Rosalia nacque a Palermo nel XII secolo dalla famiglia Sinibaldi, nobili della corte reale normanna e feudatari nella Madonie dei monti della Quisquinia e delle Rose.
La tradizione orale racconta che Rosalia visse a Palermo alla corte della regina Margherita, moglie di Guglielmo I di Sicilia. Fin dalla sua giovinezza decide di consacrarsi a Gesù Crocifisso scegliendo la penitenza eremitica e si ritirò seguendo l'esempio degli antichi anacoreti prima sul monte Cammarata e poi sul monte Pellegrino, dove morì.
Nell’ottobre del 1623 Palermo è infestata dalla peste; una donna moribonda, dopo aver ricevuto i sacramenti, durante la notte, sogna una giovane fanciulla che la ivita a recarsi in pellegrinaggio alla grotta ove morì la santa. La mattina successiva la donna si sveglia completamente guarita. Il 26 maggio del 1624 si reca insieme ad altre alla grotta. Dopo aver pregato nella chiesetta dei frati, la donna si assopisce e ritorna la visione della fanciulla che le indica il punto dove Rosalia fu sepolta.
Il 15 luglio 1624 quando vengono riportati alla luce i resti vergine eremita e vengono consegnati al cardinale Doria, Arcivescovo di Palermo, il quale nomina una commissione per esaminare i resti.
Lo stesso anno durante i lavori di costruzione del convento domenicano di Santo Stefano di Quisquina, fu scoperta in un'iscrizione latina riportante il testo:
"Io Rosalia Sinibaldi, figlia delle rose del Signore, per amore del mio signore Gesù Cristo ho deciso di abitare in questo antro di Quisquina".
Nel frattempo la peste contunava a dilagare a Palermo e dintorni. E' il 16 febbraio del 1625 quando la santa appare in visione ad un cacciatore, un certo Bonelli, e lo invita ad andare dalle autorità ecclesiastiche e riferire che la peste sarebbe cessata solamente portando le sue reliquie in processione attraverso la città.
Il cardinale Doria, sollecitato dalla popolazione, autorizzò la processione al termine della quale la città si ritrova miracolosamente liberata dalla peste, grazie all’intercessione della "santuzza", come i palermitani chiamano affettuosamente santa Rosalia.
Nel frattempo, conclusi gli atti del processo di ritrovamento e attestata l’autenticità dei resti e delle numerose grazie ricevute per sua intercessione, il cardinale Doria invia gli atti a papa Urbano VIII, il quale, dopo il regolare processo, ne sancisce la veridicità facendo inserire nel martirologio il ricordo della santa, il 4 settembre e il 15 luglio, giorno di ritrovamento delle reliquie.
A Palermo la santa è festeggiata dal 10 al 15 di luglio in tutta la città con innumerevoli momenti che mettono in evidenza la liberazione della città dalla peste, la festa si conclude con la solenne processione per la vie della città della preziosissima urna argentea contenente le reliquie della amata "santuzza".
Fonte: redazione palermomania.it
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