Le feste natalizie si avvicinano e con esse, crisi o non crisi, pasti abbondanti e molto calorici. Una buona occasione per parlare del tarassaco. Detto anche dente di leone, ha nome scientifico Taraxacum officinalis. Cresce un po’ dovunque, soprattutto negli incolti. Con il cardo mariano e il carciofo, può essere definito l’amico per eccellenza del fegato e/o il grande depuratore dell’organismo. Utilissimo, quindi, per prepararci a qualche inevitabile abuso alimentare in occasione delle imminenti festività e, soprattutto, per smaltire l’accumulo di tossine. Si tenga conto del fatto che proprio in questo periodo è presente nei prati e in campagna (a volte, anche negli spazi verdi cittadini) e può, con maggiore facilità, giungere sulle nostre tavole. Piscialetto è un altro dei tanti nomi con i quali è conosciuto, ma è indicativo perché la dice lunga sui suoi effetti diuretici, potenti e senza effetti collaterali. Contiene vitamine A, B e C, potassio, ferro, magnesio, fosforo, zolfo, silicio, manganese. Ha sapore un po’ amarognolo, dovuto a due sostanze: tarassicina e inulina. Inoltre, cumarina, flavonoidi, fruttani, acidi caffeico e clorogenico. È un eccellente lassativo e regolatore intestinale, di recente le ricerche hanno classificato l’inulina come prebiotico, molecola in grado di attivare la flora batterica intestinale. Il suo campo di azione preferito è quello epatico. Potentissimo stimolatore di formazione della bile, esercita sul fegato azione disintossicante e protettiva veramente efficace. Anche i diabetici dovrebbero farne uso regolare, soprattutto mangiando i gambi crudi. Le radici sono altrettanto importanti, perché in autunno sono più ricche di inulina e taraxasterolo, le molecole che intervengono maggiormente nel benefico effetto sul fegato. Oltreché in insalata o bollito, il tarassaco può essere adoperato in diversi modi. Ne segnalo alcuni:
Liquore digestivo
Macerare per dieci giorni 50 grammi di radici in un litro di vino bianco. Agitare di tanto in tanto, filtrare e conservare in un bottiglia scura. Un bicchierino dopo i pasti e buona digestione assicurata.
Tisana depurativa
Foglie, radici e fiori in modiche quantità. Bollire per cinque minuti filtrare e bere solo quando il liquido sarà tiepido (c’è differenza con caldo). Volendo, anche freddo, il giorno seguente.
Decotto
50 grammi di radici, 20 di bardana, 10 di foglie di carciofo, 25 di cicoria. Bollire per un paio di minuti e bere dopo i pasti( uno o due cucchiai).
Acqua depurativa per il viso
Una manciata di fiori in un litro di acqua. Bollire per cinque minuti e conservare in frigorifero. Lavarsi il viso mattina e sera, possibilmente non asciugando subito.
Come per altre piante, esistono effetti collaterali. Nel caso del tarassaco, soltanto uno: poiché stimola produzione di bile e contrazione della cistifellea, il tarassaco non dovrebbe essere consumato da chi soffre di calcoli a carico della colecisti, specialmente se di piccole dimensioni. Per evitare possibile insorgenza di colica.
Fonte: redazione palermomania.it
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