Una piccola variazione nella dieta, come sostituire una porzione di carne con una di legumi o di frutta secca, aiuta a diminuire significativamente il rischio di morte. Ma attenzione, vale anche l’effetto opposto.
Lo ha dimostrato uno studio coordinato dall’università di Harvard, i cui ricercatori si sono serviti di due grandi studi sulla popolazione americana per monitorare la dieta di 74mila persone per 12 anni, tra il 1984 e il 1996, e il loro rischio di morte nei 12 successivi. Alle diete sono stati assegnati dei punteggi secondo tre diversi metodi, che in generale danno voti più alti ai cibi più salutari.
Lo studio, spiegano gli autori, ha dimostrato che indipendentemente dal sistema usato per dare i voti, chi ha i punteggi più alti ha un minore rischio di morte, con cereali integrali, frutta, verdura e pesce che danno il contributo maggiore. Per chi invece ha una dieta poco salutare e quindi è in basso nel punteggio, bastano piccoli miglioramenti, tali da migliorare la posizione di venti percentili, per avere effetti rilevabili e duraturi. "Un miglioramento minimo - spiegano - corrispondente ad esempio alla sostituzione nella propria dieta abituale di una porzione di carne con una di legumi, produce un abbassamento del rischio di morte tra l'8 e il 17%. Il cambiamento opposto invece lo aumenta tra il 6% e il 12%".
A dare il contributo maggiore al rischio ridotto, sottolinea la ricerca, sono le minori malattie cardiovascolari. Non a caso tra gli interventi più efficaci c'è la riduzione del sale e l'aumento del consumo di omega 3, già trovati come fattori di protezione per il cuore.
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