C'è un "possibile collegamento" tra il vaccino anti-covid Pfizer e rare miocarditi segnalate nei giovani immunizzati. Lo segnala un report presentato al ministero della Salute in Israele. Il documento contiene un primo dato sulla frequenza di questi eventi: tra 1 su 3.000 e uno su 6.000 ragazzi (maschi) di età compresa tra 16 e 24 anni che hanno ricevuto il vaccino hanno sviluppato miocardite. I ricercatori, secondo quanto riportato sulla rivista 'Science' online, affermano che questo vaccino sembrerebbe mettere i giovani a "rischio elevato di sviluppare l'infiammazione del muscolo cardiaco" in questione. Ma la maggior parte dei casi è stata lieve e si è risolta in poche settimane, come è tipico della miocardite.
"Non riesco a immaginare che sarà qualcosa che possa indurre i medici a dire che non dovremmo vaccinare i bambini", afferma Douglas Diekema, pediatra e bioeticista del Seattle Children's Hospital. I funzionari sanitari israeliani hanno sollevato per la prima volta il problema ad aprile, quando hanno segnalato più di 60 casi, per lo più in giovani uomini che avevano ricevuto la loro seconda dose di vaccino pochi giorni prima. Nello stesso periodo, il Dipartimento della difesa degli Stati Uniti ha iniziato a monitorare 14 casi di questo tipo.
A metà maggio, anche i Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie (Cdc) hanno affermato che stavano esaminando casi di miocardite. E sempre a maggio anche l'Agenzia europea per i medicinali Ema ha dichiarato di aver ricevuto 107 segnalazioni di miocardite post vaccino Pfizer-BioNTech, ovvero circa una su 175.000 dosi somministrate. Diekema ha studiato i rapporti rischio-beneficio: anche se reggesse un legame tra miocardite e vaccino, la condizione è solitamente lieve e richiede un trattamento solo con farmaci antinfiammatori, mentre l'infezione da Covid può causare malattie gravi ed effetti collaterali a lungo termine anche nei giovani, è il ragionamento.
Dopo l'avvio rapido della vaccinazione anti-Covid, in Israele per vigilare il ministero della Salute ha riunito a gennaio un gruppo di esperti guidato da Dror Mevorach (Hadassah University Medical Center), il quale dice a 'Science' che lui e i suoi colleghi hanno identificato 110 casi di miocardite tra 5 milioni di persone che avevano ricevuto due dosi del vaccino Pfizer/BioNTech nel mese prima della diagnosi. Il che si traduce in circa uno su 50.000 vaccinati, numero che non preoccupa se confrontato al tasso di base della miocardite nella popolazione generale, condizione tipicamente innescata da infezioni virali o batteriche, incluso Covid.
Ma il tasso di miocardite post vaccinazione tra giovani uomini è risultato più alto. Il 90% dei casi rilevati in Israele ha riguardato maschi e, sebbene la miocardite sia normalmente più comune tra i giovani, la percentuale tra i vaccinati era tra 5 e 25 volte il dato di base, segnala il rapporto. Due casi di miocardite fatale sono stati segnalati anche in Israele, ma il panel afferma che le indagini su tali decessi sono state inconcludenti. La nuova analisi "è molto suggestiva di una natura causale" tra il vaccino e la miocardite, dice Mevorach che si definisce "convinto che ci sia una relazione". Diekema puntualizza però che "sebbene questo rapporto sia suggestivo" di un legame, "richiede la convalida in altre popolazioni da parte di altri ricercatori prima di poter essere certi che il collegamento esista".
Altri fattori potrebbero essere in gioco, riflette Diekema: per esempio, ora che i bambini sono tornati a socializzare e praticare sport, il pronto soccorso del suo ospedale sta "osservando più malattie virali di quante ne abbiamo viste in un anno" e "mi aspetterei di vedere un piccolo aumento della miocardite rispetto a un anno fa". Idealmente, gli scienziati dovrebbero confrontare contemporaneamente coorti di giovani vaccinati e non vaccinati, conclude.
Intanto negli Usa si indaga anche su casi di miocardite a seguito del vaccino Moderna. Un'ipotesi è che i livelli elevati di anticorpi che entrambi i vaccini a mRna generano nei giovani possano in rari casi portare a una reazione eccessiva che infiamma il cuore. E ci si chiede se ritardare la seconda dose di vaccino potrebbe ridurre qualsiasi rischio potenziale. Diversi Paesi hanno allungato l'intervallo tra le due dosi e potrebbe essere un'opportunità per scoprirlo. Così come si ragiona sulla riduzione della dose nei giovani. I vaccini di Pfizer e Moderna, tra l'altro, sono ora in fase di sperimentazione a dosi più basse nei bambini sotto i 12 anni, con risultati attesi nei prossimi mesi.
Fonte: Adnkronos
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