A “Porta a Porta”, ieri sera, una tribuna politica dedicata al risultato elettorale, ha presentato l’Italia di oggi. L’immagine mostrata a colori, raffigurava lo Stivale perfettamente diviso in due: un nord in blu e il sud in giallo. Solo in piccole zone qualche frangia colorata di rosso. Il "Movimento 5 Stelle" s'impone principalmente nelle regioni del sud e nelle isole, dove conquista i collegi uninominali sia al Senato sia alla Camera. Il centrodestra, invece, è la coalizione in testa nel centronord, Matteo Salvini sfonda nelle valli lombarde. Il Pd, che registra un deciso calo di partito e di coalizione, conquista solo due regioni, la Toscana di Matteo Renzi e il Trentino Alto Adige della ministra uscente Maria Elena Boschi.
Ecco l’Italia consegnata agli italiani dopo anni di governi che hanno portato solo impoverimento a tutti i livelli. Proverò a fare la mia analisi, populista perché incarno il popolo, non sono certo una politologa né vorrei mai esserlo. Sono una persona che lavora, affrontando quotidianamente un pesante carro, nel sud Italia che ha insite tutte le difficoltà di una terra sfruttata e abbandonata a se stessa.
Quell’immagine ripetuta in primo piano mi arrecava solo dispiacere, mi è sembrato di rileggere un libro di storia alle scuole medie. Non è cambiato niente, ho pensato! Siamo tutti tecnologici, figli dell’Europa, ma non figli della stessa patria. Ho capito che nord e sud non s’incontreranno mai, perché c’è chi ha fomentato odio e assistenzialismo, solo perché ritenuti non meritevoli d’altro e per mero opportunismo. In parte è tutto vero, inutile negarlo, siamo profondamente diversi. Ho aborrito il programma dei 5 Stelle solo perché ho odiato il famoso “reddito di cittadinanza” nelle parole che tradotte in questa nostra realtà significano solo temporaneo assistenzialismo. Credo che ogni essere umano abbia diritto ad un lavoro dignitoso. Punto. Mi sarebbe piaciuto sentire questo, sarebbe stata la vera rivoluzione. Il programma di Salvini ha invece intelligentemente puntato ai bisogni e alle lagnanze di un nord che non accetta l’immigrato, e non solo per paura. Questo, a mio modesto avviso, ha provocato il plebiscito popolare del sud e del nord. Un grande guaio! Che cosa produrrà non lo so, e non voglio neanche immaginarlo. Nella "mia patria" il lavoro, la sicurezza, la sanità, l'istruzione... sono diritti che portano dignità all’individuo. Non capisco come posizioni politiche cosi diverse possano dialogare, e avverto già il peso del presidente Mattarella e la sua difficile decisione al fine di affidare la guida del paese, se mai ci sarà un nuovo governo. Tuttavia, non credo che rinunceranno alle loro poltrone, e andare a votare di nuovo sarebbe troppo rischioso. Immagino, dunque, che troveranno certamente un modo per andare avanti, ma non spero neanche per assurdo in un dialogo univoco. E, alla luce di quanto accadrà, poiché saremo sempre schiacciati da un nord che si proclama "superiore" (non sarà certo un individuo come Salvini che porterà uguaglianza e serenità), perché non proclamarci indipendenti? Certo, servono uomini di forti ideali e di concretezza, seri incorruttibili, onesti e non collusi con i poteri politici e mafiosi. Lo penso da sempre, tanto ormai siamo al peggio di tutto, la politica ha distrutto in questi ultimi decenni, con i giochi di potere e tutti i privilegi, ogni residuo di dignità, perfino culturale. E i nostri figli se ne vanno in cerca di migliore "fortuna", rimpiangendo le loro radici… Come potranno mai governare un Salvini e un Di Maio? Sarà il fascino del potere a togliere le ataviche diseguaglianze? Non ci credo.
Marina De Luca
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