Gabrielle Philliponet, soprano
José Maria Lo Monaco, alto
Edgardo Rocha, tenore
Christian Senn, basso
Francesco Corti, Maria Shabashova, pianoforti
Deniel Perer, harmonium
Coro Ghislieri
Soprani: Argentieri Valentina, Mara Corazza, Son Jiyeong, Anna Piroli.
Alti: Giulia Beatini, Camilla Biraga, Isabella di Pietro, Maria Chiara Gallo.
Tenori: Raffaele Giordani, Massimo Lombardi, Matteo Magistrali, Simone Milesi.
Bassi: Matteo Bellotto, Renato Cadel, Sergio Ladu, Filippo Tuccimei.
Giulio Prandi, direttore
Durante la villeggiatura a Passy nel 1863 Rossini, abbandonata la scrittura di opere liriche e dopo il trionfale successo del Guglielmo Tell, si dedica alla composizione di musica sacra, celebri lo Stabat Mater ed appunto la Petite Messe solennelle oltre ai Peccati di vecchiaia. Con queste composizioni anticipa notevolmente il gusto e la scrittura che verrà. A proposito della Petite Messe Solennelle, ascoltata al Palazzo dei Congressi di Stresa, rileviamo la proposta nella versione originale per due pianoforti e harmonium con interpreti di portata internazionale e l’eccellente Coro Ghisleri, diretto da Giulio Prandi. La composizione considerata il testamento spirituale e musicale di Rossini si rifà a Bach ed alla scrittura contrappuntistica.
Di tutto rilievo la presenza di strumenti storici: un Pleyel del 1855, tra i preferiti di Rossini, e un Erard del 1838, suonati dal duo d’eccezione: Francesco Corti e Maria Shabashova.
I due pianisti sono stati davvero bravi ed in particolare da rilevare il ruolo di Corti, unitamente a Deniel Perer all’Harmonium.
Il Coro Ghisleri già ascoltato in altre occasione è sempre di tutto rispetto e la direzione di Giulio Prandi è misurata, attenta e meticolosa.
Per quanto riguarda le voci si può dire di essere soddisfatti: il soprano Gabrielle Philliponet, entrata in cast in sostituzione dell’ultimo momento, l’ho ascoltata per la prima volta in questa occasione e sono rimasto colpito dalla purezza della voce, dalla limpidezza e dalla sicurezza interpretativa. Gli altri cantanti sono nomi conosciuti e già ascoltati in diverse altre occasioni: José Maria Lo Monaco ha un bellissimo colore dai toni profondi e arrotondati; Edgardo Rocha espone un gradevole timbro e facilità all’emissione, mentre per Christian Senn si può solo dire che sia sempre una garanzia di equilibrio e interpretazione più che gradevole (Sentito anche nella Passione secondo Matteo di Bach in apertura di Festival).
La Musica vince sempre
Renzo Bellardone
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