GIUNGE INATTESA E IMPROVVISA LA NOTIZIA DELLA MORTE DI LUCIO DALLA.
La notizia rimbalza di rete in rete e lascia tutti increduli. Sono stati i Frati della Basilica di San Francesco D’Assisi i primi a dare la notizia della morte di Lucio Dalla. Sul profilo della rivista online “San Francesco Patrono d’Italia” pubblicava la notizia, un servizio di cordoglio e anche l’ultimo racconto scritto da Dalla, con protagonista un francescano. Questo il ricordo dei frati di Assisi: “E’ morto Lucio Dalla, dolore e sgomento della comunità francescana conventuale di Assisi per l’improvvisa scomparsa del cantautore di Dio. I frati del Sacro Convento sono sicuri e certi che San Francesco lo accoglierà per portarlo alla presenza del Signore.” ( Su www.sanfrancescopatronoditalia.it l’ultimo racconto di Dalla su San Francesco).
Il 1º marzo 2012 si spegne quindi all'età di 68 anni questo grande Artista della Musica italiana. Tre giorni più tardi avrebbe festeggiato il suo sessantanovesimo compleanno sul palco del Teatro du Léman a Ginevra, ma il cantante è stato trovato deceduto nel suo letto d'albergo a Montreaux . Si trovava in Svizzera per una serie di concerti. “A causare la morte di Lucio Dalla è stato un attacco di cuore”, confermano altre agenzie di stampa.
La tournee era cominciata a Lucerna il 27 ed era proseguita la sera successiva a Zurigo. Dopo la tappa di Montreux, in programma ieri sera, il tour prevedeva altre date tra cui Basilea, Berna, Ginevra, Lugano, Parigi, Dusseldorf, Amburgo, Brema, Francoforte, Lussemburgo, Stoccarda e Monaco, fino al tappa conclusiva a Berlino. Il suo manager Sconocchia, a Bologna, commenta la notizia con un breve pensiero: "Sì, è stata una cosa improvvisa. Gli volevamo molto bene".
Bolognese, classe 1943, domenica avrebbe compiuto 69 anni. Da “4 marzo 1943”, il titolo della canzone che riprendeva la data di nascita, fino a “Tu non mi basti mai”, “Piazza Grande”, “Caruso”, ogni uscita discografica è sempre stata un successo. Storiche le sue collaborazioni con Gianni Morandi e Francesco De Gregori.
Lucio Dalla, un grande protagonista. Riscoperto recentemente dalla nuova leva di giovanissimi musicisti italiani ad esempio Pierdavide Carone con il quale Lucio Dalla era andato all'ultimissimo festival di Sanremo nel doppio ruolo di co-autore del brano e di direttore d'orchestra.
Insieme avevano scritto la bella “Nini”, e dalle impietose immagini televisive si vedeva un Lucio Dalla affaticato e tremolante, segni di una malattia che un infarto ha portato al definitivo addio. Muore un Signor Musicista!
Lucio Dalla è stato un cantautore, scrittore, attore e regista italiano. Incominciò suonando jazz con la Rheno Dixieland Band come clarinettista. Cominciò a lavorare come turnista – capitava a tutti i musicisti di professione dell’epoca – suonando il suo strumento in una canzone di Edoardo Vianello. Si racconta che cominciò a esibirsi come cantante attraverso il canto “scat”, uno stilema jazz che consiste nel cantare melodie usando solo alcune sillabe (di solito “da” e “ba”). Nel 1964, a 21 anni, incise il suo primo 45 giri contenente “Lei (non è per me)” e “Ma questa sera” (quest’ultima, cover di Hey little girl di Curtis Mayfield). La sua prima canzone, scritta da Gino Paoli, fu un fiasco clamoroso e venne fischiata al Cantagiro, una manifestazione canora estiva simile all’odierno Festivalbar. Non si scoraggiò, e formò un gruppo chiamato “Gli Idoli”, con i quali incise il suo primo album “1999?. La canzone “Paff…bum!” fu presentata al festival di Sanremo, dove fu accompagnato dalla mitica blues band inglese degli Yardbirds (nei quali militò per un certo periodo Eric Clapton). Dalla, scrisse anche una canzone con Luigi Tenco. Scrisse anche la popolarissima “Occhi di ragazza”, presentata da Gianni Morandi, con il quale in seguito strinse un sodalizio artistico che lo portò a incidere alcune delle sue canzoni più belle.
