Intervista al Direttore Arch. Enzo Fiammetta
In quale contesto culturale nasce l’idea di costituire il Museo delle Trame del Mediterraneo a Gibellina ?
Il museo nasce nel 1996 per volontà del senatore Ludovico Corrao, poco prima già si era manifestato da parte di alcuni studiosi della facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Palermo un interesse nei confronti dell’area culturale del Mediterrane, intorno al 1993- 1994 c’erano stati dei convegni sul costume nel Mediterraneo. Il primo nucleo della collezione permanente del museo è rappresentato dalle opere che erano state raccolte insieme dal senatore Corrao . La mission del museo è diventata cosi’ ‘intento di realizzare un museo che fosse in grado di dare spazio alla cultura del territorio.
Le attività del Museo sono strettamente connesse all’ operatività della Fondazione Orestiadi di Gibellina?
La Fondazione storicamente nasce prima rispetto il Museo, con lo scopo di valorizzare e conservare il patrimonio artistico che dopo il terremoto è stato donato alla comunità di Gibellina.
Il Museo delle Trame del Mediterraneo si colloca in uno spazio suggestivo il Baglio DI Stefano, qual era la funzione di questa struttura?
Il Baglio di Stefano era una masseria dei baroni Di Stefano, fino agli anni 70’ era in pessime condizioni, funzionando soltanto come masseria, dopo il terremoto si trovava in uno stato di completo abbandono. La collezione di Arte contemporanea è esposta in uno spazio che svolgeva la funzione di granaio della masseria, dove appunto si raccoglieva il grano raccolto nei vicini latifondi. L’amministrazione comunale intendeva in un primo tempo realizzare gli uffici comunali, poi è prevalso il progetto di realizzare il museo e a quel punto si è pensato ad un luogo dell’arte in cui dialogassero tutte le culture che hanno attraversato la Sicilia.
Esiste una cultura mediterranea e che rapporto esiste tra la cultura siciliana ed il Mediterraneo?
La cultura mediterranea è un ‘astrazione, non la si può ritrovare codificata e strutturata in un solo luogo, ma scaturisce da un confronto, se si analizza la cultura artistica dei vari paesi del Mediterraneo si potranno notare delle strette somiglianze sul piano formale, in questo senso il Mediterraneo è tra i luoghi. La cultura siciliana è una sintesi di numerose culture. La cultura in questo senso deve essere considerata come l’espressione di un territorio ma in effetti spesso i popoli non si rendono conto di avere molti elementi in comune.
La raccolta del museo è costituita da una sezione di Arte contemporanea e da una sezione costituita da opere d’arte decorativa formata da pezzi provenienti da diversi paesi del Mediterraneo. Non potrebbe sembrare un accostamento dissonante?
Arte non ha per noi una particolare definizione, per noi sono importanti le produzioni degli artisti, ma anche quelle degli artigiani, la cultura del luogo è data da entrambi. Per l ‘Arte contemporana non abbiamo limiti, ma accettiamo soltanto dei progetti che tengano conto del territorio e del luogo. La collezione relativa alle arti minori è costituita da manufatti siciliani e da molte opere di origine magrebina. È divisa in tre sezioni: ceramica, tessuti, gioielli. Molto importanti sono state le donazioni, come la donazione del governo siriano alla biblioteca, e la collezione di ceramica donata dal vicepresidente del parlamento tunisino.
Avete dei rapporti permanenti con alcune strutture espositive di altri paesi?
Monsignor Tual, che adesso è il patriarca di Gerusalemme, ci ha concesso un palazzo nella città di Tunisi, cosi disponiamo di una sede distaccata in Tunisia, pertanto, cerchiamo di scambiare con Dar Bach Hamba, questo è il nome della sede in Tunisia, le reciproche produzioni.
La collezione di Arte decorativa comprende costumi, gioielli, oggetti, tutti provenienti dall’area del Mediterraneo, quali paesi in particolare, e quale arco temporale è compreso?
La collezione comprende opere che provengono da gran parte del nord africa, diversi i paesi coinvoiti: Marocco, Tunisia, Algeria, Egitto, Libano, Giordania, Spagna, Italia Grecia, Francia. Le opere d’ Arte decorativa vanno dal 2000 a. c fino al 2000 d. c. Una sezione archeologica comprende opere depositate dalla Soprintendenza di Trapani e pezzi notificati dalla collezione del senatore Corrao.
La collezione di Arte contemporanea comprende opere importanti di artisti come Guttuso , Fausto Pirandello, Migneco, ma anche Giorgio De Chirico, Filippo De Pisis, Mario Schifano come intendete incrementare la collezione?
Continuiamo con l’attività degli Atelier, ogni anno invitiamo quattro o cinque artisti che ci propongono dei progetti strettamente connessi alla missione del museo ed a nostro territorio, terminato il periodo trascorso in residenza, lasciano un’ opera al Museo, tra gli artisti che sono intervenuti si può ricordare Enzo Cucchi, Richard Long, con la sua opera intitolata Circle of life, intervento in collaborazione con Palazzo Belmonte Riso avvenuto nel 2008. Paladino ha lasciato la Montagna dei Cavalli che è in realtà una scenografia realizzata per la sposa di Messina di Schiller, rappresentata nel 1990.
