Non mi giudicate male, ma non avevo mai visto il Festino di S. Rosalia dal basso. Intendo in mezzo al popolo, dietro al carro della Santuzza. La mia posizione è stata sempre privilegiata, dentro agli alberghi per cene eleganti e costose, o sulle terrazze di abitazioni Vip del centro storico. Quest’anno ho voluto fortemente l’altra visione, quella dal basso, perché secondo me, fino ad oggi, non avevo mai partecipato al reale Festino.
Ho camminato a lungo, con il mio compagno di vita e di avventura, in una moltitudine di genti, la più variegata che potessi mai incontrare in una sola sera. Grandissima anche la partecipazione dei turisti stranieri. E c’erano proprio tutti, nell’incoscienza tipica popolare: piccolissimi bambini, vecchi e anche invalidi. Ma la Santa ci ha aiutati e protetti totalmente! A tratti non si respirava, complice anche il caldo torrido, specialmente in alcuni critici passaggi. Il Festino in onore di Santa Rosalia è l'evento più importante della città di Palermo. E, nonostante il gran caldo, le vie del centro storico, come ogni anno, si sono trasformate in un immenso bagno di folla, di un corteo colorato ed intriso di folklore e forse anche pallida religiosità. Novità assoluta di questa edizione datata 2012 la multi etnia partecipativa e attiva.
La sfilata è partita come di consueto alle 21,30 dalla Cattedrale. Il corteo, per la prima volta, appunto, multietnico, è costituito da più "elementi". Primo fra tutti il carro con l'orchestra degli Ottoni animati, che ha dato vita ad un "Fest mob" costituito da circa cento giovani danzatori vestiti in stile siciliano, con tanto di coppole e abiti tipici della tradizione sicula. A seguire un enorme elefante trainato e seguito dalla comunità Tamil, in questo gruppo c’ero anch’io. La comunità è stata accolta con molto entusiasmo, applaudita ed acclamata quasi come la Santuzza. Sarà stata la novità della mescolanza etnica, o l’elefante, reminiscenza del più divertente e vecchio circo equestre. E, infine, il carro più atteso: quello con la Santuzza, quest'anno in versione totalmente rivisitata. La Santuzza di ques’anno è, infatti, semplicissima. Bianca e sottile, decisamente stilizzata. Rizzuti, l’autore, l’ha così interpretata: “semplicemente una donna, nella cui immagine ognuno potrà cercare la propria visione di Dio, l’esempio, attualissimo, di coraggio di questa giovane ragazza”. Sotto di lei soltanto una montagna scenografica che simboleggia il Monte Pellegrino. Una scelta un po’ azzardata, visto il forte legame che i palermitani hanno con le proprie tradizioni religiose, ma non è del tutto dispiaciuta, non a me per esempio. Intanto, un altro bagno di folla attendeva il passaggio del carro ai Quattro Canti, ed era intrattenuto da un video interattivo di immagini in 3D. E finalmente il rito tanto atteso dai palermitani: all’arrivo del carro, al Foro Italico, il Sindaco che sale sul carro e grida alla folla: "Viva Palermo e Santa Rosalia". E qui sale la commozione e la più intensa partecipazione mistica e gioiosa. Il passaggio della statua è, infatti, sempre accompagnato da un forte e scrosciante applauso e dal consueto grido d’amore per la Santuzza e la città: Viva Palermo e Santa Rosalia!
E a chiusura della festa, allo scoccar di mezzanotte, ecco i tanto attesi giochi d’artificio, al Foro Italico. Quest’anno in rumore e “ tinte” decisamente più sobrie. I “botti anticrisi”, sono infatti durati meno degli altri anni, e sono apparsi anche meno spettacolari. E poi, il concerto con un ensemble del conservatorio di Palermo, su musiche da film arrangiate da Giuseppe Vasapolli. Così come era stato annunciato, si è trattato di un Festino low cost senza eccessivi, o per nulla, sfarzi. Ed è stato giusto, mantenere questi toni, anzi si è fatto anche troppo considerando i tempi e le esigue casse comunali. Di certo a richiamare la folla sono stati: l’amore per la Santuzza, le grandi novità dell'edizione 2012, e forse anche la curiosità di assistere al primo Festino "riorganizzato" dal sindaco Orlando, indubbiamente più amato del precedente. Insomma, un Festino sì sottotono, meno sontuoso e ricco, tuttavia interessante e ricco di novità. Una politica intelligente per districarsi dal “problema festa” tanto sentito dai palermitani. Le emozioni provate sono state, almeno per me, più terrene e festaiole di quelle che provavo al passaggio del Carro sulle terrazze “Vip”. Insomma anche il Festino della Santuzza, il più antico per tradizione e cultura, ha subito la sorte dei tempi adattandosi a stili più speculari alla crisi e ai costumi. La mia opinione di gradimento? Per questa volta la voglio tenere per me.
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