Partecipò per la terza volta al Festival di Sanremo del 1971 con “4 marzo 1943”, un testo scritto su parole della poetessa Paola Pallottino, che gli valse il terzo posto assoluto. Uno dei suoi primissimi successi. Una canzone scomoda, che aveva infastidito quell'Italia ancora un po' piccolo borghese dei primissimi anni 70. Eppure una canzone dolcissima, come dolcissimo nonostante le apparenze burbere era Lucio Dalla. E anche un grandissimo musicista, uno dei pochi a cui l'etichetta di cantautore andava stretta perché in realtà grande compositore, che aveva cominciato dal jazz passando allo sperimentalismo progressivo degli anni 70, fino al recupero della miglior tradizione melodica con l'immortale Caruso di qualche anno fa. Anche la successiva partecipazione, l’anno dopo, a Sanremo, con “Piazza Grande”, riscosse un grande successo. Allora cominciò un maturo sodalizio artistico con il poeta Roberto Roversi, mentre per De Gregori scrisse la musica di “Pablo”, canzone poi incisa nell’album Rimmel. Dopo la rottura, dal 1977 cominciò a fare tutto da solo, occupandosi di testi e musiche dei suoi album. E arrivò il grande successo con COM’È PROFONDO IL MARE. Due anni dopo è la volta di L’ANNO CHE VERRÀ.
Dopo l’esperienza di Pablo, incise due album con Francesco De Gregori: MA COME FANNO I MARINAI e BANANA REPUBLIC.
Negli anni Ottanta un’altra svolta artistica. Avviò alla carriera solistica gli Stadio, il gruppo che lo accompagnava durante le sue tournée, e con cui tornerà nel 1986 per incidere uno dei suoi più grandi successi: DALLAMERICARUSO. L’ultima canzone del disco, “Caruso”, è tuttora uno dei suoi più grandi successi. Due anni dopo arrivò il disco con Gianni Morandi, uno dei suoi più grandi capolavori. “Oltre a Vita”, rimane celeberrima anche “Chiedi chi erano i Beatles”, degli Stadio, reinterpretata dai due con un fascino incredibile. Il sodalizio con Morandi si chiuse dopo una videocassetta live che raccoglie le esibizioni del tour e qualche polemica. Nei ’90 uscì CAMBIO, con il singolo “Attenti al lupo” che diventa una hit. Nel 1996 uscì CANZONI e ancora una volta l’album è trainato da un singolo di grossa presa popolare ovvero “Canzone”, il cui testo è stato scritto insieme a Samuele Bersani, giovane pupillo di Dalla. Dopo CIAO del 1999, il nuovo millennio si apre con LUNA MATANA del 2001, contenente brani come: “Siciliano” con la partecipazione di Carmen Consoli, Kamikaze, Zingaro. Negli anni Duemila si dedicò anche alla musica classica, suonando musiche di Vivaldi con i solisti veneti, e si è esibì con Ron in uno spettacolo con orchestra d’archi.
In una serie di interviste rilasciate negli anni Duemila, Lucio Dalla fece delle dichiarazioni, una, quella di apprezzare l’Opus Dei (un’affermazione parzialmente ritrattata successivamente), poi di non essere mai stato comunista, e aggiunse di sentirsi una persona “avulsa dal senso di vergogna”, e di portare un parrucchino. Nel 2009 un altro album di successo “ANGOLI NEL CIELO”.
Da questa panoramica sulla vita di Lucio Dalla possiamo, senza dubbio, affermare che sul piano musicale è stato uno dei più affermati cantautori italiani, considerando la continuità della sua carriera che sfiora i 50 anni di attività artistica. Suonava clarinetto, sassofono e a volte anche la tastiera ed aveva un’impostazione prettamente jazzistica, che ritorna spesso nel songwriting delle sue opere. Si riscoprì poi autore dei testi delle sue canzoni in una fase matura. La sua produzione musicale ha attraversato numerose fasi, dalla stagione beat alla sperimentazione ritmica e musicale, fino alla canzone d'autore, arrivando a varcare i confini della lirica e della melodia italiana. Per essere più precisi possiamo dire che la sua carriera attraversò quattro periodi: le origini (tra il 1964 e il 1972 con il gruppo musicale “Gli Idoli”), il periodo Roversi (tra il 1973 e il 1976), la maturità artistica (tra il 1977 e il 1993) e la fase pop degli ultimi anni.
