Proprio così, alla fine sono accorsi loro, i Santi! Per la verità uno in particolare, San Matteo, ma per lasciare contenti tutti il nostro caro Santo si è personificato su due soggetti simpatici ma di diversa ideologia, proprio per non fare disparità su quest'umanità già di per sé abbastanza turbata. Così a sinistra si invoca il proprio San Matteo, un rivoluzionario rottamatore: insomma un giustiziere dalla parte delle masse, un innovatore di sentimenti e perfino di sacramenti. Ma sarà poi così vero? Mentre dall'altra, per i conservatori e gli idealisti dell'amor patrio, fa capolino un altro Matteo, di idee più moderate, anch'egli giovane, brillante e abbastanza competitivo. Ma con la ferrea volontà di ridare un unico colore all'Italia di questi tempi. Un antieuropeista che chiede addirittura l’uscita del Paese dall’Unione Europea.
Un adagio recita “chi è causa del suo mal pianga se stesso”, e un altro "in medio stat virtus". É abbastanza evidente quanto questa virtù (stare nel mezzo) non ci appartenga: infatti i veri responsabili di questi teatrini siamo noi italiani, che ci siamo esasperati fino al punto di avere perduto la bussola del senso della vita e della società, noi che abbiamo permesso a quattro cialtroni di impossessarsi delle leggi, di modularle a proprio uso e consumo. E adesso siamo un po' Guelfi e un po' Ghibellini, a seconda delle occorrenze. Certamente la crisi perdurante, la mancanza di lavoro, e quindi di reddito, ha portato inevitabilmente a perdere il senso della misura, e questo è accaduto ovunque. A chi il compito di questa rivoluzione? Di certo, il nuovo Premier da solo, ammesso che lo volesse, non ce la può fare. Ha bisogno di alleanze, o come usa dirsi oggi, di larghe intese. L’invito è pertanto di unire gli sforzi in modo che tutti gli uomini e le donne di buona volontà e, soprattutto, di buona politica, possano davvero farci uscire da questo baratro di vergogna in cui è caduta l'Italia. L'Italia della miseria dei valori e delle risorse a tutto campo; l'Italia dei morti per suicidio da lavoro; l'Italia delle idiozie sparate a più non posso, anche dagli organi di stampa mercenari. Sappiamo che la stampa, per principio, non può essere né totalmente libera, né del tutto imparziale. Ma da qui alla realtà che siamo costretti a subire ci corre molto. Dall’estrema sinistra all’estrema destra in politica non c’è da fidarsi di nessuno, troviamo faziosità e partigianeria che sono spacciati per libertà, inquinando la stessa nobile parola. Ordunque, possiamo fidarci davvero dei nostri novelli santi dallo stesso nome? Non me ne voglia San Matteo se ce lo dirà San Tommaso.
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