La pietà è una delle più preziose facoltà dell'anima umana. L'uomo, impietosendosi delle sofferenze di un essere vivente, dimentica se stesso e si immedesima nella situazione degli sventurati. Con questo sentimento si sottrae al suo isolamento ed acquista la possibilità di congiungere la sua esistenza a quella degli altri esseri.
Lev Tolstoj
Forse Tolstoj aveva ragione, ma di questi tempi la pietà non si trova neanche a pagarla a peso d’oro. Non mi volevo esprimere nel merito della tragedia di casa Mussolini, mi ha indignato profondamente il commento di Vladimir Luxuria, rilasciato ad Affaritaliani.it, al quale sento di replicare. "Nei confronti delle persone ha sempre usato l'insulto e toni forti e ha voluto terrorizzare l'opinione pubblica equiparando i gay ai pedofili. Le consiglierei in questo periodo di dolore di ripensare al concetto di sacra famiglia e di famiglia tradizionale come il bene rispetto al male rappresentato dalle coppie lesbo-gay. 'Chi sputa in cielo in faccia gli arriva', è il detto popolare per tradurre il modo di dire 'chi la fa l'aspetti'. Non cerco vendetta e non gioisco per i drammi altrui. Ma più che giudicare gli altri, sputando veleno come ha fatto lei, forse è meglio guardarsi dentro e soprattutto attorno". Non cerca vendetta, non gioisce, e rilascia dichiarazioni così pesanti tanto per? No, onorevole Luxuria, non era il momento più idoneo ed educato per le sue esternazioni al veleno. E in ogni caso, che cosa c’entrano con una torbida storia di sesso e corna? Ci risulta che l'onorevole Mussolini abbia difeso il marito? Che abbia detto che ha fatto bene ad andare con le minorenni? Ma è mai possibile che in questa società non si possa più difendere la famiglia tradizionale, che non si possano più chiamare i genitori mamma e papà, senza per questo essere additati come alieni? Sono indignata e stanca di sentire pubblici proclami intrisi di paroloni dei quali vorrei capire il vero significato. Ma perché si deve ad ogni costo annullare l’idea di famiglia tradizionale? L’onorevole Luxuria deve aver ritenuto di aver avuto la vittoria servita su un piatto d'argento. E dunque, quale migliore occasione per attaccare e denigrare l’onorevole Alessandra Mussolini? Che, però, in questo caso è solo una donna, moglie e madre, fragile, offesa ed umiliata. Una donna dal temperamento sanguigno, è vero, ma profondamente convinta e coraggiosa delle sue idee, e capace di dare tutta se stessa senza falsa ipocrisia, che si è ritrovata in un attimo senza più certezze. Il marito, Mauro Floriani, si è perduto nel peggiore dei modi, devastando come Attila tutto il suo operato per correre dietro alle grazie di una minorenne. Una donna demolita su due aspetti: quello privato, come moglie e madre, e quello pubblico-politico per le convinzioni personali trasformate perfino in progetti di legge. Come per qualsiasi altra donna, e indipendentemente da come la si pensi, trovo indegno che ne venga fatto vile bersaglio in un momento di profondo dolore. Ha subito un durissimo colpo che mortifica lei, i figli e l’intera famiglia, con la gioia suprema di chi non l'ha mai sopportata per le sue, per così dire, intemperanze politiche. Non riesco nemmeno ad immaginare la sofferenza per l’intima e difficoltosa trattativa con se stessa, forse la più difficile della sua vita. Cacciare di casa il marito, dialogare con i figli trovando parole adeguate, interrogarsi sui propri errori, ammesso che ne abbia in questo particolare contesto. Lo storico cognome Mussolini in pasto al pubblico nemico e ai giornali che, con morbosa curiosità, indagano sulla sua vita e gli aspetti privati. Se non avessero usato il cognome più famoso, il marito sarebbe stato uno dei tanti sporcaccioni, e l'inchiesta, almeno a livello mediatico, sarebbe andata avanti senza troppi coinvolgimenti. Ma la tanta osannata Pietas dov’è finita? Solidarietà totale, anche come donna e come madre, per la Signora, e non onorevole, Alessandra Mussolini.
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