Dopo il crollo del mondo social di Marc Zuckerberg, (Istagram, Facebook, Whatsapp) avvenuto il 4 ottobre scorso, è come se fossero crollati gli dei del nuovo Olimpo digitale. La gente era in angoscia, arrivavano telefonate e messaggi di conferma: il mondo della comunicazione si era bloccato. Per tale ragione, ho riflettuto su un mondo senza Internet, senza comunicazione telematica che investisse la nostra quotidianità. Una cosa è certa: per quel che mi riguarda molto da vicino puro panico! Perderei il mio lavoro e la mia professionalità. Dovrei cercare di reinventarmi con un'attività diversa o magari ritirarmi a nuova vita e scoprire altri interessi. Ma a parte me, cosa accadrebbe nel mondo se la grande rete dovesse collassare definitivamente? Internet è diventata da tempo parte inscindibile della nostra quotidianità. Se ci soffermiamo a riflettere attraverso la Rete vengono veicolati ogni giorno miliardi di informazioni e milioni di transazioni economiche. L’industria, le banche, le università, gli uffici pubblici, gli ospedali, le prenotazioni aeree, ferroviarie, gli ipermercati, le farmacie, etc. E adesso anche la scuola con la didattica a distanza e lo smart working, causa pandemia! Lo stesso sistema finanziario non può più fare a meno del Web, perché tutto passa attraverso l’infrastruttura telematica. Orbene, cosa accadrebbe se Internet dovesse smettere di funzionare? Il mondo non sarebbe in grado di superare indenne un tale blocco e di certo si assisterebbe a un violento arretramento in tutti i campi. Una riflessione mi porta alla considerazione di un ritorno indietro di almeno un cinquantennio. Si dovrebbe ritornare ai sistemi manuali e analogici con enormi ritardi e costi aggiuntivi. Forse l'unica ad averne beneficio sarebbe l'attività agricola alla quale si ripenserebbe in massa e con molta più attenzione e accorgimenti; in fin dei conti siamo sempre oltre il 2021! Perfino la democrazia ne soffrirebbe, perché gli scandali e tutti gli abusi dei vari governanti non verrebbero rivelati al resto del mondo. I popoli non riuscirebbero più a comunicare facilmente tra di loro e certe “faccende” resterebbero oscure e impunite. Usi e costumi ritornerebbero ad essere diversi, locali, mentre oggi sussiste un’indubbia globalizzazione che ci permette di comunicare, condividere e lavorare facilmente insieme. Nella stessa rete, infatti, vi è l'espressione stessa della base di lavoro. Dunque, è evidente, che ormai non si può più fare a meno di Internet, perché realmente parte integrante della nostra vita. I Paesi industrializzati sono ormai consapevoli dei potenziali pericoli economici dovuti ad un eventuale collasso della Rete e molti hanno attivato dei CERT (Computer Emergency Response Team). I CERT sono la base per la difesa di un paese e di una alleanza. Permettono di monitorare e dare informazioni sulla attività della Rete e facilitano la reazione agli attacchi. Anche l’Italia sta facendo la sua parte in questo campo, mentre la Cina sembrerebbe addirittura essersi organizzata in modo da auto-escludersi dal Web in caso di pericolo. Si deve inoltre evidenziare che Internet è il più importante strumento di vera democrazia, perché è nata libera e libera rimarrà: DEVE! Il Governo italiano, proprio in questi giorni di caos e incertezze che stanno evidenziando le numerose fragilità del sistema democratico, sta discutendo di regolamentare l’informazione pubblica che oggi è dipendente dall’immediatezza delle informazioni e di darne un’adeguata disciplina. Una cosa è certa: stiamo vivendo un periodo di profonde e globali trasformazioni, che investono la morale, la società e tutto l'impianto tecnologico-lavorativo mondiale. E molteplici sono le domande: come evolverà la situazione? Quale futuro ci aspetta? Quali le ripercussioni in un senso o nell'altro? Il nostro Stato è pronto ad affrontare tali evenienze? E noi?
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