Giovedì della scorsa settimana, dopo un’intensa giornata di lavoro, al mio rientro serale programmavo la mia serata di riposo senza mai abbandonare l’abituale preoccupazione di programmazione lavorativa del giorno dopo: insomma quelli che come me non smettono mai di lavorare, altrimenti nessuno ci regala niente! E veniamo al dunque. Incappo in un servizio delle Le Iene che provoca in me un senso di rabbia, disgusto e sfiducia, specialmente in questo periodo duro un po’ per tutti. Il servizio curato da Filippo Roma mostra come, in alcuni uffici comunali della Capitale, diversi dipendenti pubblici, escludendo i casi di permessi regolari, siano soliti timbrare (beggiare) il cartellino d’entrata e poi allontanarsi dal posto di lavoro, chi per fare colazione, chi per sbrigare alcune commissioni personali come andare al supermercato, in farmacia o in banca. Chi per accompagnare i figli a scuola … Addirittura qualcuno lasciando perfino lo scooter o l'auto in doppia fila, giusto il tempo di timbrare. L’inviato ha sottolineato, inoltre, come tra i dipendenti, alcuni “beggiano” addirittura due o tre cartellini contemporaneamente, rendendo un ottimo servizio anche ai colleghi assenti. A tal riguardo è stato intervistato, sempre da Filippo Roma, il consigliere comunale di Roma, On. Belfronte (U.D.C.), che ha così dichiarato: “A me non risulta. Quello che mi risulta è tutta gente seria che lavora … Ci vogliono cose concrete … Sollevatelo voi il caso e poi vediamo chi si accoda”. Ecco un tipico esempio di arroganza e sfacciataggine del potere, quasi una sfida, e perfino di fronte all’evidenza. Mentre il consigliere On. Gazzellone (PdL) ha affermato che, se fosse vero l’assenteismo denunciato, gli uffici dovrebbero provvedere ad impedire questa cosa. Una bugia detta con più diplomazia. Una vice dirigente, invece, ammette: “Non va bene”. E alla domanda: “Si è mai resa conto di questo strano movimento?”, ha risposto affermativamente aggiungendo: “È una storia vecchia … penso succede”. Insomma si timbra il cartellino e poi si esce fuori dal Municipio per andare a fare la spesa, o al bar per consumare tranquillamente la colazione. E anche in farmacia, al supermercato, a fare shopping, etc. Ė certo che un servizio del genere – anche in questo particolare momento – di richiesta di sacrifici, non può che destare clamore e anche molto fastidio alle categorie dei veri lavoratori e dei disoccupati. E sono tanti, insieme ai soliti “fessi” che lavoriamo per sostenere le nostre famiglie e l’Italia nostra Patria, pur essendo sempre osteggiati dalle varie sigle di ingenti imposte. Ė ora di dire “BASTA!”. Ė ora di cacciarli via dagli uffici questi indegni impiegati dello Stato, insieme ai loro spocchiosi onorevoli protettori, che non hanno mostrato nemmeno un alito di mortificazione, né un tentativo di scuse o giustificazioni, come se fosse un loro diritto godere di tali privilegi di “latrocinio” di stipendio. Uno stipendio pagato dalle nostre tasche, e che pago pure io: e non ci sto! Vergognatevi! Vergognatevi! Vergognatevi! E voi, soliti politici del clientelismo, non presentatevi più alle prossime elezioni, perché non vi vogliamo. Ė ora di cambiamento, cambiamento serio. E lasciate i vostri privilegi di casta ai disoccupati e alle loro famiglie, che così arriverebbero alla fine del mese.
Anche il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, con certa indignazione ha annunciato che sarà aperta un’inchiesta per fare chiarezza sul caso. E, naturalmente, il video mandato in onda dalle Le Iene sarà il punto di partenza delle indagini. Ed ecco le Sue parole in occasione di un incontro con i 300 studenti delle scuole superiori di Roma per la Giornata della memoria, riferendosi proprio al servizio in questione.
“Non ho ancora visto il servizio delle Iene ma mi è stato descritto come molto impressionante. Vogliamo approfondire, evitando ovviamente di demonizzare i dipendenti in maniera acritica. Acquisiremo il filmato delle Iene, faremo una commissione di inchiesta e verificheremo. Vogliamo vederci chiaro, perchè forme di assenteismo, di mancanza di produttività o vere e proprie truffe come quella di timbrare il badge e non presentarsi sul posto di lavoro non sono ammissibili. Tutti devono lavorare, i dipendenti pubblici devono dare l’esempio, sono convinto che la stragrande maggioranza dei dipendenti pubblici di Roma Capitale lo danno, ma se ci sono persone che si comportano male devono essere punite”.
E a tal proposito voglio ricordare e sottolineare che, ai lavoratori autonomi “gli corre il mese” solo se se lo costruiscono. E che gli impiegati delle aziende private devono produrre il triplo, e spesso rimangono insoddisfatti sia dal punto di vista remunerativo che, da quello personale: anche in termini di gratificazione morale. Ed inoltre che ingenti imposte sono a carico delle aziende e dei lavoratori autonomi, che nulla hanno mai chiesto, e sempre devono dare. Ed è giusto mettere in evidenza quanto questa sia la reale parte produttiva della società! Non ci sono in questo tessuto sociale né “parassiti”, né “mantenuti!”. E non dovrebbero esserci in nessun ambito. E allora ci aspettiamo che giustizia sia fatta. E che per questi sfacciati e insensibili impiegati dello Stato, e i loro amici politici protettori, sia messa in atto una pena esemplare, pubblica, che arrivi perfino al licenziamento in tronco. Non si può, e non si deve, sfruttare l’altrui operato e buona fede, per mantenersi e sostenere un’inutile, improduttiva vita!
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