Sono notizie sulle quali dovremmo soffermarci a riflettere. Infatti mi sono chiesta come mai Bergoglio sia stato il primo e unico Papa che abbia utilizzato una, per così dire, giacenza di magazzino. I trecento ombrelli donati, infatti, giacevano tutti all'interno di un deposito, dimenticati dai turisti dei musei vaticani e, finalmente, anziché ingrassare la mania di possesso, sono finiti ai clochard che gravitano intorno a Borgo Pio e le zone limitrofe. É giusto sottolineare che gli stessi hanno sempre goduto di un occhio di riguardo, così come i senzatetto, per i quali il Pontefice ha distribuito coperte e buste con un importo pari a 50 euro per le passate festività pasquali, e ha anche fatto costruire una barberia ricavata da alcuni locali in disuso in Vaticano, provvista di docce e barbiere. E proprio oggi sono entrate in funzione le docce fatte installare da Papa Francesco in piazza San Pietro e destinate ai senzatetto.
Ho più volte manifestato personale affetto e ammirazione per papa Francesco, per la Sua dolcezza nel porgersi agli umili, per la grande umanità dimostrata nei piccoli e nei grandi gesti, per i Suoi interventi fuori dalle righe, che se fossero stati fatti da altri ben noti papi avrebbero suscitato scompiglio nelle austere stanze e nella sede del Vaticano. Non ci sono dubbi che finora sia stato un grande Papa e Lo ritengo già una conferma per il futuro.
Ma perché solo papa Francesco e non in maniera così esplicita i predecessori?
Una veloce analisi della Sua particolare personalità mi restituisce qualche risposta. Ad esempio che non si pone il problema della successione e della stantia tradizione vivendo esclusivamente il presente e il bisogno immediato di realizzare qualcosa per la Chiesa e per il Mondo. Forse perché dal Suo ruolo ha sentito l’urgenza e l’obbligo di essere prima uomo vicino al mondo e poi Sommo rappresentante della Chiesa Cattolica. Forse perché ha conosciuto la miseria e la morte, il freddo e la barbarie, la cattiveria dei popoli e la sottomissione ai vili. Ed ecco che allora leggiamo nelle Sue opere il messaggio di un Papa che non pensa al dopo, alla tradizione o magari alla conservazione. Esige cambiamenti e rinnovamenti rapidi, vuole una Chiesa al servizio degli umili e dei diseredati del mondo, e che non badi agli interessi della Curia, né tantomeno a influenze finanziarie e politiche, disdegnando per conseguenza lo stesso potere. D’altronde il nome scelto, Francesco, è ispirato da Francesco d’Assisi, poi divenuto santo, un giovane che si spogliò di tutti i suoi beni per servire Dio. Il mio pensiero alla Sua nomina è stato: allora Dio esiste!?, oppure sono stati tutti così immensamente intelligenti da capire che la Chiesa, dopo papa Benedetto XVI, il massimo del conservatorismo e della tradizione, aveva bisogno di un “povero” rinnovamento; di una personalità forte ma nel contempo pronta guida delle masse, così disperate e così sole.
Si, la Chiesa Cattolica aveva bisogno di un Papa senza troppi fronzoli, che parlasse il linguaggio degli umili, di malattie e solitudini affettive in modo diretto; e non di supremi sistemi teologici né tantomeno di “papabili” gerarchie. Papa Francesco ha spiazzato tutti, compresi i resistenti atei che non possono che ammirarne la grandezza di spirito. É guida di tutti, perfino dei potenti, è spesso presente nei discorsi istituzionali, anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, lo ha ringraziato nel discorso di insediamento alle Camere. Il mondo con Lui si è aperto alla riscoperta della vita semplice, del sufficiente dignitoso e all’amore e alla compassione verso il prossimo: il messaggio più bello che potessimo raccogliere dal Suo pontificato. E non è un caso che, per la prima volta nella storia, Papa Francesco parteciperà il prossimo 24 settembre a una sessione congiunta del Congresso degli Stati Uniti. Lo ha ufficializzato lo speaker della Camera Usa, John Boehner, sottolineando come sarà la prima volta che un Pontefice sarà presente a Capitol Hill.
Marina De Luca
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