La Festa dei Morti è molto sentita nella nostra Isola e leggenda vuole che nella notte a cavallo tra l’1 e il 2 novembre gli esseri defunti facciano visita ai propri cari rimasti in vita, portando in particolare doni ai bambini, simbolo del futuro, di ciò che verrà. I genitori acquistano i regali per i propri figli, li nascondono in casa organizzando una sorta di caccia al tesoro. I “nutrichi“, la mattina presto, appena alzati si mettono subito alla ricerca del regalo desiderato recitando intanto un’antica preghiera che dice: “Animi santi, animi santi, io sugnu uno e vuiautri sìti tanti: mentri sugnu ‘ntra stu munnu di guai cosi di morti mittitimìnni assai” ovvero “Anime sante, anime sante io sono uno e voi siete tante: mentre sono in questo mondo di guai regali dei morti mettetemene assai”.
La festa prevede anche la preparazione e la degustazione di prodotti tipici, come ad esempio i pupi ri zuccaru (bambole di zucchero), preparate interamente con lo zucchero, dipinte a mano e ispirate di solito ai paladini di Francia; oppure le ossa ri mortu, ossia dolci a forma di tibie umane; oppure ancora i frutti di martorana preparate con farina di mandorle e zucchero. Tutti questi dolci solitamente vengono raccolte all’interno del cosiddetto “Cannistru”, un cesto solitamente in vimini. Altra usanza è mangiare le fave, all’interno delle quali si dice ci trovano le lacrime dei defunti. Il pane non può certo mancare. La muffuletta è la classica pagnottella calda appena sfornata “cunzata“ con sale, pepe e origano, filetti di acciuga e formaggio primo sale, mangiata dai siciliani la mattina del 2 novembre.
Tra le prelibatezze tipiche di questa festività, come detto, ci sono le ossa di morto, ovvero dei biscotti di farina e zucchero aromatizzati alla cannella e chiodi di garofano. Le ossa di morto sono composte da due parti di consistenza e colore diversi: la parte inferiore è scura e dura, mentre la parte superiore è bianca e friabilissima. Questa particolare caratteristica si ottiene grazie a un processo di riposo dell’impasto che consiste nel lasciare asciugare l’impasto delle ossa di morto al sole finché la superficie non si sia seccata. È infatti il diverso grado di umidità tra esterno e interno della pasta a permettere la separazione tra la parte zuccherina e la parte farinosa del composto durante la cottura in forno. La prima precipita sulla teglia e si cristallizza in caramello scuro, mentre la seconda resta al suo posto trasformandosi in un guscio friabile e candido.
Vediamo come preparale.
Ingredienti
600 g di zucchero
500 g di farina 00
150 ml di acqua
Un cucchiaino di cannella in polvere
Un cucchiaino di chiodi di garofano macinati
Preparazione
In un pentolino riscaldare l’acqua e, quando sta per giungere a bollore, spegnere la fiamma, sciogliere lo zucchero nell'acqua e lasciare intiepidire un po'. Non è importante che lo zucchero si sciolga totalmente.
Impastare su di una spianatoia la farina setacciata, la cannella e i chiodi di garofano, aggiungendo lo sciroppo di zucchero a filo fino a ottenere un composto omogeneo, liscio e sodo. Lavorare velocemente l'impasto delle ossa di morto con le mani fino a formare un filone spesso 2 cm. Tagliare il filone di pasta a tocchetti di 4 cm circa e dare a ciascun tocchetto la forma di un osso.
Mettere le ossa di morto su una teglia rivestita con carta da forno a una distanza di 5 cm circa l’uno dall’altro, coprire la teglia con un velo e lasciare riposare per 2-3 giorni, possibilmente al sole, in modo che la superficie esposta delle ossa di morto si asciughi e assuma un colorito biancastro.
Una volta trascorsi i 2-3 giorni, bagnare la base delle ossa di morto con acqua e trasferirle su una teglia rivestita con carta da forno bagnata. Mettere il tutto in forno preriscaldato a 180 °C e cuocere per il tempo necessario (10-15 minuti) affinché lo zucchero all'interno delle ossa di morto, sciogliendosi, tenda a riversarsi sulla carta da forno e formi, così, una base caramellata scura e dura in netto contrasto con la parte superiore biancastra e friabile. Una volta completata la cottura, estrarre la teglia dal forno e lasciare che le ossa di morto si raffreddino a temperatura ambiente prima di consumarle.
Altra ricetta tipica da gustare durante la Festa dei Morti sono i tetù e teio, biscotti croccanti all’esterno e morbidi e porosi all’interno. Il nome deriva dal dialetto siciliano, traducibile come “uno a te e uno a me”. In genere, i tetù sono rivestiti con glassa di zucchero e cacao, mentre i teio sono ricoperti di glassa di zucchero semplice.
Ingredienti per la pasta
600 g di avanzi di pasticceria o 300 g di farina 00+100 g di zucchero+50 g di farina di mandorle+50 g di burro+un uovo+100 g tra marmellate e/o creme varie
200 g di farina 00
150 g di zucchero
120 g di strutto
100 g di farina di mandorle
15 g di ammoniaca per dolci
Due cucchiaini di cannella
Latte q.b.
Un pizzico di sale
Scorza di un limone grattuggiata
Scorza di un'arancia grattuggiata
Ingredienti per guarnire
250 g zucchero a velo
2 cucchiai e mezzo di cacao amaro
Acqua q.b.
Preparazione
Macinare finemente gli avanzi di pasticceria, quindi impastarli in una ciotola insieme a tutti gli altri ingredienti, aggiungendo un po' di latte fino a ottenere una pasta liscia, omogenea e morbida. Ricavare dall'impasto delle palline poco più grandi di una noce e non troppo perfette e cuocere il tutto in forno preriscaldato a 200 °C fino a discreta doratura (10-15 minuti circa). Una volta cotti, mettere i biscotti a intiepidire e successivamente spennellarne metà con una glassa densa di zucchero e acqua (teio) e metà con la restante parte di glassa mista a cacao (tetù). Quindi rimettere i tetù e teio in forno e farli asciugare per 5 minuti a 120 °C.
Varianti
Diversi pasticceri e fornai aggiungono del cacao all'impasto dei tetù e, una parte di questi, li ricopre con la stessa glassa di semplice zucchero dei teio. Altri ancora aggiungono il cacao anche all'impasto dei teio, che, di conseguenza, si distingueranno dai tetù solo per la glassa di colore diverso.
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