Qual è la reazione di questi artisti di fronte alla bellezza e all’originalità di questo luogo?
Gli artisti sentono l’unicità di questo luogo anche in relazione al loro atto creativo, lo avvertono come un luogo in cui ritornano a creare, al di là delle regole che il mercato impone. Molti artisti amano Gibellina, come Paladino, Pomodoro. Alcuni hanno creato dei rapporti personali con questo luogo come Consagra che ha poi deciso di farsi seppellire nel territorio di Gibellina. Consagra ha potuto realizzare in questo contesto quello che voleva, dal carro di San Rocco, per poi passare alla Stella, ai gonfaloni e al meeting. Con i suoi lavori Consagra ha anticipato l’architettura/ scultura di Frank Gery.
Organizzate delle mostre ?
Le nostre mostre spesso non sono permanenti, ma sono itineranti, sono arrivate nello Yemen, in Pakistan, a Dubai. In particolar modo ha avuto molto successo , la mostra l’Islam in Sicilia con il gruppo Stalker, un gruppo di artisti romani. Si trattava di installazioni, una riproduzione in scala 1/8 del soffitto a muqarnas della Cappella Palatina di Palermo , mostra che dopo essere stata esposta in diverse capitali del Mediterraneo e del mondo arabico, adesso vorremmo portare anche a Palermo.
Quali curatori hanno lavorato nel Museo delle Trame del Mediterraneo?
Achille Bonito Oliva, Demetrio Paparoni, Giuseppe Frazzetto, Sergio Troisi, Eva di Stefano. Con Bonito Oliva organizziamo ancora gli Atelier.
Le Orestiadi di Gibellina rappresentano una rassegna teatrale che nesso esiste tra il Teatro e l ‘Arte contemporanea? Da cosa prende spunto la denominazione Orestiadi?
Esistono dei nessi tra le arti, ed è molto importante il concetto di contemporaneo, lo sforzo rimane sempre quello di comprendere il linguaggio dei nostri giorni. Musica, poesia , teatro sono strettamente connessi, lo sforzo è di comprendere il contemporaneo, codificare in quale modo comunichiamo tra di noi, cercare di capire il proprio tempo nella molteplicità delle sue espressioni. La denominazione Orestiadi deriva dalla tragedia di Oreste che ha avuto scena qui a Gibellina.
Quali opere secondo te rappresentano meglio questo luogo?
Il cretto di Burri, la montagna di Paladino, l’ Arazzo di Boetti, il disegno di Beauys, le testimonianze di Forma Uno, la scenografia di Paladino, le macchine di Pomodoro, l’ arazzo di Boetti, per la sua realizzazione le ricamatrici di Gibellina hanno eseguito il disegno di Boetti che ha avuto soggiorno vitto e allloggio ,ma poi ha donato l’opera, personalmente ho conosciuto tramite le attività della Fondazione Paladino, Accardi, Cucchi, Consagra, Richard Long.
Che rapporti avete con le altre istituzioni culturali e politiche?
I politici sono interessati, comprendono la ricchezza e le potenzialità di questo luogo, ma ultimamente abbiamo avuto un taglio del trenta per cento; per quanto riguarda le istituzioni culturali abbiamo rapporti con Belmonte Riso, Fondazione Sambuca, Fondazione Buttitta, Legambiente.
A proposito del logo della Fondazione, che domina l’ingresso del Museo, accanto alle opere di Consagra, cosa rapprensenta?
Il Logo della Fondazione è tratto dal carro disegnato da Paladino per le Orestiadi del 1985, sul carro sono disegnati dei simboli che potrebbero simboleggiare i segni fantastici di un alfabeto del Mediterraneo.
La gente di Gibellina ha instaurato un rapporto con queste opere ed il Museo delle Trame del Mediterraneo?
Le spose di Gibellina si sposano nei pressi della Montagna dei cavalli di Paladino, ed i bambini hanno sempre in mente queste opere, come la stella di Consagra e l’opera di Paladino, in effetti queste opere d’Arte contemporanea rappresentano un punto di riferimento per la comunità del territorio.
Giuseppe Blando
© Palermomania.it - Il portale di Palermo a 360°
Lascia un tuo commento
Questo articolo ha ricevuto
Ultim'ora by Adnkronos
Austalian Open, De Minaur: "Sinner così è imbattibile, anche per Djokovic"
Pubblicata il 22-01-2025 alle ore 15:49
De Minaur e il tweet al tifoso deluso: "Giocaci tu con Sinner..."
Pubblicata il 22-01-2025 alle ore 14:57
Sorelle morte in casa a Roma, inquilini del palazzo: "Mai indifferenza ma vivevano da recluse"
Pubblicata il 22-01-2025 alle ore 14:43
Itc, Calarco: "Tante applicazioni quantistica nella vita reale"
Pubblicata il 22-01-2025 alle ore 14:36
Salute, Mantuano (uniLink): "Mentalità influisce su longevità e qualità di vita"
Pubblicata il 22-01-2025 alle ore 14:26
Approfondimenti
Opinioni a confronto
Articoli più letti