Ne indovini cento, ne sbagli una, ed ecco che la tua carriera, si fa per dire, anche se sei il Papa, è letteralmente incrinata da una folla di fanatici che non si preoccupano minimamente di decodificare quanto in buona fede proferito. Eppure, sono certa che in tutto questo c’è la volontà di annientare un uomo buono, perché è veramente un’offesa all’intelligenza umana il solo discuterne.
Da tempo non scrivo più proprio per tale ragione, so anche essere impopolare e mi sento molto avvilita dalla realtà circostante, ma ho cervello e personalità, e per la cronaca non sono nemmeno una sufficiente cattolica praticante, nè tantomeno una studiosa del “campo”. Rispetto e mi attengo a quella che definisco la mia morale - che in realtà dovrebbe essere per tutti -, che consiste principalmente in “Quello che a te non piace ad altri non fare”, che mi pare riassuma tutto.
Cosa avrebbe fatto o detto di così grave e odioso il “criminale” papa Francesco (mi perdoni Santo Padre), prima tanto osannato dal popolo sovrano, e ritenuto fin troppo moderno (vedi questione unioni civili, apertura ai divorziati risposati al sacramento della comunione...) negli stessi ambienti del Vaticano, per attirarsi tanta antipatia? Addirittura per taluni puro odio? Avrebbe spiegato, a suo modo, a non confondere il sentimento di pietà, ossia la pietas (!) oggi in pensione, con la tipica sensibilità o emozione superficiale, che solitamente definisco a pelle, ossia il pietismo che si può provare in una situazione particolare, quasi sempre temporanea, anche per gli stessi animali, suggerendo di dare la priorità agli esseri umani, come, ad esempio, un vicino di casa bisognoso di cibo, e continuare, nel contempo, ad occuparsi del proprio animale mantenendo però sempre viva tale distinzione. Riporto le testuali parole: "Quante volte vediamo gente tanto attaccata ai gatti ai cani che poi lascia sola e affamata la vicina. No, per favore no!" Qui sembra essersi persa - e non solo in questo caso - la capacità di comprendere le semplici parole (quasi una supplica), considerando la scarsa conoscenza di Bergoglio per la nostra lingua. Ed ecco che l’AIDA insorge, che subito inneggia a proclami contro la pedofilia negli ambienti del clero, fra i pervertiti schifosi preti. Certo ha ragione, a chi non fanno schifo? Ma che cosa c’entrano in questo contesto? Francesco avrà peccato di ingenuità, proprio perché è rimasto un uomo semplice che si esprime come se fosse in famiglia, con quella confidenzialità che tocca le corde del cuore, rispecchiando le origini di operatore di strada, di bene, di fede e speranza. E non credo assolutamente ad altre finalità, che si stanno già prodigando a costruire con sapienza... Insomma per voler fare del bene al prossimo più debole, ha scatenato, sia pure in buona fede, un putiferio, ma solo perché oggi c’è la tendenza ad esasperare tutto. E' forse più semplice, mi chiedo, trascurare la comunicazione e accodarsi - come pecorelle - al branco dei più furbetti assatanati di potere? Voglio precisare che chi scrive conosce bene la realtà degli animali domestici, e prova nobili e profondi sentimenti per gli amici pelosetti, conosce fino a quanto si possano amare e sentire nel cuore, a volte anche meglio degli umani, spesso fin troppo distratti. Ma questo non significa che si debba trascurare l’uomo sempre più abbandonato alla sua fragile essenza, e se ci riflettiamo, anche questi scenari senza senso ne sono l'esempio. A chi grida e manifesta sdegno senza aver voluto comprendere il significato del discorso del nostro nobile, magari ingenuo Papa, e addirittura lo attacca facendo ricadere su di esso il sangue di migliaia di desaparecidos, perché sarebbe stato amico degli infami assassini militari, chiedo per favore di smetterla e di ben documentarsi. Sarà sufficiente un'informazione corretta per capire che è una bufala, come oggi si usa dire. Ed inoltre, a questi appassionati forgiatori di masse sempre più isteriche, suggerirei di fare del volontariato, possibilmente nelle case di riposo, fra i vecchi soli e abbandonati; di visitare gli ammalati terminali senza farmaci; gli orfanotrofi; e le comunità povere. E magari adottare una famiglia bisognosa di tutto, e donare quello che si può, anche un tozzo di pane, abiti in disuso, ma soprattutto presenza e amore. Questo sarebbe già un bel riscatto dell'essere umano. Significherebbe partecipare alla vita in modo concreto. Lo so che non è compito nostro e che ci dovrebbe pensare il nostro Stato, composto purtroppo di troppi inutili oziosi... per giunta super pagati! Ma vi assicuro, perché lo faccio quotidianamente, che questo vi farà sentire la vita nell'anima, cambiandone la concezione… e che anche un sorriso di un derelitto riempirà di senso la nostra banale esistenza, rendendola ricca di interessi. E cosa più importante, restituirà un minimo di dignità a chi è più disagiato. E ai nostri amati cuccioli non mancheranno certo - e mai! - le nostre più intime coccole.
Una sempre più preoccupata cattolica non praticante …
Marina De Luca
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