I FATTI
La morte della piccola Nicole, nata la scorsa notte in una clinica privata del capoluogo etneo, la clinica Gibino, lascia tutti basiti per i contorni drammatici della vicenda e, inevitabilmente, sconvolge gli animi ponendo una sequela di domande alle quali sarebbero gradite risposte serie ed istituzionali.
La bimba, deceduta a bordo di un’ambulanza, dopo la nascita avrebbe accusato difficoltà respiratorie probabilmente per la presenza di liquido amniotico nei polmoni, ma sembra che in ospedale non avessero cannule drenanti; così ha dichiarato al Corriere della Sera il padre di Nicole straziato dal dolore per una morte davvero assurda ed ingiustificabile.
A queste gravissime dichiarazioni, da verificare, si aggiunga anche la possibilità che Nicole sia morta per mancanza di un posto letto nei tre nosocomi visitati.
Anche, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha telefonato al presidente della Regione Siciliana, Rosario Crocetta, esprimendo la sua “incredulità" per la vicenda.
L'assessorato alla Salute, intanto, ha avviato un'indagine amministrativa e i manager delle aziende ospedaliere di Catania sono stati convocati per domani dall'assessore Lucia Borsellino.
Il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, ha espresso “sdegno” per la tragedia, e ha annunciato di aver chiesto “una relazione immediata” e di aver già inviato gli ispettori.
Per il sindaco di Catania, Enzo Bianco, si tratta di un episodio gravissimo, che conferma come sia assolutamente indispensabile un coordinamento non soltanto tra le strutture catanesi, che da tempo abbiamo avviato, ma tra quelle dell'intera città metropolitana.
...
Nicole, ti chiedo scusa anch’io che faccio parte di questa sciagurata umanità perché ti hanno impedito di vivere, soprattutto gli scialacquoni corrotti di questa politicaglia che ci rappresenterebbe. Essi hanno contribuito a tagli sempre più severi, toccando perfino il settore sanitario. Noi, Nicole, siamo solo poveri utenti di uno Stato sempre più assente, incapace e insensibile. É chiaro che del popolo non gliene frega niente, e lo scrivo senza giri di parole. Avrei voglia di vendicarti, e viva esigenza di vedere qualcuno dei piani alti trattato come uno di noi, con la vita appesa ad un filo girovagare in una città che ti dice no, che non ti può accogliere perché è al collasso, non ha neanche un misero posticino per te. E, dunque, muori pure, uno in meno… Ecco la verità sputata così com’è a voi che siete sempre ricevuti nelle stanze dei primari e che al vostro ingresso riuscite perfino a svuotare le camere occupate dai degenti per non essere disturbati dalle loro presenze. Voi, che non avete timori di proporre tagli perché siete gli assoluti privilegiati – in tutto e per tutto! - , e sapete che in ogni caso vi si spalancherebbero le porte, perfino quelle del paradiso, ma solo quello minuscolo, almeno spero… Siete nullità e basta! Siete stati incapaci di creare una società efficiente e sana. Non ci sono altre parole per scusare quest’assurda morte.
Sto riflettendo che non voglio più pagare un centesimo di tasse per non avere nulla e per pagare i debiti delle vostre incapacità; che forse dovremmo uscire armati quando ci rechiamo negli ospedali per ottenere il ricovero e farvi uscire dai cassetti privilegiati i maledetti sondini o qualunque altra cosa utile a salvarci la vita. Penso anche, a fronte della dilagante disoccupazione, che si dovrebbero assumere persone capaci di intendere e di volere (cogito ergo sum!), qualcuno che si faccia portavoce che si assuma la responsabilità, con qualsiasi mezzo, se le parole non bastassero a convincere gli esecutori dei pezzi di carta. E questo al fine di inchiodare il personale medico e paramedico alle responsabilità derivanti da un inqualificabile diniego. Per quanto mi riguarda, essendo italiana, sarei già stata chiusa in cella, se fosse capitato a me. Quanta amarezza, quanta voglia di fermarvi! In questi casi non ci sono disposizioni da difendere, né prassi da osservare, soltanto una piccola vita da salvare, una vita negata per inettitudine. Per me siete tutti colpevoli, anche se la mite magistratura di certo vi farà assolti, fra una corsia e l’altra. Fra qualche giorno, e fra qualche pianto alla Schettino, che ha finito di vivere... (?) ci sarà l’ennesima assoluzione collettiva. E forse so anche il perché. Perché nessuno è imputabile di un sistema corrotto e ormai irrecuperabile. La soluzione sarebbe quella di azzerare tutto e ricominciare. Ma prima si dovrebbero formattare i cervelli degli uomini, per ricondurli alla semplicità e all’umanità della vita.
Signori delle Istituzioni, dateci risposte concrete con i fatti. Basta parole politichesi e giustizialismo di facciata. É finita la tregua, rendetevene conto o ci ritroveremo presto armati di altri mezzi per ottenere ciò che ci spetta di diritto. Per rivendicare le nostre esistenze.
Triste, anzi terribile verità.
Marina De Luca
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