Parlare, leggere e scrivere di Palermo per me è sempre una gioia, un vero privilegio. Sono fiera di essere palermitana, a dispetto di tutte le storture, delle mille contraddizioni, perchè respirare e vivere la nostra Isola non è concesso a tutti. Siamo poveri, ma sempre col sole in bocca; nel sorriso, negli occhi, sulla pelle, sulle nostre generose mani, nei nostri gesti aperti e perfino nelle nostre vocali allargate. Doniamo e amiamo perché esistiamo, felici di vivere con il bagaglio delle nostre emozioni. Illustri scrittori e non, poeti importanti e non, artisti conosciuti e non, hanno celebrato e amato Palermo e la Sicilia con le sue coste ricche di azzurro e verde, il cielo sempre chiaro e luminoso con il suo "personale" Sole, così potente da accendere le rocce. E le vecchie case con i tetti e le tegole che guardano sempre i monumenti. Cosa può esserci di più bello? Anche le infinite contraddizioni, fra bagliori e ombre, sono la firma di questa meravigliosa realtà.
Melinda Zacco, amica, giornalista e arguta scrittrice, ha da sempre incontrato la mia stima letteraria anche perché scrive di Palermo, ed io, come già detto, ne sono follemente innamorata. L’ultima opera, Il mondo in un cassetto al Grand Hotel delle Palme, è pervenuta, con dedica della scrittrice, brevi manu. Nello stesso momento in cui ho stretto fra le mani l’elegante copertina ho pensato: ecco raffinate pagine di misteri. Si, raffinate, perché il libro è effettivamente molto curato, la carta è bianca patinata e corredata da belle immagini, sembra volere rimarcare l’eleganza dei luoghi del romanzo, o magari gli sfarzi dei balli, come quelli del Gattopardo di Tomasi di Lampedusa.
Intanto un caffè ben caldo accompagna le dolenti note della nostra amata città, dei luoghi frequentati, punti di assoluto riferimento ormai scomparsi; della stessa crisi economica che proprio poco tempo fa ha investito anche i nostri più importanti Hotel cittadini, fra i quali: L’Hotel delle Palme e Villa Igiea, mostri sacri della Bella Époque; luoghi che conservano nelle segrete stanze, nei corridoi, nei quadri, nei resti dei mobili d’epoca, nelle antiche tappezzerie, nei suppellettili, ma anche nelle pietre dei giardini… i dialoghi, i segreti e i misteri di un’epoca ormai rimasta solo nelle pagine dei libri di valorosi scrittori, insieme ai ricordi dei fasti e delle ombre di una città orgogliosa e viva. Ed è per questo che opere storico-letterarie, come l’ultimo romanzo dell’amica Melinda Zacco, diventano rilevanti e rivelatrici di sogni e speranze. Melinda, cultrice e ricercatrice di importanti testimonianze e documenti storici, ha voluto, attraverso questo romanzo, intrecciare la storia degli autorevoli ospiti dell’Hotel delle Palme come Richard Wagner, Oscar Wilde, Ray Charles, Guttuso, Ignazio Florio… ai misteri di una Palermo di fine ottocento e primi del novecento; ai dialoghi ai costumi e ai conflitti della politica, della mafia e degli interessi privati. Insomma un tuffo nel passato, così come la stessa autrice ha descritto, tra storia e cultura. Tuttavia l’opera letteraria non sembra patire questo enorme peso. L’autrice, infatti, ha scelto di rievocare… con semplice eleganza romanzata. I narratori sono: Salvatore il vecchio barman dell'hotel delle Palme alle soglie della pensione, Leonardo un brillante giovanotto conosciuto per fatalità, e Silia la giovane e bella barlady, futura sostituta di Salvatore. Il racconto si dipana fra le vie del centro storico, "il salotto di Palermo", e un cassetto rivelazione di ricordi... tra gli scaffali delle bottiglie del bar dell’Hotel delle Palme, dove la giovane e neofita barlady si riscopre alla ricerca delle proprie origini e di una nuova identità. E l'affascinante Leonardo e la bella Silia si innamoreranno? Adesso non voglio dirvi di più, finirebbe la suspense e il pathos di una buona lettura, che vi consiglio assolutamente.
Marina De Luca
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