La Domenica delle Palme, o Seconda Domenica di Passione, è celebrata la domenica precedente alla festività della Pasqua e segna l'inizio della settimana santa ma non termina la Quaresima, che finirà solo con la celebrazione dell'ora nona del giovedì santo, giorno in cui, con la celebrazione vespertina si darà inizio al Sacro Triduo Pasquale. È detta anche domenica De Passione Domini (della Passione del Signore). Nella forma straordinaria la domenica di Passione si celebra una settimana prima, perciò la Domenica delle Palme è detta anche Seconda Domenica di Passione. Questa festività è osservata non solo dai Cattolici, ma anche dagli Ortodossi e dai Protestanti.
La Chiesa ricorda il trionfale ingresso di Gesù a Gerusalemme in sella ad un asino, osannato dalla folla che lo salutava agitando rami di palma. La folla, radunata dalle voci dell'arrivo di Gesù, stese a terra i mantelli, mentre altri tagliavano rami dagli alberi di ulivo e di palma, abbondanti nella regione, e agitandoli festosamente gli rendevano onore. Ecco perché la liturgia della Domenica delle Palme, si svolge iniziando da un luogo al di fuori della chiesa dove si radunano i fedeli e il sacerdote benedice i rami di ulivo o di palma che sono portati dai fedeli, quindi si dà inizio alla processione fin dentro la chiesa. Qui giunti continua la celebrazione della Messa con la lunga lettura della Passione di Gesù. Il racconto della Passione viene letto da tre persone che rivestono la parte di Cristo (letta dal sacerdote), dello storico e del popolo o turba. In questa Domenica il sacerdote, al contrario di tutte le altre di Quaresima è vestito di rosso.
Generalmente i fedeli portano a casa i rametti di ulivo e di palma benedetti, per conservarli quali simbolo di pace, scambiandone parte con parenti ed amici. In alcune regioni, si usa che il capofamiglia utilizzi un rametto, intinto nell’acqua benedetta durante la veglia pasquale, per benedire la tavola imbandita nel giorno di Pasqua. Nelle zone in cui non cresce l'ulivo (come l'Europa settentrionale), i rametti sono sostituiti da fiori e foglie intrecciate.
Il Mistero Pasquale viene rievocato anche nei più piccoli centri di tutta la Sicilia per la voglia di non mancare alle tradizioni, ma soprattutto per dare espressione ai propri sentimenti religiosi. A Trapani ad esempio è famosa la “Processione dei Misteri del Venerdì Santo” nel corso della quale vengono portate a spalla pesantissime Statue di legno, i “misteri” che rappresentano le varie scene della Passione di Cristo. Stessa ritualità si svolge a Caltanissetta con la “Processione dei Misteri del Giovedì Santo”, nel corso della quale attraversano le vie della città sedici Statue raffiguranti le varie stazioni della Via Crucis.
Tutte le città della Sicilia interpretano la ricorrenza pasquale secondo gli antichi usi e le profonde tradizioni del luogo. Il Giovedì Santo è il giorno degli altari della reposizione comunemente. Nella tradizione e nel linguaggio popolare gli altari della reposizione vengono chiamati "Sepolcri"; soprattutto ciò avviene nei centri dell'Italia meridionale, dove con il termine "andare a fare i sepolcri" si intende proprio il visitare, a partire dal pomeriggio del giovedì, il sepolcro di Cristo addobbato. L'usanza è che ogni fedele visiti da cinque a sette di questi allestimenti in varie chiese vicine, compiendo il cosiddetto giro "delle sette chiese" o "sepolcri". In Sicilia, ma anche in altre regioni, l'altare della reposizione viene addobbato con i cosiddetti "lavureddi", ciotole sul cui fondo il primo giorno di Quaresima vengono distesi stoffa od ovatta su cui si sparge grano e lenticchie.
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