Pochi giorni fa è scomparsa Inge Feltrinelli, geniale ed effervescente manager editoriale. I giornali ne hanno ampiamente riconosciuto le doti e i meriti, riportando ricordi e fatti che hanno reso singolare la sua vita, a partire dal tragico episodio del marito, terrorista approssimativo, che moriva mentre tentava di fare esplodere un traliccio. Inge era in effetti un personaggio fatto per le più ampie aperture, che s’appassionava al diverso, che gradiva l’incontro facile, senza preconcetti o preclusioni. Da qui i rapporti di calda amicizia con i suoi scrittori, ma anche la sua immediata familiarità con quanti, anche poco noti, casualmente le destavano interesse e motivo di dialogo. Accadde anche col qui scrivente che ebbe un ripetuto invito in Via Andegari a Milano, ov’era il suo covo d’azione, invito che nella lunga attesa di motivazioni, ovviamente si vanificò nel tempo.
Una foto dell'evento. Il 1mo a sinistra è il prof. Elio Giunta
Venne a Palermo su mia sollecitazione, ospite all’Hotel delle Palme, ove avevo organizzato un convegno di due giorni col titolo Il Gattopardo venti anni dopo. Incontrandomi, mi fece delle rimostranze, ma passò tosto al largo sorriso e alla cordiale familiarità: - Che mi hai combinato! Ieri sono stata costretta tutto un pomeriggio, per ore e quasi al buio, a bere champagne e sorbirmi le lagnanze della baronessa Wolf-Stomersee per non essere stata invitata.
Difatti era successo che, dato il discorso critico che si voleva fare sul Gattopardo, bisognava evitare ogni forma di commemorazione e quindi mi si consigliò di escludere la presenza della baronessa-moglie, personaggio noto come alquanto invadente, col quale il convegno avrebbe preso altra piega.
Sedevano al tavolo della discussione studiosi di letteratura non compromessi con le polemiche ideologiche che avevano accompagnato l’uscita del celebre romanzo e che, nonostante il successo, in parte ancora continuavano. Eravamo nel marzo del 1978. L’opera era stata pubblicata nel ‘58 poco dopo la morte dell’autore, e fu felice intuizione editoriale, dovuta all’intelligenza dello scrittore Giorgio Bassani, amico della Feltrinelli, che la patrocinò. Ma essa veniva a costituire uno snodo non solo nella letteratura ma nella concezione globale della cultura italiana. Vigeva nelle Università, e quindi nell’editoria, il predominio di una visone culturale elitaria dichiaratamente di sinistra, ancorata cioè ad un’ideologia marxista di risulta; mentre il Gattopardo poggiava viceversa su un clima di crisi esistenziale, di rivalutazione dell’individuo, di polemica nei confronti dei valori della storia. Sicché, dietro il rifiuto dei Vittorini, sia per Einaudi che per Mondadori, che giudicò il Gattopardo opera arcaica e decadente, seguivano i giudizi di tutto un’intellighenzia di sinistra, da Alicata a De Castris a Asor Rosa; mentre, e sempre solo per fare qualche nome, venivano i complimenti a Feltrinelli, con ogni valutazione positiva, oltre che da Bassani, anche da critici e poeti come Carlo Bo, Montale e Luzi.
Come stavano dunque le cose? Con quali argomenti spiegare il successo del libro che aumentava sempre più in Italia e all’estero, anche per il film che di recente ne aveva fatto Visconti? Con queste domande si dava luogo a quel convegno. E il ricordo della Feltrinelli, che pure ne fu partecipe e animatrice, comporta il ricordo di quell’esperienza e quindi il ricordo di quei tempi di fervidi dibattiti culturali. Allora non c’erano ancora le librerie salotto o megastore, erano tempi di formazione, ma nei quali Palermo, senza vanto di essere capitale, gestiva i primi piani del dibattito culturale in Italia, proponendo e revisionando.
Elio Giunta
La Redazione di Palermomania.it ringrazia il prof. Elio Giunta per la condivisione di questo personale ricordo.
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