Il 25 aprile in Italia è festa nazionale, ogni anno si celebra in tutta l’Italia l'anniversario della liberazione dal nazifascismo.
Durante la seconda guerra mondiale dopo il 1943, l'Italia si ritrovò divisa in due: al nord Benito Mussolini e i Fascisti che avevano costituito la Repubblica Sociale Italiana, vicina ai tedeschi e al Nazismo di Hitler, e al sud, in opposizione, il governo Badoglio in collaborazione con gli Alleati americani e inglesi. Per combattere il dominio nazifascista si era organizzata la Resistenza, formata dai Partigiani, persone di età diversa, di sesso diverso, di diverse idee politiche o fede religiosa, e di diverse classi sociali; che avevano però un unico scopo: porre fine alla dittatura fascista e dare vita alla democrazia, anche a rischio della vita. Morire, dunque, per un ideale, per far nascere la Democrazia, quella vera, fondata sul rispetto dei diritti umani, delle libertà individuali, senza distinzione di razza, di sesso, di idee e di religione.
La storia dei nostri giorni sembra aver violato tutti questi nobili ideali; ci sentiamo anche noi resistenti, traditi e umiliati da un universo politico e sociale che non riconosce più il valore della dignità umana, dei diritti individuali, della Libertà, e che sembra aver gettato nell’oblio anche il sacrificio dei nostri Partigiani che, immolati alla Patria, riuscirono il 25 aprile del 1945 supportati dagli Alleati, ad entrare vittoriosi nelle principali città italiane, Milano e Torino, mettendo fine al duro ventennio fascista e a cinque anni di guerra, lutti e immense rovine. Ed è per questa ragione che il 25 aprile si commemora in tutta l'Italia la Liberazione, una data che ha segnato la più importante svolta della storia dell’Italia. Solo qualche anno dopo, infatti, dalle idee di democrazia e libertà, nacque la Costituzione.
Quest’anno in occasione del settantesimo anniversario della Liberazione, e per la prima volta nella storia della Repubblica, i nostri Partigiani sono entrati a Montecitorio. Gli ex combattenti della Resistenza sono stati accolti con un lunghissimo applauso da parte di tutta l’Aula. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, la presidente della Camera Laura Boldrini, e il presidente del Senato Pietro Grasso, si sono avvicinati con visibile emozione alla gradinata per porgere i loro personali omaggi. La Presidente della Camera Boldrini rivolgendosi ai presenti ha detto: "Voi non siete qui come ospiti. Voi siete qui come padroni di casa". Mai verità è stata più fondata. I Partigiani, riconoscibili dal fazzoletto tricolore avvolto intorno al collo, da buoni padroni di casa hanno fomentato il sentimento di amor patrio anche in chi guardava dal monitor del televisore. É bastato, infatti, osservare i loro antichi occhi, colmi di ricchezza e orgoglio, per comprendere il tormentato passato e l'odierno gaudio. Si, orgogliosi di un immane sacrificio che oggi ci consente di beneficiare di settant’anni di libertà, che, voglio ancora ribadire, la cattiva politica con superficialità e a volte totale insensibilità sta mettendo a rischio. Conosciamo bene, e fuori da qualsiasi retorica, le vergogne italiche che si sono abbattute sul tessuto sociale, che stanno costringendo un intero popolo a vivere in povertà, con un bagaglio di enormi incertezze nel futuro e perfino insopportabili umiliazioni. A volte così profonde da preferire la morte alla vita. Che questo giorno di festa, al di là delle giuste commemorazioni, serva a farci riflettere sul nostro torpore intriso di passiva rassegnazione, che ci ricordi che non dobbiamo permettere a nessuno di oltraggiare i nostri diritti, la libertà conquistata e la nostra dignità. Stiamo affrontando i giorni della nostra “Resistenza” con più decoro e onore di chi ci rappresenta e dovrebbe, di fatto, proteggere il popolo e la Patria.
Bella Ciao, con le sue significative strofe, ha salutato il Tributo organizzato in Parlamento in onore dei Partigiani. Un inno che ha suggellato l’importanza della nascita della nostra Repubblica.
Grazie, cari Partigiani!, per l’eterna traccia di moralità cristiana che avete lasciato in eredità e che abbiamo il dovere di attuare perchè, come ha detto il Presidente della Repubblica, Sergio Matttarella, "la Costituzione non va conservata in una teca come una reliquia. Vive perchè viene applicata sempre nei suoi valori. É questo che fa vivere la Costituzione. É mettersi insieme, discutendo".
Marina De Luca
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