Forti polemiche sta suscitando il vendutissimo libro di Roberto Vannacci, valoroso generale delle nostre Forze Armate, dal cui titolo - Il mondo al contrario -, e soprattutto dall'indice di cui si compone (ben dodici corposi capitoli su altrettanti temi caldi in cui si dibatte l'Italia di oggi: dal pianeta lgbtq+++ alla società multiculturale e multietnica, dall'ambientalismo all'animalismo, l'energia, la casa, la famiglia, la Patria, la sicurezza, le tasse...), si poteva già prevedere che il Generale avrebbe agitato un po' lo stagno del pensiero unico.
La reazione dei monopensanti non si è fatta attendere da opinionisti a corto di letture e dediti a condannare il reprobo. Tra questi spiace annoverare anche Crozza che al suo ritorno settembrino in tv non si è discostato più di tanto da quelli accorciando maldestramente parte della pagina 89 in cui Vannacci, a Parigi con la famiglia nel 1975, scrive che approfittava dell'affollamento nei tram per toccare le mani delle persone di colore alfine di tastarne rugosità e durezza delle pelle. Il brano è tagliato nelle parti in cui è evidente che lo scrittore parla di sé fanciullo curioso di 7 anni (Vannacci è nato nel 1968); altro strafalcione, citato dal quotidiano Leggo: "Omosessuali non siete normali, io erede di Giulio Cesare". La seconda parte della frase si riscontra a pag.110 del quarto capitolo, la prima a pag. 243 del nono! Bene. Detto questo, e dato a Cesare quel che è di Cesare - a proposito: Vannacci accusato di omofobia è stato definito "ignorante" per non sapere, a detta dei detrattori, della omosessualità dell'imperatore romano all'atto di citarlo a proprio favore. Non si sono accorti costoro che tra i citati eccellenti figurano anche Leonardo e Michelangelo? Dunque, chi è meno ignorante scagli la prima pietra!-, Il mondo al contrario è un libro importante che va letto perché coinvolge tutti nella discussione.
Il Generale in oltre trecentocinquanta pagine ci offre una meditata e colta ricognizione a 360° del paese Italia argomentando con un notevole apporto di documenti, statistiche ed esperienza personale la necessità din un cambiamento di rotta della nazione guidato da una scienza utilizzata con buonsenso; e "Buonsenso", non a caso, è il titolo del primo capitolo nel quale si traccia il filo rosso di una visione dell'Italia odierna più attenta al recupero di quei valori in mancanza dei quali siamo poco degni di definirci umani. La Natura, di cui tutti siamo parte in causa, non è ideologica, sconosce i diritti - afferma -, non è etica. E' selettiva. L'uomo non può prescindere dalle sue leggi che alcune minoranze tentano di annacquare con sofismi vari. Ogni lettore, soprattutto quelli di quasi-sinistra, troveranno pane per i loro denti e pochi appigli per le critiche politiche ad un manifesto che aborre le ideologie e le opinioni in nome di numeri incontrovertibili sulle scelte reali da porre in essere per risalire la china.
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