Ma Lucio Dalla non era solo un cantautore, nel 2003 è stato docente di “Tecniche e linguaggi pubblicitari” presso l’Università di Urbino. E ancora il suo impegno nel campo della musica lirica dall'“Opera del mendicante” del 2008 che debuttò proprio a Bologna (Teatro Duse) a “Tosca. Amore disperato”, l'opera totalmente inedita che Dalla scrive ispirandosi alla “Tosca” di Puccini. La “Tosca” dalliana, considerata una delle più grandi rappresentazioni teatrali mai realizzate, debutta a Roma il 23 ottobre al Gran Teatro dopo una seguitissima anteprima nel "luogo del delitto", ovvero Castel Sant'Angelo, nella "Notte Bianca" romana del 27 settembre. Ha curato anche la regia teatrale dell’Opera lirica Arlecchino di Ferruccio Busoni che è stata rappresentata il 30 marzo 2006 al Teatro Rossini di Lugo di Romagna, nell’ambito del Lugo Opera Festival. L'opera insieme al Pulcinella di Igor Stravinskij sempre per la regia di Lucio Dalla è stata nel cartellone 2007 del Teatro Comunale di Bologna e al Wexford Opera Festival in Irlanda.
Lo ricordiamo come attore, infatti è stato presente in diversi film degli anni 60, i cosidetti “Musicarelli” quali “Little Rita nel West” o “Quando dico che ti amo”. Recitò ne “I sovversivi”, dei fratelli Paolo e Vittorio Taviani, aggiudicandosi una candidatura come migliore attore alla Mostra di Venezia. Anche scrittore, il primo libro di racconti da lui scritti: “Bella La Vita”, edito da Rizzoli, ebbe un grande successo di vendita. Nell'autunno del 2008 esce “Gli occhi di Lucio”, un libro cd dvd, viaggio fatto insieme alle fotografie di Marco Alemanno. E’ stato anche conduttore di programmi per Sky, infatti nel gennaio 2010 ha condotto “L'Angolo nel cielo”, programma di 12 puntate in cui attraverserà la storia delle sue canzoni più note in modo divertente e surreale.
La primavera del 2010 vede la notizia esplosiva del ritorno sul palco con Francesco De Gregori a più di 30 anni da Banana Republic. Il progetto è stato chiamato Work in progress, comprensivo di una lunga tournee e un doppio cd che, come previsto, ebbe un grandissimo riscontro di pubblico e critica.
Ricordiamo che nel novembre 2011, è uscito QUESTO È AMORE, ultimo suo nuovo progetto discografico (doppio CD) mirato alla riscoperta di suoi brani “meno noti” al grande pubblico, scelti all'interno della sua vasta produzione, nello specifico tra il 1971 e il 2011, con in più 3 inediti e un duetto con Marco Mengoni.
Insomma, negli ultimi 2 anni il cantautore bolognese ha proposto, nei maggiori teatri e spazi italiani, i suoi classici in versione jazz, con una serie di concerti accompagnato con una straordinaria formazione di grandissimi musicisti Jazz ( Stefano Di Battista, Dedè Ceccarelli, Julian Mazzariello, Rosario Bonaccorso): dovunque il tutto esaurito.
Da questo excursus è evidente che Lucio Dalla ha dato un grande contributo alla Storia della Musica Italiana, e la sua dipartita, di certo, lascia un grande vuoto sia nel mondo artistico sia nei cuori di tante persone che lo hanno amato.
Incerta la data dei funerali. La salma potrebbe rientrare a Bologna "entro sabato", spiega il manager Bruno Sconocchia. "Il medico l'ha già visitato, quindi ora la questione da affrontare è tutta burocratica". Sul funerale e su come onorare il cantautore bolognese, però, ancora non si sa nulla: "vedremo- aggiunge il manager- ora per prima cosa vogliamo riportarlo a Bologna".
