia di non aver pregato tanto per voi e per questa schiavitù. Perdono per una società che non capisce. Perdono per i governanti che se ne infischiano di questo. Per il Signore ognuna di voi è importante, per Dio ognuna che ha sofferto sulla croce e voi avete sofferto sulla croce. di voi ha la faccia del suo Figlio sofferente, Vi chiedo perdono per i credenti, i cristiani che vi hanno abusato e vi dico di guardare avanti. Guardate avanti, davanti a voi c’è l’orizzonte, la speranza. Il Signore vi ha fatto sentire quella parola, quella domanda ‘quanto soffri?’. Il Signore con questi fratelli e sorelle che lavorano vi ha aiutato. Grazie del coraggio che avete avuto. Grazie di guardare la vita con speranza e pregate per me perché io possa dire le cose giuste e dare le bastonate giuste. Grazie tante”, sono le parole che il Pontefice ha rivolto a quelle giovani donne, come don Aldo Buonaiuto racconta nel suo libro “Donne Crocifisse. La vergogna della tratta raccontata dalla strada” (edizioni Rubbettino, 2019), la cui prefazione è stata scritta proprio dal Santo Padre.
“La sua visita ha felicemente scioccato queste figlie di Dio dimenticate da tutti ma non dal Santo Padre che le ha abbracciate e ascoltate con un’umanità tangibile – dice don Buonaiuto nel suo libro -. Bergoglio ha proprio scelto di fare visita in una nostra umile dimora nelle periferie di Roma, in quelle periferie dell’esistenza dove la persona è soltanto usata per soddisfare i propri perversi istinti e poi gettata ai bordi dei marciapiedi. È stata impressionante la sua capacità e il profondo desiderio di ascoltare i drammi di queste creature. Anna dalla Moldavia ha raccontato piangendo l’orrore subito sulle strade, il suo essere venduta, violentata e torturata fino all’estremo; così Stefania che ha anche mostrato al Papa le cicatrici impresse nel suo corpo con le orecchie tagliate dai magnaccia”.
La testimonianza di una delle ragazze
“Non potevo credere ai miei occhi, non avevo parole – racconta Stefania, il nome è di fantasia, una ragazza vittima della tratta e accolta dall’Apg23 -. Don Aldo ci aveva detto che voleva farci una sorpresa, che voleva farci incontrare un cantante famoso. Ma poi ho visto Papa Francesco. Il mio cuore batteva forte nel petto. Ero tanto emozionata e se ci penso, ancora oggi, dopo cinque anni, mi tremano ancora le gambe“.
“Papa Francesco mi ha detto: ‘Se qualcuno ti dice che Cristo non è risorto, tu gli puoi dire che Cristo è risorto perché tu ne sei testimone‘” racconta Stefania. Lei è arrivata dalla Romania quando aveva appena 18 anni. I suoi vicini di casa le avevano offerto un lavoro in Italia come babysitter così avrebbe potuto aiutare i suoi genitori economicamente. Erano molto poveri e a volte mancava anche il cibo.
Una volta arrivata in Italia l’amara sorpresa. Le hanno dato un abitino succinto e la hanno obbligata a prostituirsi. Lei non voleva, per questo l’hanno picchiata e torturata per giorni prima di rimandarla in strada. Nonostante le sue condizioni fisiche fossero evidentemente disastrose c’è stato chi si è fermato per comperare del sesso. E’ stata salvata da don Aldo e dai volontari della Comunità Papa Giovanni XXIII, che si sono presi cura di lei fino a farla rifiorire sia nel corpo che nello spirito.
Vivere con gioia e speranza il futuro
“Vivete con speranza e gioia il futuro che vi attende“, ha detto Papa Francesco congedandosi dalle ragazze, ma non prima di aver salutato personalmente uno per uno tutti i presenti. Parole semplici ma dense di significato: come la mano di un padre che si appoggia sulla spalla del figlio e lo spinge, incoraggiandolo, verso il futuro.
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