Mi dica, in coscienza, lei può considerare veramente libero un uomo che ha fame, che è nella miseria, che non ha lavoro, che è umiliato perché non sa come mantenere i suoi figli ed educarli? Questo non è un uomo libero. Sarà libero di bestemmiare, di imprecare, ma questa non è libertà. La libertà senza giustizia sociale è una conquista vana.
Sandro Pertini
Sacre parole! Sembrano estrapolate da questo momento storico e di profonda crisi sociale ed economica. Cadono proprio a fagiolo. Chi dice che siamo liberi dice una grande castroneria, anzi ci prende maestosamente in giro. Cosa c'è di più bello al mondo della Libertà? Quella vera, quella dell'anima! Nulla. Peccato che non esista, se non nella testa e nel cuore di chi da sempre anela arrivarci. Anche la pronuncia della parola (la mia preferita) è sublime. Si interseca tra la lingua e il palato arrotolandosi in una sensazione di magico benessere. Ma in realtà nessuno è veramente libero. Tutti, magari per diverse motivazioni, siamo oppressi da mancata libertà. C'è anche chi, in nome della stessa, talvolta decide di porre fine alla propria esistenza. Anche questa scelta, seppur contestabile, è libertà: forse l’unico momento di tragica libertà. Esagerazione? Non credo. L’uomo, come ben sappiamo, non nasce libero bensì incatenato dai diktat di chi lo gestisce e lo guiderà nel percorso della sua esistenza. Ma com'è potuto accadere che alcuni strani, anonimi e perfino antipatici personaggi dei nostri giorni abbiano potuto coartare e condizionare le nostre esistenze con leggi, decreti legge, provvedimenti, tasse e supertasse a loro vantaggio? E' il sistema sociale che ormai non funziona più perché è corrotto dalla natura umana? I veri uomini, ricchi di sani ideali, esistono ancora o sono una minoranza in via di estinzione? Domande che sembrano avere un'univoca e scontata risposta. Ed è per questo che si dovrebbe correre subito ai ripari ripartendo dalla formazione umana e poi, forse, ricostruire la libertà di ideali e, per conseguenza, di azioni. Ecco il vero punto di partenza: risanare gli ideali e l’agire umano e restituire la libertà perduta. Perchè impedire l'espressione di un'azione o di un’opinione significa derubare la razza umana, e ancora di più se l'opinione o le azioni sono giuste. Secondo Immanuel Kant, libertà di pensiero è la "capacità di valersi del proprio intelletto senza la guida di un altro". Kant riteneva che la libera circolazione delle idee fosse l'unico fondamento della conoscenza e dell'emancipazione dell’uomo. Un magnifico pensiero che, tuttavia, è fragile se si tiene conto dell'essenza umana. Infatti, l'eccessiva circolazione di idee, alcune davvero bislacche, ha ridotto, al contrario, l'individuo ad uno stato di quasi regime, annullando la tanto ambita libertà. Il fatto stesso di vivere in società rende assolutamente indispensabile che ciascuno sia obbligato ad osservare una certa linea di condotta che però non danneggi gli interessi della stessa società, così come oggi è accaduto. Perfino in ambito religioso ci sarebbe da dire. Ma non è l’argomento di questa trattazione, ed inoltre investe l'ambito della fede. Solo un appunto che da sempre mi trova d’accordo. Karl Marx definì la religione come l'oppio dei popoli. Dunque, secondo Marx, è l'uomo che fa la religione, e non il contrario. Ma i comportamenti umani dovrebbero essere tali per scelta spontanea di umanità e benessere collettivo, e non preda di paure. Lo so, anche questa è pura utopia, ed è per questa ragione che ci inebriamo di oppio... Una sorta di freno per evitare che la libertà possa scatenare ben altri e più pericolosi atteggiamenti sociali. Al di là di queste considerazioni, nessun individuo o gruppo sociale è autorizzato a dire ad un adulto che per il suo bene non può fare della sua vita quel che sceglie di farne, né tantomeno limitarla ad uso e consumo personale. Esiste il diritto ad esortare, a disapprovare, a provare sentimenti rispettosi al comportamento della persona, ma non costringerla a fare ciò che è per noi il suo bene. Violare i diritti altrui merita la riprovazione morale e il castigo. Ritornando alle parole del Presidente (uscendo fuori dal contesto filosofico per restare in quello sociale) "La libertà senza giustizia sociale è una conquista vana." Sono d’accordo, come quasi tutti immagino, tutti quelli che con dolore avvertiamo questo senso di oppressione, sfiducia e fallimento di una Nazione in ginocchio e mortificata alla mercé di una classe politica che non ha saputo operare che vantaggi personali e oltremodo vergognosi. Non esiste Dio che conceda tali privilegi, sono solo invenzioni umane, dittature legalizzate, forzature di emergenza alle quali dobbiamo sottometterci. Non si può definire democratico né libero un Paese che non applichi misure sociali adeguate alla dignità degli uomini. Avere un lavoro, guardare in faccia i propri cari, provvedere alle loro esigenze, e dare a tutti la possibilità di vivere dignitosamente è sacrosanto, ed inoltre consentirebbe di vivere il concetto di “quasi” libertà. E, soprattutto, rispetto di se stessi!
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