Fra i primi ad apprendere la notizia l'amico Gianni Morandi, scoppiato in lacrime. "Ci conoscevamo dal '63 ed eravamo legati anche dal tifo per il Bologna oltre che dalla passione per la musica. Tanti anni di amicizia ci legano. Sentire che ci ha lasciato mi ha colpito, non riesco ancora a riprendermi". Luca Carboni rinvia il suo concerto di domani sera al Numa di Bologna: "Scusate il disagio, ma non me la sento". Francesco Guccini: "E' una perdita gravissima per la musica italiana ma soprattutto perché con lui perdo un amico, un uomo generoso e ironico. Era un uomo profondamente vivace: ecco, uno che viveva senza risparmio, e senza paura di esaurire l'entusiasmo. Un vero testimone della musica, uno che per la musica ha vissuto". "In questo momento non sono sconvolto ma addolorato - dice Gaetano Curreri, leader degli Stadio - , perché ho perso un amico, un maestro, un punto di riferimento nella musica come nella vita".
“A Sanremo non ha voluto incontrare i giornalisti per paura di poter oscurare Pierdavide», racconta Massimo Bernardini, visibilmente commosso. «Ma lui era così, basta pensare che quando suonava il sassofono nei dischi degli altri si nascondeva dietro il nome di Domenico Sputo. E questo è un altro indizio che ci dice che persona era. Nonostante il successo che aveva raggiunto si è sempre considerato “uno da niente”, un “peccatore perdonato”…». Amava rompere gli schemi, le distanze, i riti inutili… E poi era sempre affettuoso e allegro, ma di un’allegria profonda. Amava la vita per quello che era, nei suoi lati migliori, in quelli orrendi e nella sua normalità. Chi lo conosceva bene dice come lui, si trovasse bene a Sanremo come in un vicolo malfamato, in una galleria d’arte come in una chiesa. E non è mai stato un disperato. Non che non provasse disagio o che non si arrabbiasse davanti alle ingiustizie, ma non ha mai avuto la tentazione di spiegare il mondo con un’ideologia, anche se nelle sue canzoni il mondo c’era e con lui mille chiavi di lettura diverse.
Che dire di più? Questa volta la perdita è davvero grave, perché Lucio Dalla era un artista vivo, ancora pieno di voglia di fare. Non stava mai fermo. Era un inquieto, non dormiva mai. Se non stava scrivendo per sé, produceva i dischi degli altri o pensava al teatro. E’ vero, fisicamente non avremo più modo di vedere questo piccolo uomo di grande umiltà, eleganza d’animo, sensibilità, ironia e genialità musicale ma… sicuramente i motivi delle sue canzoni saranno perpetuati nella mente e nel cuore di ogni suo fan.
Eh, sì… Lucio Dalla era essenzialmente tre cose nello stesso tempo: un grande cantante, un musicista clamoroso e poi, nel tempo, un grande paroliere. Lui sentiva il suono che lo circondava, quello che stava succedendo nel mondo della musica e assorbiva tutto, come una spugna. Allo stesso tempo però era uno dei pochi in grado di ributtare tutte le innovazioni nel mondo della canzone popolare, senza tradirla e senza farsi ingabbiare dalle mode del momento. E poi conosceva il pubblico come pochi. Sapeva essere anche un artigiano di grande mestiere. Altrimenti non si capisce come uno, nato sperimentalista fosse finito a scrivere Attenti al lupo…».
"Che grande mistero è la musica": queste parole pronunciate da Lucio Dalla si possono sentire in uno dei suoi ultimissimi dischi, la testimonianza dal vivo del tour con Francesco De Gregori di un paio di anni fa, parole dette prima di introdurre un brano. Lucio Dalla aveva benissimo chiara questa consapevolezza: che la musica, come tutte le cose belle, è un mistero che apre a un mistero più grande. E con quell’umiltà che lo contraddistingueva, con grande dignità… in silenzio…e se n’è andato, oltrepassando quel misterioso limite della vita … verso un Mistero più grande.
ADDIO LUCIO, ci mancherai!
Agata De Luca
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